Nuovi minimi per l’oro. Perché prepararsi alla ripartenza

Nuovi minimi per l’oro. Perché prepararsi alla ripartenza

A 1.682 dollari il metallo prezioso è sceso a un livello che non toccava da due anni. Da gennaio la discesa è del 7%. Il report del World Gold Council dice che storicamente l’oro sovraperforma i mercati nei periodo di alta inflazione e corre in rialzo dopo l’aumento dei tassi

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Pillola addolcita per l’investitore europeo.

Con la discesa di giovedì 21 luglio a 1.682 dollari l’oncia (-0,7%), l’oro è tornato a un livello che non vedeva da oltre due anni, per l’esattezza dall’aprile 2020. La lunga attesa di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed e il conseguente rialzo del dollaro sono i motivi principali della discesa del metallo giallo, il cui valore è universalmente espresso nella valuta americana.

La discesa dall’inizio dell’anno è un calo del 6,8% e la caduta dal recente massimo, segnato l’8 marzo scorso a 2.039 dollari, è un pesante -17%. Sono dati difficili da digerire per l’investitore americano che aveva puntato sull’oro per proteggere i propri capitali in uno scenario di alta inflazione e  crescenti rischi geopolitici. Per l’investitore europeo la pillola è molto addolcita dal rialzo del dollaro, pari a poco meno del 10% dall’inizio dell’anno, che permette di vedere una performance in euro a sei mesi positiva del 3,5%.

10 ANNI DI QUOTAZIONI DELL’ORO

(dollari per oncia)

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Goldman Sachs prevede un prezzo di 2.500 dollari alla fine del 2022.

Resta il fatto che l’oro è sui minimi degli ultimi due anni e secondo molti investitori nei prossimi mesi potrebbe riservare sorprese positive.

Fra i più accaniti sostenitori dell’oro c’è Goldman Sachs, che si aspetta un potente rialzo del metallo giallo nella seconda metà dell’anno. Un mese fa la banca d’investimento ha alzato il suo obiettivo di prezzo per l’oro a fine 2022 a 2.500 dollari l’oncia.

Secondo Goldman i timori di recessione dovrebbero spingere il metallo prezioso e lo stesso farà l’inflazione, che ha dimostrato di non essere transitoria come precedentemente previsto dalla Fed.

Il report del World Gold Council segnala il timing dell’oro.

Prospettive positive sull’oro le segnala nel suo ultimo report di fine giugno  il World Gold Council. “Storicamente l’oro ha sempre performato bene con l’inflazione alta”, si legge nel report. I dati del Council dicono che negli anni in cui in Usa l’inflazione ha superato il 3% il prezzo dell’oro è salito in media del 14%. Negli anni in cui l’inflazione americana è stata, come media annua, sopra il 5%, l’oro ha guadagnato il 25%. “La nostra analisi – si legge nel report – suggerisce che nei periodo di inflazione causata dalla crescita delle materie prine, l’oro inizialmente non sale come le altre commodity, ma le insegue e le supera nei successici 12-18 mesi”.

Il report del World Gold Council fa un’altra importante sottolineatura sul timing con cui si muove l’oro, in particolare in relazione alle decisioni di politica monetaria. “L’analisi storica mostra che l’oro performa peggio dei mercati finanziari nei mesi che precedono l’avvio del ciclo dei rialzi dei tassi da parte della Fed, ma poi sovraperforma in maniera significativa nei mesi successivi al primo rialzo dei tassi”.

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