Petrolio ancora in rialzo dopo l’OPEC+ e analisti sempre rialzisti

Petrolio ancora in rialzo dopo l’OPEC+ e analisti sempre rialzisti

L’Organizzazione dei Paesi Produttori e i suoi alleati hanno prolungato fino alla fine del 2024 i tagli alla produzione già decisi nei mesi scorsi e l’Arabia Saudita potrebbe ridurre ancora un altro milione di barili di petrolio, decisione che potrebbe sostenere ancora i prezzi secondo gli analisti.

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Petrolio ancora al rialzo

Petrolio sempre protagonista dopo il taglio della produzione deciso ieri dall’Opec+ per il 2024 che aveva provocato una fiammata dei prezzi, poi raffreddatasi.

Questa mattina il greggio WTI del Texas arriva a guadagnare il 2% a 73,20 dollari dopo il massimo di 74,20 toccato ieri sera, mentre il Brent resta sopra quota 77,50 dollari (+1,80%), non lontano dal picco di 77,86 raggiunto questa mattina.

Inizio di settimana che ha visto i titoli petroliferi avvantaggiarsi dello scatto del petrolio e a Milano spiccano Tenaris (+1,7%), (Saipem +1,6%) e Eni (+1,5%), tutte in crescita nonostante un Ftse Mib piatto e tra le migliori anche in Europa seguite da Shell, Repsol e BP, tutte a +1%.

La decisione OPEC+

Ieri l’Organizzazione dei Paesi Produttori allargata ai suoi alleati (OPEC+) ha deciso di prolungare gli attuali tagli produttivi alla produzione di petrolio da 3,6 milioni di barili a tutto il 2024, valutando anche un’ulteriore riduzione di 1 milione di barili da parte dell’Arabia Saudita.

Pertanto, si conferma il tetto produttivo di 40,46 milioni di barili al giorno fino al 31 dicembre 2024, comprensivo di un taglio pro-quota di 2 milioni (deciso a maggio) a cui si aggiungono 1,6 milioni attuato dall’Arabia Saudita per effetto della sua maggiore capacità aggiuntiva (spare capacity), mentre la Russia ha accettato il prolungamento del suo taglio da 500 mila barili.

La decisione è stata presa “alla luce dell’impegno dei paesi OPEC e non OPEC a raggiungere e sostenere un mercato petrolifero stabile e fornire una guidance di lungo termine per il mercato”, si legge nel comunicato finale, e in linea “con l’approccio di successo adottato dai Paesi OPEC e non OPEC ad essere prudenti, proattivi e preventivi”.

“Vogliamo dimostrare al mondo che abbiamo gli strumenti per stabilizzare il mercato petrolifero”, ha dichiarato il ministro dell’Energia saudita, Abdelaziz bin Salman”, spiegando “di non essere preoccupato per le forniture del prossimo anno”.

Infine, il gruppo ha deciso che si riunirà ogni sei mesi e il prossimo meeting si terrà il 24 novembre a Vienna.

Le previsioni degli analisti

Le decisioni dell’OPEC+ potrebbero non essere durature nel tempo secondo gli analisti di Equita Sim, i quali vedono “impatti rialzisti sui prezzi del greggio solo nel breve termine e a cifra singola in quanto il taglio deciso dall’Arabia Saudita riguarda al momento solo il mese di luglio”.

“L’Arabia Saudita ha un’esperienza consolidata nel mantenere i tagli alla produzione”, sottolinea Helima Croft di RBC Capital in una nota, “pertanto, ci aspettiamo che l’ulteriore taglio unilaterale di 1 milione di bpd su cui si è impegnata arrivi sul mercato a luglio, raddoppiando quasi l’effettiva riduzione decisa dal gruppo produttore da ottobre”.

Secondo Vivek Dhar, analista di Commonwealth Bank of Australia, i future sul Brent potrebbero “salire a 85 dollari al barile entro il quarto trimestre del 2023, anche se si tiene conto di una tiepida ripresa della domanda in Cina”.

Di riunione dell’OPEC+ “moderatamente rialzista” parlano Daan Struyven e Callum Bruce di Goldman Sachs, in quanto “compensa in parte alcuni rischi ribassisti per la previsione di prezzo di 95 dollari al barile formulata dalla banca nel dicembre 2023, tra cui un’offerta più forte del previsto da parte di Russia, Iran e Venezuela e una domanda cinese più debole del previsto”.

Secondo ANZ, con questa decisione “il potenziale per un forte rally dei prezzi del greggio è aumentato notevolmente, poiché si prevede che l’offerta si restringa in modo significativo nella seconda metà dell'anno, se la Federal Reserve statunitense sospende i rialzi dei tassi di interesse e i venti contrari macroeconomici si attenuano”.

“Gli investitori probabilmente aggiungeranno scommesse rialziste, confidando nel fatto che l’Arabia Saudita e l’OPEC forniranno un sostegno nel caso in cui il mercato dovesse incontrare ostacoli”, secondo Daniel Hynes e Soni Kumari di ANZ, i quali mantengono la loro previsione di 100 dollari al barile per il Brent.

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