Poche sorprese dall’inflazione USA, Intel indebolisce il Nasdaq


L’indice PCE, il favorito dalla Federal Reserve, cala leggermente secondo previsioni e torna ai livelli del marzo 2021, mentre restano in difficoltà i titoli tecnologici statunitensi.


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Inflazione USA stabile

Nessuna grande sorpresa dal dato sull’inflazione diffusa oggi, dato sotto esame da parte della Federal Reserve in vista del meeting della prossima settimana.

A dicembre l’indice PCE è salito del 2,6% su base annuale, rispettando le previsioni degli analisti e risultando in linea con quello precedente, e mensilmente dello 0,3%, anche in questo caso senza riservare sorprese.

Dopo il 3,2% annuale registrato a novembre, il dato Pce 'core', quello cioè depurato dalla volatilità di generi alimentari ed energia, è rallentato il mese scorso al 2,9%, maggiormente rispetto a quanto atteso (+3%), al livello più basso dal marzo 2021.

Wall Street negativa

Il dato non provocava grossi scossoni ai future sui principali indici di Wall Street, già in rosso nel corso della mattinata (italiana). In particolare sofferenza i contratti sul Nasdaq (-0,40%), indeboliti dai risultati di Intel dopo il collasso di ieri di Tesla (-12%), mentre scambiano sotto la parità quelli sul Dow Jones (-0,15%) e quelli sullo S&P500 (-0,20%).

Il dollaro resta in difficoltà nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD sale (+0,20%) a 1,087, mentre i rendimenti dei Titoli di Stato a due anni proseguono in crescita (+0,60%) al 4,343%. Decennale fermo al 4,129%.

Tecnologici in difficoltà

Intel crolla a percentuali in doppia cifra nel pre-market dopo le deludenti previsioni diffuse ieri sera, indebolendo anche gli altri titoli del settore dei chip quali NVIDIA (-1%), Advanced Micro Devices (-1,70%), Qualcomm (-1,30%) e Micron Technology (-1,50%).

Le difficoltà di Intel si aggiungono a quelle di Tesla (-12% ieri), aumentando le preoccupazioni sulle valutazioni elevate delle megacap, note come ‘Magnifiche sette’, dopo i rally arrivati nel 2023.

Molte delle tech saranno protagoniste la prossima settimana quando rilasceranno i propri dati Microsoft (martedì 30 gennaio), Alphabet (martedì 30 gennaio), AMD (martedì 30 gennaio), Mastercard (mercoledì 31 gennaio), Qualcomm (mercoledì 31 gennaio), Apple e Amazon (giovedì 1 febbraio).

Atterraggio morbido

Secondo Bank of America, l’ottimismo resta ancora alto sull’azionario visto che gli investitori hanno incanalato 17,6 miliardi di dollari in fondi azionari globali nella settimana fino al 24 gennaio, secondo dati EPFR. Vincent Juvyns di JP Morgan Asset Management ritiene che “i mercati ora sono a proprio agio con l’idea di un atterraggio morbido” e anche se “le banche centrali hanno confermato che i tagli dei tassi di interesse sarebbero arrivati piuttosto tardi di quanto inizialmente previsto, il messaggio è stato ormai digerito dal mercato”.

La previsione di un atterraggio morbido per l’economia statunitense è stata confermata dai dati sul prodotto interno lordo di ieri. “C’era qualcosa per tutti nei dati di ieri. Lo scenario di atterraggio morbido sembra positivo per gli utili, ma sembra anche che la Fed stia riuscendo a ridurre l’inflazione, il che ha benefici anche per le obbligazioni”, ha affermato Sarah Hewin, responsabile della ricerca su Europa e Americhe presso la Standard Chartered Bank.

Notizie societarie e pre-market USA

Intel (-11%): prevede ricavi nel primo trimestre compresi tra 12,2 e 13,2 miliardi di dollari, inferiori alle stime di 14,50 miliardi (dati LSEG).

Tesla (+0,60%): sta richiamando quasi 200.000 veicoli Model S, X e Y negli Stati Uniti a causa della mancata visualizzazione dell'immagine del retrovisore durante la retromarcia, secondo quanto comunicato dalla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA).

American Express (+3%): utile di 2,62 dollari per azione per i tre mesi conclusi il 31 dicembre, in aumento rispetto ai 2,07 dollari per azione dell'anno precedente, e oltre le previsioni degli analisti di 2,64 dollari (dati LSEG). Per il 2024 prevede un utile per azione compreso tra 12,65 e 13,15 dollari, superiore alle stime degli analisti di 12,41 dollari.

Visa (-3%): prevede ricavi del trimestre in corso crescano “a una cifra medio-alta” rispetto alla crescita dell'11% registrata nello stesso periodo del 2023.

Customers Bancorp Inc (+0,80%): utile trimestrale rettificato di 1,79 dollari per azione per il trimestre conclusosi a dicembre, superiore a quello dello stesso trimestre dell'anno precedente, quando la società aveva riportato un eps di 77 centesimi. L'aspettativa media di dieci analisti per il trimestre era di un utile di 1,72 dollari per azione e Wall Street si aspettava risultati compresi tra 1,58 e 1,88 dollari per azione.

Flushing Financial Corp (+0,80%): ha riportato un utile trimestrale rettificato di 27 centesimi per azione per il trimestre conclusosi a dicembre, inferiore rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, quando la società aveva riportato un EPS di 34 centesimi. L'aspettativa media di cinque analisti per il trimestre era di un utile di 23 centesimi per azione. Wall Street si aspettava risultati compresi tra 19 e 26 centesimi per azione.

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