Outlook investimenti 2026, le nuove sfide secondo Goldman Sachs

19/11/2025 13:45
Outlook investimenti 2026, le nuove sfide secondo Goldman Sachs

L’anno che si avvicina si presenta come uno dei più complessi dell’ultimo decennio per chi investe. L’intelligenza artificiale alimenta l’ottimismo, mentre geopolitica, politiche monetarie divergenti e nuovi equilibri commerciali creano un mosaico globale difficile da decifrare. Il 2026 si annuncia come un esercizio di lettura attenta dei catalizzatori di crescita nei mercati pubblici e privati, in un contesto in cui dispersione e selettività torneranno protagoniste.

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Uno scenario globale pieno di variabili

Il nuovo panorama degli investimenti si muove in mezzo a forze che spingono in direzioni opposte, tra innovazione tecnologica e incertezze macro. Come si legge nel report pubblicato da Goldman Sachs Asset Management, dal titolo “Seeking Catalysts Amid Complexity”, l’IA continua a sostenere il sentiment degli investitori, mentre un nuovo ordine commerciale, i rischi fiscali e un contesto geopolitico in trasformazione delineano uno scenario complesso per il 2026.

Goldman Sachs AM individua una serie di temi chiave che spaziano dai mercati pubblici a quelli privati. L’analisi evidenzia come dispersione, diversificazione globale e approcci misti tra strategie fondamentali e quantitative potrebbero risultare determinanti. Allo stesso tempo, nel reddito fisso, la rotazione lungo le curve e la diversificazione della duration offrono margini per interpretare segnali macro non sempre coerenti. Anche nei privati emergono nuove direttrici, tra cui infrastrutture legate all’IA e alla transizione energetica.

Alexandra Wilson-Elizondo, Global Co CIO of Multi Asset Solutions di Goldman Sachs Asset Management, sottolinea come politiche monetarie, tensioni geopolitiche e trasformazioni strutturali definiranno il quadro macro del 2026. Le opportunità non mancano, ma richiedono un approccio diversificato e multi asset.

Public markets, tra IA, geopolitica e nuove leadership

La scena dei mercati pubblici americani rimane in movimento. I Magnificent 7 continuano ad ampliare la propria quota di mercato grazie a core business solidi e reinvestimenti strategici. L’adozione dell’IA resta un pilastro, con hyperscaler come Amazon, Google, Meta, Microsoft e Oracle destinati a mantenere livelli elevati di spesa tecnologica. Secondo Sung Cho, Co Head of Technology Investing di Goldman Sachs AM, l’IA si sta diffondendo anche oltre i colossi, aprendo spazi in automazione, customer engagement e operational intelligence.

Nel segmento delle small cap emergono prospettive positive in difesa, tecnologia, consumer e healthcare. Come ricorda Greg Tuorto, Portfolio Manager di Goldman Sachs AM, volatilità e rischi di liquidità richiedono selezione qualificata per identificare i player ad alto potenziale in un contesto ricco di entusiasmo tematico.

In Europa si profilano nuovi investimenti in capex grazie a flessibilità fiscale e reindustrializzazione. I settori difesa, energia e finanziari potrebbero mantenere un ritmo sostenuto, mentre un miglioramento nei segmenti più deboli sarà determinante per un progresso esteso del mercato. Le strategie quantitative, spiega Osman Ali, Global Co Head of Quantitative Investment Strategies di Goldman Sachs AM, aiutano a interpretare le inefficienze tipiche dei mercati europei attraverso un approccio diversificato.

Il Giappone continua a beneficiare di inflazione moderata, politica monetaria stabile e possibili interventi fiscali del governo Takaichi. I megatrend globali, tra cui IA e semiconduttori, rafforzano ulteriormente la dinamica. Le valutazioni superano le medie storiche, ma crescita degli utili e riforme corporate sostengono l’ottimismo, con attenzione alle variabili politiche e valutarie.

Nei mercati emergenti, il 2025 è stato un anno favorito da dollaro debole, petrolio in calo, pressioni inflazionistiche in allentamento e politica accomodante della Fed. Per il 2026 il potenziale resta solido, soprattutto considerando che i loro multipli scambiano con uno sconto vicino al 40% rispetto ai titoli statunitensi.

Reddito fisso, la sfida delle banche centrali e il nuovo ciclo del credito

Il reddito fisso entra nel 2026 con variabili rilevanti da interpretare. Come osserva Kay Haigh, Co CIO of Fixed Income di Goldman Sachs AM, le opportunità non mancano ma richiedono una gestione dinamica del portafoglio per bilanciare segnali macro a breve termine, incertezze fiscali negli Stati Uniti e l’impatto degli investimenti legati all’IA.

Sul fronte della politica monetaria, lo scenario presenta divergenze. La debolezza del mercato del lavoro statunitense apre spazio a due tagli dei tassi da parte della Fed nel 2026. La BCE potrebbe mantenere una posizione stabile, mentre la BoE valuta tagli a dicembre, sostenuta da un miglioramento dell’inflazione e da un mercato del lavoro fragile. Il Giappone, con crescita robusta e inflazione elevata, si avvia verso un probabile rialzo dei tassi.

Le opportunità di carry emergono nel segmento dei titoli, con particolare attenzione alle tranche AAA delle collateralized loan obligation e ai titoli con rating BBB. Anche il credito high yield si presenta come possibile fonte di reddito, sostenuto da una domanda solida e condizioni finanziarie più favorevoli.

Sul fronte del ciclo del credito, gli investitori dovranno monitorare i segnali tipici delle fasi finali, insieme all’effetto che deregolamentazione e minore incertezza politica potrebbero esercitare sulla leva finanziaria, con potenziali rischi di downgrade. Haigh sottolinea che un ridimensionamento degli investimenti nell’IA o un indebolimento del mercato del lavoro potrebbero costituire un campanello d’allarme per un hard landing globale.

Private markets, tra nuove opportunità e selettività

Il panorama dei mercati privati evidenzia dinamiche in evoluzione. Nella seconda frase si inseriscono le considerazioni di Michael Bruun, global co Head of Private Equity di Goldman Sachs AM, che descrive come un contesto più costruttivo per deal ed exit possa generare maggiore dispersione nei rendimenti. La creazione di valore e la resilienza operativa diventano punti centrali, con i player più solidi capaci di attirare acquirenti strategici e capitali dal pubblico.

Nel private equity, gli LP dispongono di dati più ricchi per analizzare i track record dei gestori. Secondo Harold Hope, Global Head of Vintage Strategies di Goldman Sachs AM, i fondi secondari e i continuation vehicle continueranno a giocare un ruolo chiave nel garantire liquidità durante il processo di smaltimento dell’arretrato delle exit.

Il venture capital e il growth equity offrono nuove opportunità agli investitori dotati di dry powder, che possono accedere a società leader un tempo precluse per via delle valutazioni elevate. Il trend di aziende che rimangono private più a lungo consolida la domanda di round di finanziamento orientati alla crescita.

Nel private credit, un miglioramento delle operazioni di M&A alimenta la richiesta di finanziamenti. Secondo James Reynolds, Global Co Head of Private Credit di Goldman Sachs AM, il segmento mantiene un valore interessante, con rendimenti più elevati rispetto ai mercati pubblici e tassi di default inferiori ai syndicated loan. In caso di un eventuale ciclo creditizio, pipeline solide ed esperienza nei cicli passati potranno fare la differenza.

Nel real estate emerge un possibile rilancio alimentato da ulteriori tagli dei tassi. Le transazioni riprese nel 2025 potrebbero accelerare nel 2026 grazie alla liquidità dei mercati finanziari e alla necessità di generare distribuzioni. Come ricorda Jim Garman, Global Head of Real Estate di Goldman Sachs AM, le valutazioni si sono stabilizzate e il sentiment appare in miglioramento, con selezione settoriale e degli asset in primo piano.

Infine, nelle infrastrutture la digitalizzazione resta centrale ma non unica. L’economia circolare, tra rifiuti, acqua e riciclo, offre servizi essenziali meno esposti alle oscillazioni macro. Secondo Tavis Cannell, Global Head of Infrastructure di Goldman Sachs Alternatives, IA, energia, commercio globale e ammodernamento delle infrastrutture obsolete delineano un’ampia gamma di opportunità, in particolare nel mid market dove la active ownership può generare valore considerevole.

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