Prezzi alla produzione USA in aumento più delle attese

Le aziende sembrano essere impegnate ad adeguare i prezzi per compensare i costi legati ai dazi statunitensi e ora si attenderanno i prossimi dati per capire se la Federal Reserve ha spazio per tagliare i tassi a settembre.
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Focus sui dati macro USA
Prezzi alla produzione negli Stati Uniti che accelerano a luglio, spinti dalla maggior impennata in tre anni per i costi dei servizi, dato molto atteso oggi in vista delle prossime mosse della Federal Reserve.
In particolare, l’IPP è risultato in crescita al +3,3% su base annuale, ben oltre le previsioni (+2,5%) e il dato precedente (+2,4%), e, mensilmente, sono cresciuti dello 0,9%, anche in questo caso andando ben oltre le attese (+0,2%) e i numeri di giugno (+0%). I costi dei servizi sono aumentati dell'1,1%, il dato più alto da marzo 2022.
I prezzi alla produzione "core", che escludono alimentari, energia e servizi commerciali, sono aumentati dello 0,6% il mese scorso, il massimo da marzo 2022 e in rialzo dopo che i prezzi erano rimasti invariati a giugno. Su base annua, i prezzi alla produzione core sono aumentati del 3,3%, il massimo da febbraio.
Il rapporto indica che le aziende stanno adeguando i prezzi di beni e servizi per compensare i costi associati ai dazi statunitensi decisi da Donald Trump, nonostante il calo della domanda nella prima metà dell'anno. La misura in cui le aziende trasferiranno l'onere delle tariffe sui consumatori sarà fondamentale per definire l'andamento dei tassi di interesse.
Previsti oggi anche i dati sulle richieste iniziali di disoccupazione per la settimana terminata lo scorso 9 agosto, salite a 224 mila, in linea con le attese (225 mila), dalle 227 mila dei sette giorni anteriori.
Wall Street oggi
Dopo una mattina piatta caratterizzata dall’attesa dei dati macro, Wall Street accelera al ribasso dopo la diffusione dei dati macro.
I future sul Nasdaq, i contratti sullo S&P500 e quelli sul Dow Jones cedono lo 0,30% quando manca circa un’ora al suono della campanella della borsa di New York, mentre il dollaro accelera al rialzo nei confronti dell’euro e il cross EUR/USD scende sotto quota 1,17.
L’oro resta intorno quota 3.400 dollari l’oncia (future), il Bitcoin cede ancora dopo il nuovo record di queste ore, tuffandosi sotto i 120 mila dollari, mentre i prezzi del petrolio guadagnano mezzo punto percentuale: Brent a 65,90 dollari e greggio WTI a 63 dollari al barile.
Fed verso un taglio dei tassi a settembre?
I dati dei giorni scorsi che riflettevano la debolezza del mercato del lavoro avevano rafforzato le aspettative di un potenziale abbassamento dei tassi di interesse da parte della banca centrale il mese prossimo, nonostante un altro rapporto suggerisca che le pressioni sottostanti sui prezzi sono in aumento.
L'aspettativa di una Fed accomodante ha incoraggiato gli investitori a puntare sui titoli azionari più rischiosi, mandando l’S&P 500 a nuovi record storici.
Secondo lo strumento FedWatch del CME, gli operatori stanno valutando pienamente un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base da parte della banca centrale a settembre e si aspettano tagli di dimensioni simili a ottobre e dicembre.
Voci fuori dal coro
Non tutti ne sono così sicuri. "Il mercato è troppo compiaciuto dell'apparente certezza che la Fed taglierà il mese prossimo, soprattutto visto che l'inflazione è stata al di sopra dell'obiettivo per 53 mesi consecutivi e si sta chiaramente muovendo nella direzione sbagliata", sottolinea Michael Brown, senior research strategist di Pepperstone.
Ieri la Presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha respinto la necessità di un taglio dei tassi di interesse di 50 punti base il mese prossimo, solo un giorno dopo che il segretario al Tesoro Scott Bessent aveva detto che un taglio aggressivo di mezzo punto era possibile.
Prima del dato odierno "si parlava già di un taglio dei tassi di 50 punti base a settembre, ma credo che avremo bisogno di ulteriori dati sul lavoro per cambiare la situazione", secondo Andrea Gabellone, responsabile azionario globale di KBC Securities a Bruxelles.
Notizie societarie e pre market USA
Bullish (+11%): azioni scambiate a 75,3 dollari rispetto ai 37 dollari del prezzo dell'IPO dopo il +83,78% dell’esordio di ieri a Wall Street. La società è valutata circa 13,16 miliardi di dollari al debutto sul NYSE.
Eli Lilly (+0,80%) ha siglato un accordo del valore massimo di 1,3 miliardi di dollari con Superluminal Medicines per scoprire e sviluppare farmaci mirati alle malattie cardiometaboliche e all'obesità.
Beam Therapeutics (+2%): la FDA statunitense ha concesso la designazione di terapia avanzata di medicina rigenerativa (RMAT) alla sua terapia cellulare sperimentale, BEAM-101, per il trattamento della malattia falciforme.
Tapestry (-6%): prevede un EPS annuale rettificato compreso tra 5,30 e 5,45 dollari, al di sotto di una stima degli analisti di 5,49 dollari (dati LSEG).
Deere (-5%): utile netto nel terzo trimestre per 1,29 miliardi di dollari, o 4,75 dollari per azione, inferiori agli 1,73 miliardi, o 6,29 dollari per azione, dell'anno precedente.
Raccomandazioni analisti
Apple
ARC Independent Research: buy e prezzo obiettivo aumentato da 230 a 250 dollari.
Alphabet
UBS: neutral e target price confermato a 202 dollari.
The Coca Cola Company
Rothschild & Co Redburn: neutral e prezzo obiettivo tagliato da 82 a 80 dollari.
Uber Technologies
KGI Securities: neutral e target price alzato da 78 a 105 dollari.
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