Ottimismo UBS: alzato target price sull’S&P500 e prevede maggiori utili nel 2026

Gli analisti assegnano allo sviluppo dell’intelligenza artificiale un ruolo chiave nella crescita attesa per l’indice ma avvisano che resta la minaccia della guerra commerciale.
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UBS rialzista sull’S&P500
Mentre impazza nuovamente la guerra commerciale con le nuove minacce di Donald Trump, UBS si dice ottimista per quanto riguarda l’andamento dell’S&P500 nel 2025 e nel 2026.
Il broker ha aumentato le sue previsioni sull’indice, portando il suo target price a 6 mila dai 5.800 punti previsti precedentemente. Alla riapertura dei mercati oggi, l’S&P 500 ha aperto a 5.679,20 punti e rispetto al target UBS, la differenza è di 320,8 punti, che corrisponde a un potenziale rialzo del 5,65% rispetto ai livelli attuali
Per il 2026, inoltre, anche le previsioni sono ‘bullish’: il nuovo obiettivo fissato è pari a 6.400. "Crediamo ancora che il mercato rialzista sia intatto e che le azioni possano continuare a salire nel corso del prossimo anno", prevedono gli strategist di UBS.
L’aumento delle previsioni sull’utile per azione
L'aggiornamento riflette una revisione della previsione degli utili per azione (EPS), aumentate per il 2025 a 260 dollari, rispetto alla precedente stima di 250 dollari, e ha previsto un EPS per il 2026 di 280 dollari, rispetto alla precedente attesa di 275 dollari.
David Lefkowitz, responsabile del settore azionario statunitense, ha attribuito questi cambiamenti a una stagione degli utili del primo trimestre migliore del previsto e a aspettative leggermente più elevate per la crescita del PIL nella seconda metà dell'anno.
"Con il rapporto prezzo-utili (P/E) forward dell’S&P 500 ora superiore a 21x, sembra che gli investitori stiano già prezzando una sostanziale de-escalation nelle frizioni commerciali", spiega Lefkowitz.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
La ricerca di UBS attribuisce all’intelligenza artificiale (AI) un ruolo chiave nella crescita attesa dell’S&P 500, grazie a investimenti record, miglioramento della monetizzazione e impatto positivo sugli utili delle grandi aziende tecnologiche.
In particolare, sottolineano gli analisti, il rally trainato dall’AI ha sostenuto due anni consecutivi di forti ritorni per il Nasdaq Composite, con un +28% nel 2024. Il gruppo delle ‘Magnificent 7’ (Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet, Meta, Nvidia, Tesla) ha rappresentato oltre metà dei guadagni dell’S&P 500 nel 2024.
I ‘Big 4’ (Alphabet, Microsoft, Amazon, Meta) potrebbero aumentare la spesa in capitale (capex) legata all’AI del 51% anno su anno nel 2024, arrivando a 224 miliardi di dollari, e di un ulteriore 25% nel 2025, fino a 280 miliardi di dollari.
Per il futuro, la monetizzazione dell’AI è destinata a migliorare sensibilmente nel 2025, con una crescita degli utili prevista al 25% per il settore tecnologico.
Aumentano anche gli investimenti nella nuova tecnologia: l’accelerazione del cloud e l’adozione diffusa dell’AI nei vari settori continueranno a sostenere il mercato azionario, riducendo il divario tra investimenti e ricavi.
Nel medio termine, UBS si aspetta che l’arrivo di agenti AI più “utili” rafforzi ulteriormente i ritorni sugli investimenti e che l’AI continui a trasformare i settori, generando valore economico significativo.
L’impatto dei dazi
Tra i rischi individuati da UBS c’è quello derivante dai dazi, considerando che quelli introdotti da Trump sono stati più severi del previsto e hanno avuto un impatto negativo sul sentiment di mercato e sulle prospettive di crescita economica negli Stati Uniti. UBS prevede un rallentamento dell’economia USA nella seconda metà del 2025, attribuendo parte della responsabilità proprio ai dazi, soprattutto su prodotti cinesi e, in misura minore, europei.
Pertanto, il broker ha rivisto al ribasso le stime di crescita del PIL USA per il 2025 (dal 2% all’1,5%), proprio a causa dell’impatto negativo dei dazi e delle tensioni commerciali, e avverte che il rischio per le previsioni dell’S&P 500 è ora “chiaramente orientato al ribasso”. Viene anche sottolineato che la volatilità di mercato potrebbe aumentare se le tensioni dovessero proseguire o intensificarsi.
Ma non è tutto. UBS indica che, se i dazi dovessero essere mantenuti o aumentati, potrebbero esserci ulteriori revisioni negative sulle stime di crescita e sugli utili delle aziende dell’S&P 500, mentre una riduzione o una soluzione negoziata delle tensioni potrebbe invece migliorare lo scenario.
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