Pirelli – Brembo e il patto tutto italiano


Oggi è stato annunciato un accordo parasociale tra i soci italiani delle due società che permetterà a Camfin e a Marco Tronchetti Provera di detenere quasi il 24% dei voti all’assemblea di Pirelli.


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Il patto Pirelli - Brembo

Un patto legherà per tre anni gli azionisti di Brembo ai soci italiani di Pirelli. Si tratta dell’accordo annunciato oggi arrivato dopo le indiscrezioni delle ultime settimane circa un possibile riassetto prossimo all’arrivo circa il gruppo di pnumatici della Bicocca.

Con questo accordo, Camfin, titolare del 14,1% di Pirelli e con opzioni di un ulteriore 4,6% ha stretto un patto di consultazione con il quale Brembo, salita dal 5,2% al 6%, adeguerà il suo voto a quello della holding nel corso delle prossime assemblee degli azionisti.

Inoltre, la forza dell’accordo sale considerando che Camfin ha già un patto sul voto con Longmarch della famiglia Niu, detentrice di un ulteriore 3,68% potenziale, già contrattato con ICBC Standard Bank.

Somma totale: i soci italiani legati a Camfin e a Marco Tronchetti Provera dovrebbero già votare con quasi il 24% del capitale nel corso della prossima assemblea.

Opinioni diverse tra analisti

Alcuni analisti ritengono che l’asse alimenterà le voci di un’aggregazione industriale tra pneumatici e sistemi frenanti, mentre secondo altri si tratta di un’ipotesi improbabile o che comunque non sarebbe la soluzione migliore per la valorizzazione di Brembo.

“Riteniamo che questo accordo potrebbe aumentare la probabilità di uno scenario speculativo verso una più profonda integrazione tra le due società anche se non nel breve termine”, scrivono da Intermonte, mentre “l’interesse di Brembo in Pirelli potrebbe ridurre l’eventuale rischio di overhang su Pirelli derivante dalla potenziale uscita Sinochem smentita un paio di settimane fa”.

Da Banca Imi ritengono che l’accordo alimenterà ulteriormente la speculazione sull’aggregazione e ipotizzano una fusione tra eguali con la famiglia Bombassei sopra il 30%, Camfin intorno al 7% e ChemChina al 18%.

Per Banca Akros “una combinazione creerebbe un player simile a Continental facendo perdere al titolo Brembo, però, le attuali più elevate valutazioni sull’Ebitda rispetto al gruppo tedesco.

Inoltre, da Akros sottolineano che “le sinergie tra le due attività non sarebbero significative e che l'operazione sarebbe negativa per Brembo”.

Patto “negativo”

Di rafforzamento di Brembo in Pirelli quale elemento “negativo” parlano da Equita Sim, in quanto “è aumentato l’investimento in un asset non core”, anche se “allontana o rimuove lo scenario peggiore rappresentato dalla fusione tra le due società operative.

Su Pirelli, invece, secondo la sim, scenderà l’appeal speculativo di una opa obbligatoria in caso di uscita di Sinochem vista la creazione di un nocciolo stabile di investitori legati a Camfin e la necessità per un nuovo entrate di raggiungere una intesa con i soci italiani”.

Sul titolo della Bicocca, dunque, da Equita mantengono la raccomandazione ‘buy’ con target price di 5,8 euro rispetto ai 4,887 odierni (+1,40%).

Fiducia da Goldman Sachs

Nel frattempo, questa mattina la banca d’affari statunitense Goldman Sachs ha aumentato la raccomandazione su Pirelli da ‘sell’ a ‘neutral’ e alzato il target price a 4,80 euro dai 4,20 euro precedenti.

L’analista Philipp Konig, in una nota di ricerca pubblicata mercoledì, ha scritto che la previsione di margine recentemente annunciata dal produttore italiano di pneumatici per il 2023, compresa tra il 14 e il 14,5%, è “prudente alla luce delle indicazioni sul prezzo/mix.

Secondo l’esperto, “la continua strategia ad alto valore di Pirelli dovrebbe sostenere un mix di prodotti e una performance dei volumi superiore alla media rispetto al mercato più ampio”.

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