Panico Silvergate dopo la bancarotta di FTX


Il titolo di Silvergate è crollato del 42% ieri a Wall Street dopo che gli investitori sono corsi a ritirare i loro depositi intimoriti dal collasso di FTX visto il legame stretto tra le due società.


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Silvergate in crisi

Tutto era iniziato con la bancarotta di FTX, scatenando una serie effetto a catena per il business legato alle criptovalute e questa volta è il turno di Silvergate, società fornitrice di infrastrutture finanziarie al mondo degli asset digitali, di cui FTX era cliente.

Il panico scatenato dalla crisi di FTX ha ridotto i depositi di Silvergate, ridotti a 3,8 miliardi di dollari dai precedenti 11,9 miliardi, e costretto la società americana ad annunciare un taglio da 200 dipendenti, pari al 40% della sua forza lavoro.

Silvergate, infatti, negli ultimi anni si era trasformata da piccolo istituto finanziario locale in una importante banca di criptovalute, risultando fondamentale nel fornire servizi all’universi di Sam Bankman-Fied, fondatore della stessa FTX.

La notizia affondava le azioni di Silvergate ieri Wall Street con un -42,73% (-5% nell’Afterhours) a 12,57 dollari, trascinando con sé anche alcune società attive nel settore come Robinhood (-2,99%), Block (-2,40%), Signature Bank (-6%) e CoinBase (-11%).

Crisi di fiducia

La notizia è stata diffusa dalla stessa Silvergate ieri in una nota, nella quale si spiegava che “l’eccesso di indebitamento ha provocato diverse bancarotte di alto profilo”, scatenando “una crisi di fiducia nell’ecosistema e spinto molti attori dell'industria a una posizione di avversione al rischio nelle piattaforme di trading di asset digitali”.

Il settore delle criptovalute, in particolare, ha sperimentato un “significativo eccesso di leva finanziaria che ha iniziato a sgretolarsi” lo scorso anno, spiegava l’amministratore delegato Alan Lane, citando il crollo di società come Celsius, Voyager e Three Arrows Capital.

Le mosse

Per cercare di ‘mettere una toppa’ a questa situazione, il management di Silvergate ha liquidato nel trimestre bond per 5,2 miliardi di dollari, registrando una perdita di 718 milioni.

Si tratta di una scelta finalizzata “ad assicurare il mantenimento di liquidità allo scopo di soddisfare la potenziale uscita di depositi e manteniamo una posizione cash in eccesso rispetto ai depositi collegati ad asset digitali”, dichiarava Lane.

A questo punto, la società ha dichiarato di detenere al 31 dicembre 4,6 miliardi di liquidità, “in eccesso” rispetto ai 3,8 miliardi di dollari di depositi rimanenti, e 5,6 miliardi di bond governativi americani garantiti da governo e agenzie del paese, da vendere “in parte” entro l’inizio di quest’anno.

La crisi ha spinto, inoltre, a porre fine ai piani di Silvergate per il lancio di una nuova valuta digitale e nel quarto trimestre la società si accollerà un onere di svalutazione di 196 milioni di dollari collegato alle attività di pagamento blockchain acquistate da Diem, il progetto di pagamento crittografico targato Meta.

Bancarotta FTX

Tutto iniziò nel novembre 2022 quanto FTX presentava istanza di fallimento dopo un ammanco di 8 miliardi di dollari e le accuse di sottrazione di miliardi di dollari di fondi dei clienti.

Le accuse arrivarono anche da tre senatori statunitensi, che in una lettera chiedevano a Silvergate di spiegare il suo ruolo nel facilitare i trasferimenti da FTX.

Gli stessi senatori dichiararono successivamente al Wall Street Journal che un conto presso Silvergate risultava essere “al centro” del collasso di FTX.

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