Oracle, l’occasione nascosta nella tempesta tech

Nonostante il recente storno in Borsa, il titolo piace sempre di più agli analisti: backlog record, domanda esplosiva per il cloud AI e stime di crescita in accelerazione. Con un potenziale di rialzo del 51%, Oracle resta una delle scommesse più interessanti tra le Big Tech americane.
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Il ribasso che diventa un’opportunità
La seduta di giovedì 13 novembre ha trascinato al ribasso l’intero comparto tecnologico americano, con il Nasdaq in calo del 2,29%. Oracle non si è salvata: il titolo ha perso il 4%, scivolando a 217,5 dollari. Eppure, dietro al recente arretramento si nasconde una storia che continua ad affascinare analisti e investitori istituzionali, convinti che il gruppo guidato da Larry Ellison rimanga uno dei protagonisti più promettenti della rivoluzione dell’intelligenza artificiale.
Dall’inizio dell’anno le azioni Oracle segnano comunque un rialzo del 30%. E se il mercato oggi sembra concentrarsi sui timori relativi ai margini e alla complessità di alcune strutture di finanziamento, gli analisti guardano oltre la volatilità.
Il punto di svolta risale allo scorso 10 settembre, quando il gruppo ha rivelato che il portafoglio ordini contrattualizzati — il famoso backlog — è più che triplicato nel primo trimestre fiscale, arrivando a 455 miliardi di dollari. Un balzo che riflette la domanda esplosiva di server AI in cloud, un segmento in cui Oracle sta guadagnando terreno a velocità sorprendente.
Da quel picco, il titolo ha perso oltre il 30%, con ben 15 sedute negative nelle ultime 20 giornate di Borsa. Ebbene, per molti analisti questa debolezza rappresenta un punto d’ingresso interessante. Mizuho Securities, per esempio, continua a vedere in Oracle una delle scommesse più solide sul cloud AI. Nel suo ultimo report, l’analista Siti Panigrahi sottolinea come il gruppo sia “ben posizionato per superare le attese” già nei risultati del secondo trimestre, in arrivo a dicembre.
La domanda di capacità di calcolo continua ad accelerare
Indicazioni incoraggianti arrivano anche indirettamente dal mercato. CoreWeave, uno dei principali concorrenti nei servizi di calcolo AI, ha comunicato un ritardo nello sviluppo di un data center a causa di problemi nella supply chain, notizia che ha trascinato in basso anche Oracle. Ma, allo stesso tempo, CoreWeave ha confermato che la domanda di capacità GPU continua ad accelerare, rafforzando la tesi di una crescita strutturale del cloud AI — un vento che soffia fortissimo nelle vele di Oracle.
Inoltre, CoreWeave ha ribadito la flessibilità delle proprie infrastrutture GPU, una caratteristica che coincide con la strategia di Oracle: costruire cluster ad altissima densità che possono essere riprogrammati e riallocati con facilità, riducendo il rischio di capacità inutilizzata.
L’entusiasmo degli analisti è confermato dai numeri. Su 46 case di investimento monitorate da FactSet, 32 consigliano l’acquisto, mentre solo due suggeriscono la vendita. Il target price medio è di 344 dollari, che implica un potenziale di rialzo del 51%: il più alto tra le Big Tech americane coinvolte nell’AI. Per confronto, Nvidia offre un upside stimato intorno al 23%, Microsoft e Amazon si muovono su valori simili, mentre Alphabet si ferma a circa +13%.
Multipli elevati, ma non eccessivi
Gli argomenti a supporto non mancano. Secondo il consensus, Oracle chiuderà l’esercizio in corso (a maggio) con ricavi in crescita del 17% a quota 67 miliardi di dollari. La progressione è destinata ad accelerare: +24% nel 2026, mentre l’utile è atteso salire del 15% quest’anno e del 28% nel successivo, fino a toccare gli 18,4 miliardi nel 2027. Numeri che, rapportati alle valutazioni attuali, raccontano di un titolo scambiato a 44 volte gli utili stimati per il 2026 e 34 volte quelli del 2027: multipli elevati, ma tutt’altro che eccessivi nel panorama tech statunitense, dove aziende con crescite comparabili viaggiano spesso su valutazioni molto più generose.
Per tornare a correre, però, Oracle dovrà dimostrare di saper trasformare la domanda AI in margini robusti. Come ricorda Phillip Securities, gli investitori attendono maggiore visibilità sugli investimenti futuri e sulla strategia di finanziamento.
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