Rwe, prosegue bene la transizione all'energia verde
La tedesca Rwe ha un piano industriale molto ambizioso di transizione a fonti rinnovabili e crescita dei profitti che sta eseguendo molto bene
Le regine della pubblica utilità (Utilities) in Germania sono Rwe ed E.On.
Dopo i cambiamenti degli ultimi anni, tra cui un'operazione di asset swaps (scambio di attività) fra le due società, ora sono sostanzialmente diverse: Eoan è focalizzata sulla gestione delle reti mentre Rwe sul business di generazione di energia.
Il governo tedesco ha un piano di investimenti da 200 miliardi fino al 2026 per aumentare la fornitura di energia sostenibile.
Il mercato dell'energia in Germania è sempre stato molto dipendente dal gas importato che nel 2021 ha raggiunto i 142 miliardi di metri cubi, di cui il 32% dalla Russia e il 20% dalla Norvegia. La Germania importa inoltre il 35% del fabbisogno di petrolio dalla Russia.
Uno sguardo alla società
Rwe sta già generando la maggioranza dei profitti da fonti di energia rinnovabile avendo questa margini di profitto sostanzialmente maggiori rispetto alle fonti energetiche tradizionali.
La società ha un piano industriale molto ambizioso di transizione a fonti rinnovabili e crescita dei profitti che sta eseguendo molto bene.
- Per il 2030 è atteso un Ebitda (Mol) di almeno 5 miliardi di euro rispetto a quello attuale di 3,65 miliardi: considerando come sta procedendo è ragionevole aspettarsi che superino l’obiettivo. Storicamente Rwe fornisce guidance conservative per poi batterle. Entro il 2030 tutta l'energia sarà rinnovabile con la chiusura di tutti gli impianti di generazione non pulita.
- Il piano di investimenti è ovviamente poderoso: 50 miliardi di euro. Qui vi è da considerare la posizione molto favorevole da un punto di vista finanziario della società che rappresenta una differenza molto importante rispetto alle società che partono focalizzandosi solo su energia rinnovabile.
Rwe genera stabili e buoni flussi di cassa dai vecchi impianti di energia non verde; ha uno stato patrimoniale molto solido che le permette di finanziarsi a tassi bassissimi e soprattutto molto inferiori al ritorno del capitale dei nuovi investimenti.
Ad esempio a giugno 2021 ha raccolto 1,8 miliardi di euro vendendo "obbligazioni verdi" fra i 7 e 10 anni per un costo di tale debito fra lo 0,5% e l'1%.
Considerato il basso livello di debito netto/ebitda, lo stato patrimoniale ha ampie capacità di raccogliere ulteriori capitali.
La società ha davanti a sé un chiaro sentiero di espansione dei margini operativi e di aumento del ritorno sul capitale investito: negli ultimi 12 mesi i primi hanno raggiunto il 12,7% vs la media degli ultimi 5 anni di quasi il 6%, il secondo ha raggiunto il 13,8% vs una media degli ultimi 5 anni del 5,3% .
L'azione qui tratta a 15 volte gli utili attesi nel 2022, con dividend yield del 2,5%, EV/ Ebitda di 6 volte. Tratta cioè a sconto rispetto alle due società europee più comparabili che però hanno già una maggiore quota di produzione di energia rinnovabile: la spagnola Iberdrola e la danese Orsted.
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