Rame ancora in crescita: miglior anno dal 2009 e JP Morgan ancora bullish

Il pericolo dazi e un dollaro debole stanno ancora mettendo pressione sui prezzi della materia prima e la corsa potrebbe continuare anche nel 2026 secondo alcuni analisti.
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Nuovi record per il rame
Rame ancora protagonista sui mercati, aggiornando nuovamente i suoi massimi storici. In queste ore l’oro rosso aveva raggiunto il picco storico di 12.960 dollari per tonnellata, per poi ripiegare oggi a 12.405 dollari, al suo decimo giorno di guadagni.
Il contratto di riferimento, quest’anno cresciuto di circa il 41%, è sulla buona strada per registrare il suo anno migliore dal 2009, quando guadagnò oltre il 140% dopo che vai Paesi uscirono dalla crisi finanziaria globale.
I problemi del mercato
Quest'anno i problemi di approvvigionamento hanno dominato i metalli, con le miniere di rame in Indonesia, Cile e Repubblica Democratica del Congo che hanno subìto incidenti. La produzione di alluminio, nel frattempo, è minacciata dall'aumento dei costi energetici e dai limiti di approvvigionamento in Cina, mentre anche le miniere di zinco sono state interrotte.
Per il rame resta la minaccia dei dazi sulle importazioni statunitensi quale fattore principale al rialzo, con i trader che spediscono grandi volumi nei porti americani per evitare eventuali dazi. Mercuria Energy Group Ltd. aveva avvertito a novembre che ci sarebbe stata una grave carenza di questo metallo nel resto del mondo nel 2026.
Anche un dollaro statunitense più debole, che rende i metalli meno costosi per gli acquirenti in altre valute, ha contribuito a sostenere i guadagni, con un calo del dollaro di circa l'8% nel 2025.
L’importanza del rame
La domanda di rame è ampiamente considerata un indicatore della salute economica, visto che è di fondamentale importanza per l’ecosistema della transizione energetica e parte integrante della produzione di veicoli elettrici, reti elettriche e turbine eoliche.
Infatti, l’elettrificazione, l’espansione della rete e la costruzione di knowledge middle (data center di fascia media specializzati in elaborazione ad alte prestazioni per l'IA) richiedono grandi quantità di rame per il cablaggio, la trasmissione di energia e le infrastrutture di raffreddamento.
Ian Roper, stratega delle materie prime presso Astris Advisory Japan KK, ha individuato nel growth globale della domanda di intelligenza artificiale l’ultimo fattore trainante dei prezzi del rame, con mercati “molto tesi” che probabilmente significano che il metallo rosso potrebbe rafforzarsi ulteriormente l’anno prossimo.
“La storia del rame negli ultimi anni è stata l’energia verde, giusto? Anche se la Cina ha avuto un’enorme recessione immobiliare e ciò ha colpito la domanda di acciaio e i prezzi del minerale di ferro, ma non ha influenzato così tanto il rame”, spiegava Roper parlando alla CNBC il 23 dicembre. “Il rame è stato un grande beneficiario della diffusione delle energie rinnovabili e dei veicoli elettrici e ora, ovviamente, i knowledge middle rappresentano la grande storia di crescita”, ha aggiunto.
JP Morgan ancora bullish
Gli analisti di JP Morgan ritengono che il rame resterà protagonista anche nel 2026, anno nel quale si attendono una media di 12.500 dollari per tonnellata nel secondo trimestre.
L’istituto prevede una media di 12.075 dollari fino al 2026, citando tra le cause la crescita della domanda dei knowledge middle come un rischio al rialzo “estremamente attuale”.
“Tutto sommato, riteniamo che queste dinamiche uniche di scorte sconnesse e gravi interruzioni dell’offerta che restringono il mercato si sommano a un quadro rialzista per il rame e sono sufficienti a spingere i prezzi sopra i 12.000 dollari/t nella prima metà del 2026”, scrive Gregory Shearer, responsabile della strategia sui metalli di base e preziosi presso JP Morgan.
I meno ottimisti
Chi invece non si affretta a prevedere nuovi rialzi sono gli esperti di Goldman Sachs Analysis, i quali prevedono un calo per i prezzi del rame rispetto ai recenti massimi storici, anche se la crescente domanda del metallo spingerà gradualmente i prezzi verso l’alto nel lungo termine.
L’11 dicembre, gli analisti di GS hanno affermato che i prezzi del rame del LME sono destinati a rimanere in un range compreso tra i 10 e gli 11 mila dollari poiché la robusta crescita della domanda globale dal settore delle infrastrutture di rete e di energia, “sostenuta da investimenti in settori strategici come l’intelligenza artificiale e la difesa”, impedisce ai prezzi di scendere al di sotto dei 10 mila dollari. Pertanto, per gli analisti i prezzi del rame LME dovrebbero raggiungere una media di 10.710 dollari nella prima metà del 2026.
Guardando molto più avanti, hanno previsto che i prezzi del rame LME saliranno a 15.000 dollari nel 2035, sottolineando che questo è al di sopra del consenso degli analisti del settore.
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