Saras in difficoltà dopo nuova vendita della quota di Urion Holdings
Nuova cessione dei titoli detenuti indirettamente da Farringford Foundation, casa madre di Trafigura, multinazionale operativa nel commodity trading nella società italiana, dopo quella arrivata a fine 2023.
Saras in rosso
Titolo Saras in controtendenza rispetto al settore petrolifero, questa mattina sostenuto dalle notizie provenienti dal Medio Oriente, dove le truppe statunitensi in Giordania e una cisterna di carburante nel Mar Rosso hanno subìto un attacco, aumentando così le tensioni nella regione che produce circa un terzo del greggio a livello mondiale.
Se l’azione militare aveva fatto impennare i prezzi del petrolio (Brent a 83 dollari) e sostenuto le quotazioni delle società legate all’oro nero come Galp (+2%), Repsol (+2%), Saipem (+1,60%) ed Eni (+1,50%), le azioni Saras cedevano oltre il 2% in apertura di seduta, scendendo ad un minimo di 1,613 euro.
Il calo odierno riduce al +2% la crescita del titolo ottenuta nel corso di questo 2024, considerando le quotazioni di inizio gennaio di 1,59 euro.
Urion Holdings riduce quota
Venerdì a mercato chiuso era arrivata la notizia della vendita avvenuta tra il 2 e il 22 gennaio di 34.497.628 azioni Saras da parte di Urion Holdings (Trafigura), tra le maggiori società petrolifere al mondo, al prezzo medio di circa 1,62 euro sul mercato regolamentato di Borsa Italiana, riducendo così la quota al 9,589%.
La mossa replica quanto fatto a dicembre da Trafigura, quando era scesa dal 14,98% al 13,22% del capitale società italiana operante nella raffinazione di greggio e nella produzione di energia elettrica.
Urion è indirettamente controllata da Farringford Foundation, casa madre di Trafigura, multinazionale operativa nel commodity trading.Sembra dunque confermata la strategia di riduzione dell’impegno della società con sede a Singapore nel capitale di Saras, segnando così un’inversione di tendenza rispetto ai primi mesi del 2023 quando la sua quota era aumentata notevolmente, salendo dal 5,226% di maggio fino a sfiorare il 15% e rafforzando così le ipotesi di una scalata nel capitale detenuto dalla famiglia Moratti.
Le previsioni degli analisti sugli utili
Saras diffonderà i risultati relativi al 2023 il prossimo 11 marzo e, nell’attesa, gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno ridotto il loro giudizio sul titolo da ‘buy’ a ‘hold’, aumentando il prezzo obiettivo da 1,55 a 1,71 euro.
“Il rally del titolo negli ultimi tre mesi (+33%) ha portato Saras vicino al suo fair value secondo noi e non vediamo catalizzatori, data la debolezza dei margini di raffinazione nel quarto trimestre 2023 (-50% rispetto al terzo trimestre), che ci porta a ridurre le nostre attese sul 2023 (-4% a livello di risultato netto)”, spiegano dalla banca torinese.
Il 2024 e il 2025 “dovrebbero vedere un solido margine di raffinazione, anche se con un progressivo rallentamento rispetto al 2023, e rivediamo al rialzo le nostre stime, di conseguenza migliorando il target price, che comunque non lascia spazio di rialzo per l’azione”, aggiungono gli analisti.
Da Jefferies confermano il ‘buy’ e il target price di 2,2 euro in attesa dei conti per il 2023, ricordando come il consenso sull’Ebitda “si posizioni leggermente sopra la guidance”.
“Ci attendiamo risultati in forte calo sequenziale (adj. EBITDA a 122 milioni rispetto ai 247 milioni nel 3Q23, adj. net income 24 milioni rispetto a 121 milioni), a seguito della contrazione dei margini di raffinazione registrata nel trimestre (Med EMC margin -50% QoQ) e di un premio ancora penalizzato dai tagli Opec+”, scrivono da WebSim Intermonte, predendo una posizione finanziaria netta pre IFRS16 “cash positive per 202 milioni dai 195 milioni di fine settembre”.
Da Intermonte tagliano le stime di eps dell’11%, anche se alzano il target price da 1,40 a 1,50 euro.
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