Rendimento fino al 15,83% annuo con il certificate sulle big dell’auto

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
11/09/2025 06:00
Rendimento fino al 15,83% annuo con il certificate sulle big dell’auto

Il Certificate di Barclays con Isin XS2998222819 su Ford, General Motors e Stellantis offre un potenziale rendimento del 15,83% annuo grazie a premi mensili condizionati con memoria di 1,34 euro. La barriera cedolare parte dal 60% del livello iniziale dei sottostanti per poi scendere al 40% all'ultima data di valutazione (low barrier). Due sottostanti sono già volati dal livello iniziale: General Motors +24,3% e Ford +16,5%. Possibilità di rimborso anticipato da gennaio 2026 con cadenza mensile. A scadenza (aprile 2028) protezione del capitale fino a ribassi del 45% dal livello iniziale dei sottostanti. Durata tre anni. Il prezzo è poco sopra la pari intorno a 101 euro.

Scopri le soluzioni di investimento

Con tutti i certificate di Orafinanza.it


Due sottostanti volati e low barrier a scadenza

Rendimento elevato, barriera cedolare finale molto bassa e come sottostanti tre big dell’auto: General Motors e Ford sono già volate rispettivamente del +24,3% e +16,5%, mentre Stellantis si trova a -6,1% dal livello iniziale. Questo cosa comporta? Il rischio maggiore si concentra solamente su un solo sottostante e non su tre o quattro titoli come accade in molti altri certificate di questa tipologia.

Ecco i punti di forza del certificate targato Barclays con Isin XS2998222819, acquistabile in questo momento sul mercato secondario a 101 euro, che offre un rendimento potenziale annuo del 15,83% (tenendo conto della vita residua del prodotto e del prezzo attuale di acquisto).

L’emittente ha ideato una struttura innovativa con la barriera cedolare che, all’ultima data di valutazione del 24 aprile 2028, scende dal 60% al 40% del livello iniziale dei sottostanti, aumentando così le potenzialità di stacco di tutti i premi mensili pari a 1,34 euro. Il segreto del certificate è proprio questo: unire una barriera finale bassa ai premi mensili con effetto memoria, risultato? L’investitore a scadenza ha la possibilità di incassare tutte le cedole come se la barriera fosse sempre stata al 40% (low barrier).

Il capitale a scadenza è protetto da una barriera al 55% del livello iniziale dei sottostanti. Sono 32 cedole mensili che il certificate può distribuire fino a scadenza (i primi quattro premi sono già stati pagati), per un ammontare complessivo di 42,88 euro. Acquistando il prodotto oggi a 101 euro e rapportando il rendimento complessivo alla vita residua inferiore ai tre anni (2,62 anni), il ritorno annualizzato si attesta al 15,83%.

È prevista anche la possibilità di rimborso anticipato (autocall) dopo nove mesi di vita, con la prima finestra utile che cade il 23 gennaio 2026. In quella data, se tutti i sottostanti saranno sopra il livello iniziale, il prodotto verrà rimborsato a 100 euro, a cui si aggiungeranno cinque cedole da 1,34 euro (i primi quattro premi sono già stati staccati), per un guadagno complessivo di 106,70 euro. In meno di cinque mesi (4,43 mesi), rappresenta un rendimento del 5,64% (6,7 euro di premi meno 1 euro di capital loss su 101 euro di acquisto), equivalente a un ritorno annualizzato del 15,29%.

Vediamo da vicino i livelli di riferimento del certificate.

Immagine contenuto

Premi mensili con memoria di 1,34 euro

Il certificate offre un flusso di premi mensili con memoria dell’1,34% sul nominale (100 euro), pari a 16,08 euro in un anno. I premi sono condizionati al rispetto di una barriera posta al 60% del valore iniziale dei sottostanti. All’ultima data di valutazione del 24 aprile 2028 la barriera cedolare scende al 40% (low barrier), permettendo all'investitore di incassare tutti gli eventuali premi mensili in memoria non staccati, se a scadenza il peggiore dei sottostanti non sarà crollato del 60% (e non solo del 40%) dal livello iniziale. Le cedole verranno quindi pagate anche in caso di netti ribassi dei sottostanti, basta che alle date di osservazione il calo dal valore iniziale del titolo peggiore non superi il rispettivo livello barriera.

Molto importante la presenza dell’effetto memoria. Questo significa che una premio non pagato non è definitivamente perduto ma rimane in pancia al prodotto e, nelle successive date di osservazione, qualora si verifichino le condizioni che danno diritto al pagamento, i premi non pagati in precedenza vengono distribuiti tutte insieme compreso quello di pertinenza di detta data di osservazione.

L'obiettivo di questo certificate è quello di aumentare le possibilità di stacco di tutti i premi, grazie a una barriera finale al 40% del livello iniziale (low barrier) unita all’effetto memoria. In virtù di questo meccanismo, per chiudere l’investimento in bellezza e portare a casa tutti i 32 premi previsti (le prime quattro cedole sono già state staccate), basterà che il peggiore dei tre sottostanti non abbia perso oltre il 60% del livello iniziale all’ultima data di osservazione, ovvero il 24 aprile 2028. A quel punto l’investitore avrà portato a casa un flusso di cedole pari a 42,88 euro, pari un rendimento annualizzato del 15,83% (corretto sul tempo residuo del prodotto e del prezzo di acquisto a 101 euro).

Va sottolineato che i premi del certificate sono considerati dal Fisco “redditi diversi”, e in quanto tali possono compensare le eventuali minusvalenze presenti nello zainetto fiscale dell’investitore. Con questo sistema è possibile recuperare il credito fiscale derivante dalle perdite registrate entro i successivi quattro anni dalla loro realizzazione.

Gli scenari possibili alla scadenza finale

L’obiettivo di questa struttura è quello di arrivare comunque a scadenza, offrendo una barriera cedolare molto bassa (fino al 40% del livello iniziale) e distribuire tutte le cedole sfruttando l’effetto memoria. La barriera a capitale, osservata solo alla scadenza (24 aprile 2028), è posta al 55% e protegge da discese fino a -45% dal valore iniziale dei sottostanti. Se il certificate non verrà rimborsato anticipatamente, alla scadenza finale saranno tre i possibili scenari:

  1. Se nessuno dei tre i sottostanti quoterà sotto la barriera, o allo stesso livello, il certificate verrà rimborsato al valore d’emissione di 100 euro a cui vanno aggiunti 42,88 euro di premi. L’investitore riceverà quindi anche l’ultima cedola e i premi eventualmente non pagati trattenuti in memoria. Considerato il prezzo di acquisto attuale di 101 euro, il rendimento complessivo a scadenza raggiungerebbe il 41,47% (15,83% annualizzato).
  2. Se il peggiore dei sottostanti avrà perso tra il -45% e il -60% dal valore iniziale, l'investitore riceverà 100 euro meno un importo proporzionale alla performance del worst of, ma in questo caso i premi cumulati grazie all'effetto memoria potrebbero compensare in parte la perdita sul capitale. Facciamo un esempio: un calo del 50% del peggiore dei sottostanti comporterebbe un rimborso del certificato a 50 euro, a cui si sommano 42,88 euro di premi (ipotizzando l’acquisto del certificato a 100 euro). Il conto finale sarebbe un -7,12% contro un -50% di performance del peggiore dei sottostanti.
  3. Se invece alla scadenza finale anche solo uno dei sottostanti dovesse quotare sotto il 40% dal valore iniziale (più che dimezzato), il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei titoli con una perdita sul capitale investito. Per fare il calcolo esatto, ad oggi impossibile, dovremmo sapere l'ammontare dei premi distribuito. Ricordiamo che con ribassi del worst of fino al -60% dal livello iniziale, il certificate è in grado di pagare tutte le 32 cedole in grado di aiutare a compensare la perdita sul nominale.

Attualmente, i sottostanti mostrano un margine di sicurezza rispetto alla barriera sul capitale: General Motors è distante il 55,6%, Ford il 52,5% e Stellantis il 41,4%, rafforzando le probabilità di uno scenario favorevole a scadenza.

Big dell'auto Usa ed Europa in marcia

Nonostante un contesto globale carico di sfide, gli ultimi dati di bilancio hanno offerto spunti di forza per General Motors, Ford e Stellantis. Le tre big dell’automotive si stanno muovendo con determinazione per rispondere a dazi, inflazione e rivoluzione elettrica, dimostrando che il settore è tutt’altro che in affanno.

General Motors

Nel secondo trimestre 2025, General Motors (GM) ha confermato la sua capacità di restare profittevole anche in uno scenario complesso. I ricavi si sono attestati a 47,1 miliardi di dollari, con un lieve calo dell’1,8%, ma il vero punto di forza è la resilienza dell’utile netto ha raggiunto i 1,9 miliardi, mentre l’Ebit adjusted è stato di 3 miliardi di dollari, ben al di sopra delle aspettative. L’impatto delle tariffe è stato significativo (–1,1 miliardi), ma GM ha prontamente messo in campo contromisure industriali e finanziarie.

Il mercato nordamericano continua a sorridere a GM, con vendite in aumento del 7%. La Cina è tornata in utile. E soprattutto, il gruppo ha annunciato investimenti per 4 miliardi di dollari per aumentare la capacità produttiva negli Stati Uniti, con l’obiettivo di superare i 2 milioni di veicoli all’anno.

La guidance per l’anno è rimasta invariata: si prevede un Ebit adjusted tra 10 e 12,5 miliardi, segnale che il gruppo mantiene la barra dritta sulla redditività a lungo termine.

Ford

Il secondo trimestre 2025 di Ford ha sorpreso positivamente gli analisti, con ricavi da record pari a 50,18 miliardi di dollari, in crescita del 5% rispetto al 2024. La redditività operativa si è confermata solida, con un Eps adjusted di 0,37 dollari, ben oltre le attese.

La strategia Ford si fonda su un riequilibrio dei segmenti: la divisione Ford Pro ha visto aumentare le vendite dell’11% e la business unit elettrica ha messo a segno una crescita esplosiva del 184% nel fatturato.

L’impatto dei dazi è stato stimato in circa 3 miliardi di dollari su base annua, ma Ford ha già annunciato contromisure per ridurre l’effetto di almeno un miliardo. La guidance sull’Ebit 2025 è stata leggermente rivista (6,5–7,5 miliardi).

Stellantis

Per Stellantis, il secondo trimestre 2025 è stato senza dubbio un periodo di aggiustamento. I ricavi si sono contratti del 13%, l’Eps è sceso a 0,21 dollari e il free cash flow industriale è finito temporaneamente in negativo. Tuttavia, questi numeri vanno letti nel contesto di un’azienda che sta ristrutturando il proprio assetto produttivo per affrontare la nuova fase dell’automotive globale.

I dazi Usa hanno inciso per circa 350 milioni di dollari nel primo semestre, ma Stellantis ha già definito un piano d’azione per mitigare l’impatto e ha annunciato la reintroduzione della guidance finanziaria per la seconda metà del 2025.

In Europa, Stellantis ha conquistato la leadership nelle vendite di BEV, un traguardo importante che conferma la competitività del gruppo sul fronte elettrico. Il nuovo piano industriale, atteso entro l’autunno, prevede una razionalizzazione delle piattaforme e un’accelerazione degli investimenti nelle gigafactory europee.

I numeri del secondo trimestre hanno dimostrato che, al di là delle difficoltà congiunturali, le grandi case automobilistiche sanno come reagire. General Motors si rafforza negli Usa con visione industriale di lungo periodo. Ford scommette sull’elettrificazione e sul segmento professionale. Stellantis affronta un momento delicato, ma si conferma protagonista della mobilità elettrica in Europa.

Attenzione: Il Certificate XS2998222819 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Barclays gode di un buon rating:

  • A+ da parte di S&P

  • A1 da parte di Moody

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.

La Finestra sui Mercati

Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!

Leggi la nostra guida sugli ETF

Bond a 20 anni in sterline

Ogni anno cumula cedole del 10%. Richiamabile dal secondo anno.

Chi siamo

Orafinanza.it è il sito d'informazione e approfondimento nel mondo della finanza. Una redazione di giornalisti e analisti finanziari propone quotidianamente idee e approfondimenti per accompagnarti nei tuoi investimenti.

Approfondimenti, guide e tutorial ti renderanno un esperto nel settore della finanza permettendoti di gestire al meglio i tuoi investimenti.

Maggiori Informazioni


Feed Rss

Dubbi o domande?

Scrivici un messaggio e ti risponderemo il prima possibile.




Orafinanza.it
è un progetto di Fucina del Tag srl


V.le Monza, 259
20126 Milano
P.IVA 12077140965


Note legali
Privacy
Cookie Policy
Dichiarazione Accessibilità

OraFinanza.it è una testata giornalistica a tema economico e finanziario. Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 50 del 07/04/2022

La redazione di OraFinanza.it