L’oro aggiorna i suoi record storici

Il bene rifugio per eccellenza ‘approfitta’ dei dati sull’inflazione e delle tensioni in Medio Oriente per toccare nuovi massimi storici ma la corsa all’oro potrebbe continuare anche nei prossimi mesi secondo alcuni analisti.

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La corsa all’oro

Continua la corsa all’oro sulla scia delle nuove tensioni in Medio Oriente e le attese di un prossimo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, elementi che confermano il ruolo del metallo quale bene rifugio d’eccellenza.

I prezzi spot sull’oro restano vicini ai picchi toccati ieri, a 2.265 dollari l’oncia, restando a quota 2.255, mentre il future aggiorna i suoi record storici salendo a 2.279 dollari. Di riflesso, anche il dollaro ha reagito, portandosi sui massimi da un mese e mezzo contro l’euro, con il cross sceso a 1,0733.

Il guadagno del metallo prezioso da inizio 2024 si è ampliato a +7% circa.

Inflazione e tensioni geopolitiche

L’analista di IG, Sergio Ávila, ritiene che il rimbalzo dell’oro “è stato favorito da una debole crescita rispetto al previsto dei dati sull’inflazione statunitense comunicati venerdì, che ha rafforzato le aspettative sul primo taglio dei tassi di interesse a giugno”.

L'inflazione legata ai consumi è scesa di un decimo a febbraio rispetto al mese precedente, crescendo solo dello 0,3 %, che rappresenta “un rallentamento significativo rispetto all'aumento rivisto al rialzo dello 0,4% di gennaio” e che “fornisce un'ulteriore prova di un'inflazione controllata, rafforzando la posizione della Federal Reserve di mantenere una politica monetaria prudente”, aggiunge Ávila, il quale prevede il raggiungimento di 2.312 dollari nelle prossime sessioni. I mercati ora vedono una probabilità del 60% che la Fed inizi a tagliare i tassi a giugno, con un'aspettativa di 75 punti base in riduzioni totali nel corso di quest'anno.

Da WebSim Intermonte, inoltre, ritengono che “il ‘sentiment’ favorevole agli acquisti di oro, come bene rifugio, è stato sostenuto soprattutto dalle tensioni geopolitiche: i media iraniani e siriani hanno riportato che un attacco israeliano ha colpito un edificio vicino all'ambasciata iraniana a Damasco”.

La corsa proseguirà?

Il balzo di queste ore potrebbe non rappresentare l’ultimo massimo storico per l’oro secondo Aakash Doshi, responsabile della ricerca sulle materie prime di Citi per il Nord America.

La corsa potrebbe portare il metallo giallo a 2.300 dollari l’oncia nella seconda metà del 2024, prevede Doshi, evidenziando la relazione inversa dei prezzi dell’oro con i tassi di interesse.

Quando il costo del denaro scende, il metallo giallo diventa più attraente rispetto agli asset a reddito fisso come le obbligazioni, che generano rendimenti più deboli in un contesto di bassi tassi di interesse. 

Nuovi massimi per l’oro nella seconda metà dell’anno previsti anche dagli analisti di Macquarie, che, pur riconoscendo che gli acquisti fisici di oro hanno dato una spinta ai prezzi, in un recente report hanno attribuito la recente impennata dei prezzi di 100 dollari a “significativi acquisti di future”.

Se “le banche centrali hanno acquistato livelli storici di oro negli ultimi due anni, queste continueranno ad essere forti acquirenti anche nel 2024”, prevede Shaokai Fan, responsabile globale delle Banche centrali del World Gold Council. Questi acquisti hanno rafforzato i prezzi del metallo giallo, nonostante gli alti tassi di interesse e il dollaro forte. “Nell’ultimo decennio, Russia e Cina sono stati i due maggiori acquirenti. Tuttavia, negli ultimi anni gli acquisti delle banche centrali si sono diversificati”, ha puntualizzato Doshi.

Infine, l’analista e gestore Rashad Hajiyev prevede una corsa per i prossimi: “l’oro prenderà una pausa tra maggio e giugno per consolidare i guadagni, con un rally parabolico finale che lo porterà a 2.700-3.000 dollari entro agosto-settembre 2024”.

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