Si accendono le luci sul futuro di TIM

Il titolo dell’ex monopolista sovraperforma il Ftse Mib nella mattinata di oggi sulla scia delle indiscrezioni sul suo futuro che rilanciano l’ipotesi di un’offerta per Netco da parte degli americani di KKR affiancati dallo Stato italiano.

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Tim in luce

Telecom Italia ancora sotto i riflettori a Piazza Affari dove il titolo dell’ex monopolista resta in testa tra le blue chip del Ftse Mib (+0,10%) di oggi.

Le azioni della società guadagnano oltre il 2% dopo circa due ore di contrattazioni, portandosi a 0,21 euro e tornando ai livelli di inizio settimana scorsa.

Resta fortemente negativo il trend del titolo nel 2022, con una flessione di oltre il 50% rispetto ai 0,45 euro di inizio gennaio.

Rumor su KKR

Indiscrezioni di stampa rilanciano la possibilità di un’offerta per Netco da parte del fondo americano KKR, condizionata dalla presenza dello Stato nell’operazione.

Altri rumor, invece, parlando di una trattativa in corso tra il Ceo, Pietro Labriola, con gli stessi americani sulla rete e con Iliad e Poste sui servizi.

Appuntamento della settimana sarà quello di giovedì con la riunione del consiglio di amministrazione della compagnia e l’ordine del giorno dovrebbe vedere la cooptazione nel board di Massimo Sarmi al posto del dimissionario Frank Cadoret, oltre all’affrontare tutti gli spinosi dossier.

Inoltre, entro fine anno potrebbe arrivare la linea decisa dal governo, anche se molti esponenti dell’esecutivo si sono già detti propensi a riportare la rete TIM sotto le insegne pubbliche.

La view degli analisti

Il focus resta sempre sul tema della rete e, secondo indiscrezioni di stampa, da Equita Sim (‘hold’ e tp a 0,39 euro su TIM) ricordano che “KKR sarebbe coadiuvata da altre società a controllo pubblico, da individuare”.

Positivi anche gli analisti di Banca Akros ('buy'), ritenendo che “l’eventualità che la rete sia acquistata da KKR in cordata con una società statale sia di più facile realizzazione”.

Gli analisti di WebSim apprezzano “l’impegno del management a trovare controparti per gli asset retail, in vista di una possibile dismissione degli asset retail domestici volta a garantire l’assenza di integrazione verticale e a favorire una futura combinazione degli asset infrastrutturali di Tim con quelli di Open Fiber”.

Dalla sim valutano TIM Enterprise circa 9 miliardi e TIM Consumer circa 4 miliardi di euro, “assumendo per quest’ultimo asset ancora in fase di turnaround (nella nostra SOP stimiamo un EV di -1,1 miliardi) un multiplo di 6 volte inferiore ai 7,5 volti proposti da Iliad a febbraio per l’acquisto degli asset di Vodafone Italia”.

Ipotesi di futuro

Cautela da WebSim, invece, per il “break-up tramite scissione proporzionale in due società quotate per la rete e per i servizi”, in quanto “questa opzione non risolverebbe il tema del debito, potrebbe avere un iter autorizzativo piuttosto lungo (necessario anche placet degli azionisti di risparmio) e altrettanti rischi di esecuzione (sostenibilità finanziaria e modello non ancora testato di un ServiceCo quotata)”

Tra le scelte future, dalla sim indicano come “preferibile e maggiormente market friendly” quella “di un’OPA totalitaria collettiva su TIM da parte di Cdp, Vivendi e fondi finalizzata al delisting”.

“In questo scenario verrebbero infatti maggiormente tutelati ex ante gli azionisti minoranza TIM grazie alla possibilità di essere liquidati ex ante con un premio cash senza essere esposti ad alcun execution risk legato al break up e alla successiva dismissione degli asset retail di settimana prossima, ma non escludiamo uno slittamento della scadenza inizialmente indicata per fine anno”, concludono da WebSim, mantenendo la raccomandazione ‘molto interessante’ su TIM, con target price a 0,43 euro.

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