Saipem, arriva l’aumento di capitale dopo il raddoppio delle perdite nel 2021


L’operazione da due miliardi di euro verrà sottoscritta al 43% dai soci Eni e CDP e il 2022 potrebbe essere ancora difficile per la società secondo le previsioni degli analisti.


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Bilancio sempre più rosso

Se ne parlava da diverso tempo e alla fine è arrivata l’ufficializzazione dell’aumento di capitale per Saipem, il secondo in sei anni dopo quello da 3,5 miliardi di euro iniettato nel 2016, necessario per risanare un bilancio a dir poco negativo.

Il raddoppio della perdita netta nel 2021 (2,46 miliardi) rispetto al rosso del 2020 (1,13 miliardi), infatti, ormai non sembrava più sostenibile per la società operante nel settore dell’energia.

Rosso che nel solo quarto trimestre è arrivato addirittura a 1,34 miliardi contro i 120 milioni di negativo dello stesso periodo dello scorso anno.

I ricavi del 2021 hanno visto una frenata del 6,8%, scendendo a 6,87 miliardi dai precedenti 7,3 miliardi, mentre il margine operativo lordo (Ebitda) adjusted scende a -1,19 miliardi, virato in negativo rispetto al +614 milioni di euro del 2020.

In crescita il risultato operativo (Ebit) adjusted, arrivato a 1,71 miliardi di euro mentre l’utile precedente era di 23 milioni.

Aumento di capitale

A fronte di questi numeri, la società si appresta ad effettuare un aumento di capitale da 2 miliardi di euro, da concludere entro la fine dell’anno.

I soci Eni e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) si sono impegnati a sottoscrivere “circa il 43% in proporzione alle partecipazioni rispettivamente detenute nel capitale della società”, pari al 30,5% e al 12,55%.

Il restante 57% verrà “coperta da un accordo di preunderwriting con primarie banche italiane e internazionali”.

Inoltre, la società ha sottoscritto accordi “per far fronte alle esigenze di liquidità a breve termine” per 1,5 miliardi di euro, di cui 645 milioni di euro messi a disposizione da Eni e CDP, a titolo di anticipo sull'aumento di capitale, e per 855 milioni di euro da un pool di banche a titolo di finanziamento.

L’aumento punta a “ristabilire livelli di mezzi propri coerenti con le dimensioni aziendali, ridurre il livello di indebitamento, ristabilire adeguati livelli di cassa e stabilizzare il merito di credit rating per poter rifinanziare i prestiti obbligazionari esistenti”, spiegano da Saipem.

A operazione terminata, la società si attende una posizione finanziaria netta consolidata di circa 800 milioni di euro a fine 2022, che sarà “vicina allo zero” a fine 2025 grazie “all'evoluzione prevista del business e all'apporto di risorse finanziarie della manovra”.

La revisione del piano strategico

Il cda di Saipem ha inoltre approvato la revisione del Piano strategico al 2025, nel quale si prevede una crescita dei ricavi pari al 15% a tasso annuo all’interno del periodo.

Al 31 dicembre 2022 il gruppo prevede un Ebitda adjusted positivo per oltre 500 milioni, mentre alla fine del piano questo è visto superare 1 miliardo, anche grazie alla riduzione dei costi di struttura pianificata nell’anno in corso, pari a 150 milioni e di 300 milioni nel 2024.

Alcune azioni aggiuntive potrebbero apportare potenziale liquidità addizionale per oltre 1,5 miliardi di euro, anche attraverso la valorizzazione del drilling onshore in forza di un “negoziato su base esclusiva” con un primario operatore internazionale. Il piano verrà realizzato attraverso un “nuova organizzazione per linee di business che supera quella divisionale, con l'obiettivo di una maggiore efficienza, di un controllo del rischio centralizzato e di uno sviluppo di modelli esecutivi innovativi e flessibili, in linea con le esigenze della transizione energetica”.

L’esposizione nell’area di guerra

L’impatto derivante dal conflitto in Ucraina risulta “limitato” per Saipem, in quanto l’esposizione “del backlog di fine anno per progetti in Russia pesa per circa l’1% sul backlog IFRS e circa l’8% sul backlog inclusivo di società non consolidate”.

Nel dettaglio, le attività in Russia (o con clienti russi) prevedono quattro contratti russi (Moscow Refinery per GazpromNeft, Arctic LNG 2 GBS in jv con Technip per Novatekm, Arctic LNG 2 TSOF in jv con Renaissance per Novatek) e un contratto di perforazione di gas in acque artiche con l'utilizzo del mezzo di perforazione Perro Negro 8.

Sui quattro progetti il backlog complessivo è pari a 1,966 miliardi di euro, di cui 254 milioni per progetti inclusi nel campo di consolidamento di Saipem.

A Piazza Affari, intanto, il titolo Saipem viene colpito dalla volatilità, dopo un’apertura tra gli acquisti che lo spinge fino ad una crescita del 2%.

Dopo circa due ore di contrattazioni, però, le vendite spingono in negativo l’andamento delle azioni della società (-4%), scese fino ad un minimo di 1,0425 euro.

La view degli analisti

Alla luce dei risultati, gli analisti di Jefferies confermano la raccomandazione ‘underperform’ e un target price di 0,8 euro sul titolo Saipem, alla luce di una perdita superiore alle attese sia del consensus che della stessa banca americana.

Gli esperti di Equita Sim apprezzano “le dimensioni dell’aumento di capitale nella parte alta del range indicato dalla stampa nelle settimane scorse, che permette di ridurre la leva anche se sarà altamente diluitivo per il titolo”, sul quale viene confermata la raccomandazione ‘hold’ con prezzo obiettivo di 1 euro.

Inoltre, aggiungono dalla sim milanese, l’annuncio sulla valorizzazione del drilling “sembra abbastanza vicino alla realizzazione”, dopo le indicazioni arrivate da Saipem di aumentare “il focus commerciale sui mercati “E&C offshore e Drilling offshore, per i quali è prevista una forte crescita”, dopo aver “dimostrato storicamente un’alta marginalità per Saipem”.

A questo punto, da Equita vedono un “2022 ancora pesantemente impattato dalla performance negativa del backlog” e “il deleveraging si manifesterà prevalentemente verso la seconda metà di piano (anche grazie alle minori spese per investimenti). La generazione di cassa sul 2022 è attesa assorbire 1 miliardo di euro per poi tornare in positivo tra il 2023-2024”.

Per Bestinver il piano di ristrutturazione risulta in linea con quanto anticipato dalle indiscrezioni di stampa ma “per quanto lo scenario del settore sia diventato molto favorevole con il forte incremento dei prezzi del petrolio, non crediamo che il mercato sia disposto a scontare i target di lungo termine”.

Per la casa di investimento i multipli a cui tratta Saipem sono già da ritenersi elevati rispetto alla media di settore ed è troppo presto per prendere una posizione costruttiva sul titolo alla luce di un aumento di capitale così diluitivo.

Infine, per Banca Akros (l'istituto lavorerà come joint bookrunner) la crescita dei ricavi prevista è coerente con l'andamento dei prezzi di petrolio e gas e con l'aumento stimato degli investimenti nell'E&P.

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