Il petrolio ‘respira’ dopo lo shock da Omicron. Attesa per il vertice dell’Opec+

Il greggio torna sopra quota 70 dollari al barile dopo il calo della settimana scorsa causato dall’abbattersi della variante sudafricana di coronavirus.
Proprio Omicron sarà al centro dell’attenzione del meeting dell’Opec+ di giovedì, convocato mentre molti importanti paesi consumatori di petrolio hanno rilasciato le loro riserve strategiche.
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Il rimbalzo del petrolio
Dopo il crollo arrivato nel Black Friday sui mercati, il petrolio cerca oggi il recupero e sembra aver superato lo shock delle preoccupazioni circa i rischi derivanti dalla variante sudafricana del coronavirus, chiamata Omicron.
Se proprio la nuova variante aveva fatto scendere i future sul greggio WTI a 68 dollari (-11%) nella giornata di venerdì, calo maggiore per il greggio dall’aprile 2020, il recupero di oggi porta nuovamente le quotazioni a 71,70 dollari al barile grazie al balzo odierno del +5%.
Trend positivo che trascina con sé anche le azioni delle società del settore petrolifero di Milano, con Eni, Tenaris, Saipem e Saras particolarmente brillanti a Piazza Affari.
L’Opec+ rinvia le riunioni tecniche
La variante Omicron resta al centro dell’attenzione dei Paesi esportatori di petrolio e dei suoi alleati (Opec+), in vista del prossimo meeting previsto per il 2 dicembre.
Proprio per valutare meglio gli effetti della nuova variante sui mercati petroliferi mondiali, l’Opec+ ha deciso di rinviare alcune riunioni tecniche.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, la riunione del comitato tecnico congiunto è stata spostata a mercoledì, mentre era prevista per oggi, mentre il comitato di controllo ministeriale congiunto si riunirà giovedì invece di martedì.
“Abbiamo bisogno di più tempo per capire cosa sia questa nuova variante e se sarà necessario reagire e in che modo”, dichiarava all’agenzia una fonte dell’Opec+.
Il meeting di giovedì
Il nuovo meeting dei paesi produttori arriva dopo la mossa decisa da USA, Cina, Regno Unito, Giappone e India di rilasciare le riserve di petrolio con il fine di ridurre i prezzi dell’energia.
Secondo molti analisti, l’Opec+ avrebbe potuto rispondere a questa mossa rallentando i rialzi della produzione decisi negli scorsi vertici, ma l’arrivo della nuova variante ha cambiato lo scenario complessivo e per questo motivo l’organizzazione potrebbe prendere tempo nel decidere nuove strategie.
La riunione di giovedì resta comunque importante, con l’aumento dell’output pari a 400 mila barili al giorno decisa dai produttori che viene ritenuta insufficiente anche alla luce dell’aumento della domanda arrivato grazie alle riaperture delle economie.
Nel caso in cui i paesi dell’Opec+ dovessero considerare non determinante per la domanda la nuova variante, questi potrebbero dare il via ad una rappresaglia verso i paesi consumatori che hanno deciso di rilasciare le riserve di petrolio, con una nuova riduzione dell’output che impatterebbe pesantemente sui prezzi dei carburanti, sulla spesa per il riscaldamento e una nuova fiammata dell’inflazione condizionerebbe anche le politiche monetarie delle banche centrali.
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