Piazza Affari si smarca da Wall Street

I timori sulla frenata dell’economia degli Stati Uniti, riaffiorati ieri nei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve, stanno condizionando la borsa degli Stati Uniti, non quelle del resto del mondo. Mercati obbligazionari poco mossi, prosegue la discesa del dollaro. Torna su il petrolio. Il governo annuncia i nomi dei vertici delle principali società pubbliche quotate, la vera sorpresa è Flavio Cattaneo all’Enel. Lusso, L.V.M.H. inizia il trimestre con un boom di vendite
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Mentre in Europa la borsa di Parigi segna nuovi record e Piazza Affari è arrivata ad un passo dai massimi degli ultimi cinque anni, Wall Street resta indietro: il Nasdaq (-0,8%) ha chiuso in calo la terza seduta consecutiva di ribasso.
I dati sull’inflazione diffusi prima dell’avvio delle contrattazioni, avevano inizialmente spinto all’insù i tech, ma il movimento si è spento nel giro di un paio di ore. Il +5% del dato complessivo sul carovita, ha fornito ulteriori rassicurazioni sul trend calante, ma il sia pur lieve aumento delle componenti più vischiose porta ad escludere la possibilità di uno stop al rialzo dei tassi. Ieri pomeriggio, il presidente della Federal di Richmond, Thomas Barkin ha detto alla CNBC che la banca centrale non ha finito il lavoro. L’uscita dei verbali della riunione della Fed di marzo, ha spinto gli indici di borsa sui minimi della seduta. Stamattina le borse dell’Europa dovrebbero aprire intorno alla parità, il future del Dax di Francoforte è invariato. Sono poco mosse le borse dell’Asia Pacifico.
Alibaba è in calo per il secondo giorno consecutivo a Hong Kong. Il Financial Times ha rivelato che il socio di riferimento, il conglomerato finanziario giapponese, Softbank, sta smobilizzando la sua quota. Da inizio anno, le azioni vendute sono state pari a circa sette miliardi di dollari. IL quotidiano, basandosi, sulle comunicazioni obbligatorie al regolatore, ha calcolato che a Softbank è rimasta ad oggi una quota di poco meno del 4% del capitale.
VERBALI
La crisi delle banche ha influito sull'ultima decisione della Federal Reserve sui tassi d'interesse. È quanto è emerso dalle minute dell’incontro del 21-22 marzo del Fomc, l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti. Durante la riunione, i componenti hanno discusso della possibilità di tenere i tassi d'interesse invariati, decidendo alla fine di alzarli di 25 punti base.
Diversi componenti avrebbero preso in considerazione un aumento di 50 punti base, senza i problemi alle banche. In occasione di quella riunione, il Fomc ha annunciato un aumento dei tassi d'interesse - il nono consecutivo - di 25 punti base al 5%-5,25%, il livello più alto dal 2007. Prima della crisi delle banche, i componenti del Fomc avevano messo in conto un aumento dei tassi d’interesse superiore. Secondo i banchieri, gli effetti della crisi delle banche sulla crescita economica e sull'inflazione non sono chiari, è però probabile un rallentamento dell’economia.
GLI EFFETTI DELLA CRISI DELLE BANCHE REGIONALI
Che ripercussioni hanno avuto i crack di Silicon Valley Bank e Signature Bank? Goldman Sachs ha provato a dare una risposta prendendo in esame i dati settimanali relativi alle carte di credito, alle abitazioni e ai noli industriali. Ne emerge che le tensioni bancarie si sono fatte sentire sull'attività economica nelle settimane successive al disastro finanziario.
“Abbiamo riscontrato un forte calo della spesa al dettaglio core a metà marzo, nonché un ulteriore rallentamento del trasporto industriale e dell'attività edilizia”, si legge nella nota. Non emerge nulla di particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro, con il numero dei licenziamenti rimasto stabile rispetto a febbraio ed inizio marzo. Nulla da segnalare anche per le nuove richieste di partita IVA.
Il mercato delle obbligazioni non si è quasi mosso, in una giornata che si pensava avrebbe riportato su la volatilità, il decennale degli Stati Uniti è a 3,40% di rendimento. Il BTP ha chiuso a 4,20%, oggi il Tesoro mette in asta fino a 9,5 miliardi di euro di titoli a media, lunga e lunghissima durata.
Sempre più debole il dollaro, con l’euro che su porta sui livelli due mesi e mezzo fa.
Petrolio Brent in risalita, intorno ai massimi delle ultime cinque settimane. Le importazioni di greggio della Cina hanno sono tornate ai livelli precedenti i primi lock down del 2020.
TITOLI
Enel. Eni, Terna. Poste italiane, Leonardo. Sono stati nominati dal governo i nuovi vertici societari. L’unica vera sorpresa riguarda l’arrivo di Flavio Cattaneo sulla poltrona di ceo di Enel. Il nome di Roberto Cingolani, nuovo a.d. di Leonardo era già circolato sui giornali, lo stesso quello di Giuseppina Di Foggia, nuova ceo di Terna.
Lusso. Moncler. Salvatore Ferragamo. Tod’s. Brunello Cucinelli. Lvmh Moet Hennessy Louis Vuitton ha chiuso il primo trimestre 2023 con un fatturato pari a 21,04 miliardi di euro, in crescita del 17% a cambi costanti dai 18 mld dello stesso periodo del 2022. Il risultato ha battuto i 20,02 mld attesi dal consenso di FactSet grazie alla revoca delle restrizioni anti Covid-19 in Cina che ha accelerato le vendite della maison nei mercati asiatici.
Nella Cina continentale le vendite di beni di lusso e in pelle sono cresciute a doppia cifra, precisa il cfo del gruppo Jean-Jacques Guiony. Il risultato fa "ben sperare" per il resto dell'anno, prosegue il manager. Stabili, invece, le vendite ai consumatori degli Stati Uniti. Guardando poi alle singole divisioni, è quella della vendita al dettaglio, che comprende la catena di duty-free Dfs, a registrare la crescita più sostenuta, con un balzo del 28%. In questo caso, come scrive la stessa società in una nota, ha influito la ripresa del turismo internazionale, soprattutto nelle destinazioni chiavi di Hong Kong e Macau.
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