Rivincita tedesca per Unicredit e Orcel prova a forzare la mano

Il tribunale di Francoforte apre la strada a un ritorno inatteso per Piazza Gae Aulenti. Intanto il titolo Commerzbank vola (+110% in un anno) e il Ceo italiano alza la posta ipotizzando la vendita della partecipazione a banche fuori dall’Europa
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Berlino dovrà restituire alcuni miliardi a un gruppo di banche
La Germania resta al centro della strategia di Unicredit e, al tempo stesso, una fonte di sorprese. Dopo che il governo di Berlino ha bloccato l’ipotesi di acquisizione di Commerzbank, il gruppo guidato da Andrea Orcel potrebbe ottenere una sorta di rivincita legale. Un tribunale amministrativo di Francoforte ha infatti aperto la strada alla restituzione di circa 2,3 miliardi di euro complessivi, che le principali banche attive in Germania – fra cui UniCredit, Deutsche Bank e DZ Bank – avevano versato in un fondo di stabilizzazione creato dal governo all’indomani della crisi del 2008.
Secondo i giudici, quelle somme dovrebbero tornare nelle casse degli istituti perché la loro raccolta non sarebbe coerente con i requisiti costituzionali previsti per imposizioni straordinarie. La valutazione non è definitiva, ma se confermata costituirebbe un inatteso ritorno economico per Unicredit, che da tempo opera in Germania attraverso la controllata HypoVereinsbank.
L’operazione Commerzbank è comunque un grande affare
Ma la vera posta in gioco resta Commerzbank. Dopo l’ingresso iniziale dell’11 settembre 2024 con il 9% del capitale – rilevato per 1,5 miliardi di euro a un prezzo inferiore ai 15 euro per azione – UniCredit ha progressivamente rafforzato la sua posizione fino al 26% attuale. L’operazione si è rivelata un colpo da maestro: oggi le azioni Commerzbank viaggiano a 32,5 euro, con un rialzo del 110% in un anno. Per Piazza Gae Aulenti significa un ritorno già consistente, arricchito da dividendi per circa 70 milioni e con la prospettiva, nel 2026, di una maxi-cedola potenziale da 748 milioni se il payout annunciato dal management di Commerzbank sarà confermato.
Lo stesso titolo UniCredit, nel frattempo, ha guadagnato l’80% nello stesso arco di tempo, sostenuto anche da un intenso programma di buyback che nelle ultime settimane ha visto il riacquisto di oltre 19 milioni di azioni, pari all’1,22% del capitale, per un controvalore superiore a 1,25 miliardi di euro.
Orcel prova a forzare la mano
In questo contesto, le dichiarazioni di Andrea Orcel di sabato 13 settembre alla Frankfurter Allgemeine Zeitung hanno fatto rumore. Il banchiere ha sottolineato che se dovesse presentarsi un acquirente interessato, Unicredit potrebbe cedere la quota in Commerzbank anche a una banca non europea, purché l’offerta fosse conveniente per gli azionisti. Una mossa che ha il sapore della provocazione, perché apre alla possibilità che un importante istituto tedesco finisca sotto l’influenza di un player extra-Ue, scenario che il governo di Berlino vorrebbe evitare a tutti i costi.
Il messaggio è chiaro: UniCredit è pronta a trasformare l’investimento da puramente finanziario a strategico, oppure a monetizzarlo con un forte guadagno se la strada dell’integrazione restasse sbarrata.
Berlino resiste, ma il tempo gioca a favore di Unicredit
Il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil ha ribadito che Berlino sostiene l’indipendenza di Commerzbank e non intende favorire operazioni ostili. Tuttavia, l’evoluzione del piano industriale presentato dalla nuova Ceo Bettina Orlopp – che prevede utili netti in crescita fino a 3,6 miliardi e un buyback da 1 miliardo – dimostra come la pressione di Unicredit abbia già stimolato un’accelerazione nella strategia della banca di Francoforte.
In questo scenario, il gruppo italiano si trova in una posizione di forza: da un lato potrebbe beneficiare della restituzione dei fondi legati al contenzioso del 2008, dall’altro vanta una plusvalenza potenziale a doppia cifra su Commerzbank e la possibilità di spingere ulteriormente sul consolidamento europeo.
Cosa significa per gli investitori
Per gli azionisti UniCredit, il mix di ritorni industriali e finanziari rappresenta un fattore di sostegno ai corsi borsistici. Il buyback in corso e la crescente capacità di generare utili consolidano la visibilità sul titolo, mentre l’eventuale rimborso dei fondi in Germania costituirebbe un ulteriore inatteso catalizzatore.Il censimento di Market Screener rivela che su 16 analisti che coprono Unicredit nove raccomandano di comprare le azioni e sei consigliano una posizione neutrale. La media dei target price è 69 euro (+3% sul prezzo di oggi).
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