Rendimento netto dei BTP: cos'è e da cosa è influenzato
Da cosa è influenzato il rendimento di un’obbligazione? Come utilizzare la formula del tasso interno di rendimento?
Quando si valuta un investimento in BTP (Buoni del Tesoro Poliennali), la prima domanda da porsi è: “Quanto renderà realmente?”. Quello che stiamo cercando è il rendimento netto di un BTP, ovvero il rendimento effettivo ottenuto dopo aver considerato tutte le imposte e i costi associati; in altre parole la cifra che rimane in tasca. Noti per la loro sicurezza e stabilità, i BTP sono strumenti di investimento emessi dallo Stato italiano per finanziare il debito pubblico.
Per chi investe in BTP, calcolare il rendimento netto è essenziale per valutare quanto effettivamente frutterà l’investimento a lungo termine.
BTP rendimento netto vs rendimento lordo
Per capire appieno cos’è e quanto è importante il rendimento netto, ci sarà utile metterlo a confronto con il rendimento lordo: la differenza tra ciò che un titolo promette di guadagnare e ciò che effettivamente rimane in tasca. Il rendimento lordo di un BTP rappresenta il guadagno complessivo prima delle imposte. Quello che realmente rimane all’investitore una volta tolte le tasse è però il rendimento netto. Il rendimento netto non tiene conto del bollo dello 0,2% sui prodotti finanziari.
La tassazione sui BTP, così come su tutti i titoli di Stato ed altri strumenti in White List, è agevolata al 12,5% sulle cedole ricevute e sui guadagni in conto capitale (cioè la differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto, nel caso in cui il primo sia maggiore del secondo).
Se acquisti un BTP con una cedola annuale del 4% e capitale nominale di 100, il rendimento lordo è del 4%. Applicando il 12,5% di imposta sulle cedole, il rendimento netto annuo scende a circa 3,5%. A questo si aggiunge l’eventuale guadagno o perdita in conto capitale alla scadenza.
Btp rendimento netto calcolo
Il rendimento di un BTP non si limita alle cedole periodiche. Piuttosto, include tutte le sue possibili fonti di profitto: flusso cedolare, differenza tra prezzo di sottoscrizione (o di acquisto) e il valore nominale rimborsato alla scadenza (o prezzo di vendita sul mercato secondario per chi disinveste prima della scadenza). Questi elementi vengono presi in considerazione per calcolare il rendimento, espresso come percentuale annuale.
In ambito finanziario il calcolo del rendimento maggiormente riconosciuto è il tasso interno di rendimento (TIR, o Internal Rate of Return), utilizzato anche da Borsa Italiana.
“Per il calcolo del rendimento effettivo a scadenza netto si attualizzano tutti i flussi futuri netti sia di cedole che di rimborso”, scrive Borsa Italiana, inoltre “i rendimenti netti a scadenza non tengono conto dell'eventuale tassa sul capital gain o del credito fiscale prodotto da minusvalenze”.
Il calcolo del tasso di rendimento interno viene utilizzato per valutare la convenienza o meno di un investimento: si confronta il tasso di rendimento interno con un tasso di rendimento soglia, detto tasso di accettazione o cut-off rate. Conviene effettuare l'investimento se il tasso di rendimento interno è maggiore del tasso di accettazione.
Cosa influenza il rendimento BPT
Il rendimento dei BTP, specialmente quelli a lungo termine, può essere significativamente influenzato da diversi fattori, sia interni che esterni.
- Tassi di interesse di mercato. Quando i tassi d’interesse aumentano, i prezzi dei BTP già in circolazione scendono, incrementando il loro rendimento per adattarsi alle nuove condizioni di mercato. Al contrario, una diminuzione dei tassi comporta un aumento del prezzo dei BTP e un calo del rendimento. Anche le decisioni della BCE (Banca centrale europea) hanno un ruolo importante: quando la BCE modifica i tassi di riferimento o attua politiche di quantitative easing, influenza direttamente la domanda e il rendimento dei titoli di Stato, inclusi i BTP. In particolare, una politica monetaria espansiva (con riduzione dei tassi) tende a ridurre i rendimenti dei BTP, mentre una politica restrittiva li aumenta.
- L’inflazione riduce il potere d’acquisto, erodendo il rendimento reale. È importante considerare investimenti in BTP con rendimenti netti superiori all’inflazione attuale per evitare perdite di valore nel tempo. Con un’inflazione moderatamente alta a lungo, un rendimento che apparentemente sembra molto attraente in realtà non lo è. Ad esempio, con un’inflazione annua al 2%, un BTP con rendimento netto dell’1,5% subisce una perdita netta dello 0,5%.
- Rischio Paese, ossia la percezione del rischio di credito legato al Paese emittente. Questo rischio si manifesta nello spread, cioè nella differenza tra il rendimento dei BTP e quello dei Bund tedeschi, ritenuti più sicuri. Quando cresce l’incertezza sulla capacità dell’Italia di onorare i propri obblighi di debito – ad esempio per via di instabilità politica, recessione economica o aumento del debito pubblico – anche il rendimento dei BTP tende a salire, in modo da compensare il rischio percepito dagli investitori. Le politiche fiscali del governo italiano, come un aumento della spesa pubblica o manovre di bilancio che appesantiscono il debito pubblico, influenzano questa percezione di rischio, spingendo i rendimenti dei BTP verso l'alto, poiché gli investitori richiedono un maggiore compenso per il rischio aggiuntivo.
- Eventi geopolitici e situazioni di instabilità politica, sia a livello nazionale che internazionale. L’incertezza politica interna, come le difficoltà nella formazione di un governo o l’indizione di elezioni anticipate, accresce il rischio percepito dagli investitori, spingendo i rendimenti al rialzo.
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