Oro in ripresa e il rally potrebbe ripartire secondo analisti

La recente correzione dei prezzi del bene rifugio per eccellenza potrebbe rappresentare un’occasione d’acquisto considerando che la vetta massima delle quotazioni non sarebbe ancora stata raggiunta.
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Prezzi dell’oro in ripresa
La fine della ‘folle’ corsa dell’oro delle scorse settimane sembrava essersi fermata dopo che i prezzi avevano sfiorato i massimi storici di 4.400 dollari l’oncia per poi virare in negativo e scendere nuovamente sotto quota 4 mila dollari.
La correzione era stata “utile a raffreddare l’eccessivo entusiasmo che si era accumulato tra gli investitori”, sostengono gli analisti di MPS Capital Services.
Questa mattina, dopo il calo di ieri dei mercati, il bene rifugio per eccellenza torna a crescere e il prezzo spot sale a 3.971 dollari (+1%) e il future si porta a 3.981 dollari (+0,50%). Positivo anche l’argento, a 47,63 dollari (future).
Un’occasione di acquisto
Un sondaggio di Bank of America rivela che ad ottobre il ‘long gold’ era stato indicato dai gestori come il “trade più affollato”, superando addirittura gli acquisti sui titoli dei ‘Magnifici 7’ (Amazon, Apple, Alphabet, Nvidia, Tesla, Microsoft e Meta), e la recente correzione ha ripulito il mercato dagli eccessi speculativi, riportando così le quotazioni a livelli più sostenibili.
Dal massimo di ottobre, sottolineano da MPS Capital Services, il prezzo ha perso circa il 10% e il calo potrebbe estendersi fino al 15-20% se dovesse continuare la normalizzazione dei flussi. Tuttavia, storicamente, nei cicli rialzisti dell’oro correzioni di questa portata non hanno mai interrotto il trend di lungo periodo.
Il modello multifattoriale elaborato da MCS stima un fair value attorno ai 3.100 dollari l’oncia, con una fascia di sopravvalutazione fino a circa 3.400 dollari. Considerando i prezzi attuali, l’oro appare quindi sopra i livelli “giusti”, ma la correzione in corso potrebbe rappresentare un’occasione per chi intende inserirlo o rafforzarlo in portafoglio.
Vetta ancora non raggiunta
Secondo James Luke, Fund Manager di Schroders, “il mercato ha subìto una correzione naturale, nell’ambito di un mercato rialzista pluriennale", e l’esperto non vede “un valido confronto tra la situazione attuale e quella del 2011", quando l’oro entrò in un lungo declino.
Luke ritiene che il recente storno era dovuto ad un rally eccessivamente rapido avvenuto nei mesi precedenti, innescato da un ampliamento della partecipazione, e ad un momentaneo squilibrio nel mercato dell’argento. Anche l’assenza di dati economici Usa, causata dallo shutdown iniziato il primo ottobre, ha contribuito all’incertezza.
“Continuiamo a ritenere che questo mercato rialzista sia incomparabile rispetto ai precedenti in termini di ampiezza e profondità della domanda monetaria potenziale”, prosegue Luke, paragonando l’attuale fase del mercato a una scalata dell’Everest. “Pur essendo già ben avviati nella scalata, abbiamo ancora una lunga strada da percorrere prima di raggiungere la vetta”.
Alla base di questa valutazione c’è l’opinione di Luke secondo la quale i trend fiscali e geopolitici non si siano ancora stabilizzati e i capitali interessati all’oro non hanno ancora esaurito il loro potenziale. Entrambe queste dinamiche “non sono risolte”, spiega l’esperto, comprendendo tra i trend geopolitici il passaggio a un ordine multipolare e le tensioni tra USA e Cina, mentre per trend fiscali intente “l’aumento del debito e alla deriva verso il dominio fiscale".
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BNP Paribas
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