Rialzo senza fine

23/09/2025 06:30
Rialzo senza fine

Ieri il Nasdaq e l’S&P500 hanno chiuso in rialzo, per il primo è il ventinovesimo record da inizio anno, per il secondo è il ventottesimo. Massimo della storia anche per il Dow Jones, settimo dell’anno.

Nvidia investirà fino a 100 miliardi di dollari in OpeAi. La partnership strategica prevede che il creatore di ChatGpt costruisca oltre 10 gigawatt di data center basati sui chip di intelligenza artificiale di Nvidia.

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Quasi ogni giorno a Wall Street si trovano ragioni per spingere sempre più in alto i prezzi, quando non ci sono i dati macroeconomici o le indicazioni in arrivo dalla Federal Reserve, c’è sempre l’intelligenza artificiale.

Ieri il Nasdaq e l’S&P500 hanno chiuso in rialzo, per il primo è il ventinovesimo record da inizio anno, per il secondo è il ventottesimo. Massimo della storia anche per il Dow Jones, settimo dell’anno.

NVIDIA E OPENAI

La più grande società al mondo per valore della capitalizzazione investirà fino a 100 miliardi di dollari in quella che viene considerata la startup di maggior valore. La partnership strategica prevede che il creatore di ChatGpt costruisca oltre 10 gigawatt di data center basati sui chip di intelligenza artificiale di Nvidia.

Ad annunciarlo sono state le due società con una nota congiunta, in cui si legge che questa collaborazione "storica" intende “addestrare ed eseguire la prossima generazione di modelli nel percorso verso l'implementazione della superintelligenza”. La prima fase dovrebbe entrare in funzione nella seconda metà del 2026 utilizzando la piattaforma Vera Rubin. Ieri il titolo Nvidia ha chiuso in rialzo di quasi il 4%.

Se il tema dell’intelligenza artificiale riesce sempre a far muovere al rialzo Wall Street è perché si rafforza l’aspettativa di una lunga discesa del costo del denaro.

TAGLIO TASSI: MIRAN LO VUOLE SPINTO

Il nuovo membro del comitato esecutivo della Federal Reserve, ha esposto lunedì le sue argomentazioni a favore di un abbassamento dei tassi di interesse, in linea con le richieste del presidente Donald Trump.

Nel suo primo discorso politico da quando è entrato a far parte della Fed, il governatore Stephen Miran ha sostenuto che il tasso di interesse neutro - dove il tasso di politica monetaria non stimola né pesa sull'economia - è stato spinto al ribasso quest'anno dai dazi, dalle restrizioni all’immigrazione e dalla politica fiscale. Ciò significa che i tassi di interesse dovrebbero essere molto più bassi per evitare di danneggiare l'economia. "Il risultato è che la politica monetaria è ormai in territorio restrittivo", ha affermato Miran lunedì in un discorso preparato per un evento all'Economic Club di New York. "Lasciare i tassi di interesse a breve termine circa 2 punti percentuali troppo rigidi rischia di causare licenziamenti inutili e un aumento della disoccupazione”.

Di quanto e con quale rapidità la Fed taglierà i tassi di interesse dovrebbe parlare oggi Jerome Powell nel suo primo intervento pubblico dopo la riunione della scorsa settimana del Federal Open Market Committee.

Mentre sull’azionario è festa e baldoria quasi ogni giorno, l’obbligazionario sonnecchia. Il Treasury Note a dieci anni è al 4,14% di tasso di rendimento.

SPREAD DEL REDDITO FISSO AI MINIMI

L’azionario sui massimi della storia è solo uno degli aspetti del clima di sfrenata propensione al rischio presente sui mercati finanziari, ci sono anche gli spread creditizi, in molti settori del reddito fisso tornati a livelli storicamente bassi. Anna Dreyer, gestore di T. Rowe Price scrive in una nota che questo è particolarmente evidente per le societa' statunitensi, sia investment grade sia sub-investment grade, dove gli spread sono vicini ai livelli piu' bassi dall'inizio del XXI secolo. Allo stesso tempo, il mercato monetario ha raggiunto livelli storicamente elevati e oggi, questa massa investita, può potenzialmente essere disponibile al reinvestimento in titoli di credito di alta qualità e obbligazioni con duration potenzialmente più lunga, “in particolare alla luce dell'irripidimento della curva dei rendimenti dei titoli del Tesoro”, afferma Dreyer. “il mercato obbligazionario statunitense genera almeno 1.600 miliardi di dollari di pagamenti annuali di cedole che devono essere reinvestiti. Per la prima volta in oltre un decennio, l'entità storicamente elevata di questi pagamenti di cedole supera l'offerta netta totale di crediti obbligazionari statunitensi. Questo squilibrio tra domanda e offerta è un altro fattore che contribuisce alla riduzione degli spread creditizi”.

Intanto l’oro segue Wall Street e tocca nuovi record, intorno a 3.750 dollari l’oncia.

In Asia Pacifico è chiuso il mercato finanziario del Giappone. Salgono le borse della Corea del Sud, dell’Australia e di Taiwan: grazie alla spinta dei tech, ci sono i nuovi massimi degli indici di riferimento di Seul e di Taipei. In calo l’azionario cinese.

LUSSO

L'Oréal, indicata da Giorgio Armani come potenziale investitore nell'omonima azienda dell'imprenditore italiano della moda recentemente scomparso, sarebbe interessata solo alla sua redditizia divisione dedicata alla bellezza, scrive stamattina Bloomberg.

Il colosso francese della bellezza era uno dei tre offerenti preferiti citati nel testamento di Armani per una vendita iniziale del 15% delle azioni di Giorgio Armani SpA, che i suoi eredi sono tenuti a completare entro 18 mesi.

TITOLI

L'opas di Mps su Mediobanca si conclude in via definitiva e le adesioni arrivano all'86,3% del capitale, al di sopra delle più rosee aspettative. Nell’ultimo giorno utile i titoli consegnati hanno fatto un balzo: il 15,8% in più rispetto al 70,5% raggiunto venerdì corso, quando ad apportare le azioni erano stati anche i vertici di Piazzetta Cuccia, il presidente Renato Pagliaro, l'ad Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci. Il risultato finale riduce le quote dei maggiori azionisti del Monte. Delfin si ritrova con il 18%, Caltagirone con l'11%, il Mef con il il 5% e Banco Bpm con il 2 per cento.

Ma soprattutto la valanga di adesione all'offerta di acquisto e scambio rende più vicino delisting di Mediobanca dalla Borsa e in parallelo la fusione fra le due banche. Probabile poi che le attività verranno riorganizzate secondo le specializzazioni di entrambi gli istituti di credito conservando entrambi i marchi.

Su chi guiderà la transizione la partita è aperta. Martedì 23 settembre, è in agenda il comitato nomine di Mps, al lavoro col cacciatore di teste Korn Ferry sulla lista per il nuovo cda di Mediobanca da presentare entro il 3 ottobre per l'assemblea del 28. Prima del prossimo fine settimana si riunirà poi il board dell'istituto senese per fare il punto sul da farsi, anche alla luce dei sorprendenti risultati dell’opas.

Con la partita tutta concentrata fra Siena e Milano, Generali per ora resta in secondo piano. Si capirà per fine anno se i colloqui con la francese Natixis finiranno in un nulla di fatto. In questo contesto Unicredit si è alleggerito ancora ed è sceso sotto il 2% della compagnia triestina con l'intenzione di continuare a vendere con profitto. Il gruppo capitanato da Andrea Orcel ad aprile aveva dichiarato una partecipazione del 6,7% all'assemblea del Leone mentre era impegnato nell'ops di Banco Bpm.

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