Obbligazioni, come gestire la duration in modo dinamico in periodi di alta volatilità

La volatilità resta il tratto distintivo dei mercati finanziari, sospesi tra incertezze geopolitiche, dinamiche economiche e pressioni inflazionistiche. In questo scenario mutevole, la gestione della duration dei portafogli obbligazionari non può più essere statica ma richiede un approccio flessibile, capace di adattarsi a cicli più brevi e a rischi sempre più complessi.
Indice dei contenuti
I fattori che destabilizzano i mercati
Negli ultimi anni i mercati finanziari si siano trasformati in vere e proprie montagne russe, segnati da una volatilità che sembra destinata a restare. Secondo Matthew Rees, Head of Global Bond Strategies di L&G, osserva come, la tendenza verso tassi d’interesse più elevati, spinta dal rialzo dei prezzi, rappresenta un problema concreto per gli investitori obbligazionari.
Rees sottolinea che la flessibilità è essenziale per cogliere opportunità e mitigare i rischi nei diversi segmenti del reddito fisso. I titoli di Stato possono offrire protezione in caso di recessione, mentre obbligazioni con crediti più rischiosi risultano redditizie in contesti di crescita, ma vulnerabili a downgrade e default. Gli emergenti, invece, propongono rendimenti aggiuntivi a fronte di rischi politici e geopolitici che, in caso di tensioni globali, possono tradursi in contrazioni pesanti.
Analizzando dieci anni di dati, L&G evidenzia forti differenze nelle performance dei vari mercati obbligazionari in contesti di tassi alti o bassi. IL grafico sottostante mostra come i gap di rendimento abbiano toccato picchi del 15% in anni caratterizzati da bassi tassi, contro minimi del 5% in fasi opposte. Da qui deriva l’indicazione che un approccio agnostico e pragmatico, aperto a tutte le aree del mercato, può risultare più prudente rispetto a strategie focalizzate su singoli settori o geografie.
Il rischio della duration
Il tema dei tassi d’interesse resta il principale fattore di rischio per chi investe nel reddito fisso. Esporsi troppo a bond a lunga scadenza, osserva Rees, può rivelarsi redditizio nel lungo periodo, ma altrettanto pericoloso in fasi di forte volatilità. L’analisi condotta da L&G evidenzia come negli ultimi dieci anni la duration sia stata uno dei fattori più determinanti della volatilità dei rendimenti, in alcuni casi persino oltre il rischio di credito.
I titoli con scadenze ultra lunghe sono particolarmente esposti: qui l’andamento dei tassi contribuisce ai rendimenti finali in maniera preponderante. Con inflazione ostinata sopra i target, spesa pubblica in crescita e scenari macroeconomici incerti, i mercati dei titoli di Stato restano vulnerabili, soprattutto sul fronte duration.
Un ulteriore elemento di riflessione arriva dai dati raccolti tra il 2002 e luglio 2025: nel 42% dei casi, spread creditizi e rendimenti governativi hanno mostrato lo stesso andamento, smentendo l’idea che la duration rappresenti sempre una protezione dal rischio di credito. Ciò rafforza, secondo L&G, la necessità di una gestione dinamica di questo parametro, che fino al 2021 poteva essere trattato con un approccio “buy and hold”, ma che oggi richiede un monitoraggio continuo e un’integrazione più attenta con asset rischiosi.
Flessibilità come strategia
In un mondo caratterizzato da cicli economici più brevi e maggiore imprevedibilità, la chiave, conclude Rees, è non porsi limiti. Considerare un set di opportunità più ampio nel reddito fisso, diversificare per generare guadagni da più fonti e soprattutto gestire la duration in modo dinamico sono passaggi essenziali per affrontare i mercati dei prossimi anni.
Secondo L&G, la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti dei tassi e delle condizioni globali determinerà il successo delle strategie obbligazionarie. La gestione flessibile della duration non è più una semplice opzione, ma una condizione necessaria per mantenere la rotta in un contesto destinato a restare instabile.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
