Snam, si sblocca la partnership con Eni in Algeria


La società ha annunciato l’avveramento delle condizioni sospensive previste dall’accordo del novembre 2021 tramite il quale Eni venderà le partecipazioni nelle società che gestiscono i gasdotti onshore in Tunisia e il 49,9% di una nuova newco offshore a Snam.


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Snam e Eni in Algeria

In dirittura d’arrivo la partnership tra Snam ed Eni relativamente ai gasdotti che dall’Algeria forniscono l’Italia, prevista nell’accordo firmato a novembre 2021.

La notizia è stata diffusa da Snam in una nota pubblicata venerdì a mercati chiusi in cui si spiega che si sono avverate le condizioni comprese nell’accordo, necessarie al closing dell’operazione a questo punto attesa per metà gennaio 2023, dunque in ritardo rispetto alle previsioni precedenti (terzo trimestre 2022).

Mentre oggi il titolo Snam ha aperto la prima seduta del 2023 in crescita di mezzo punto, gli analisti di WebSim mantengono la loro raccomandazione ‘interessante’ sul titolo della società, con target price di 5,20 euro rispetto agli odierni 4,547 euro.

L’accordo

Nel dettaglio, Eni trasferirà le partecipazioni nelle società che gestiscono i due gruppi di gasdotti internazionali che collegano il paese nordafricano alla penisola, in particolare quelli onshore al confine con la Tunisia fino alla costa tunisina (TTPC).

Inoltre, Eni cederà i gasdotti offshore che collegano la costa tunisina all’Italia (TMPC) in una newco e ne venderà il 49,9% a Snam, operazione annunciata da 385 milioni più ticking fee (secondo il Sole la cifra finale dovrebbe aggirarsi sui 400 milioni di euro) pagati dalla società mediante mezzi propri, nei quali dovranno essere considerati gli aggiustamenti di prezzo avvenuti nel corso di questi mesi.

Tra le condizioni sospensive a cui era subordinata l’operazione erano comprese l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie in relazione all’operazione secondo la normativa antitrust e quella della golden power, l’esame dell’operazione da parte di ulteriori competenti autorità regolamentari, oltre al ricevimento dell’autorizzazione da parte dello stato tunisino e dell’approvazione da parte dei soci e dei cda di alcune società target.

Le due società target “hanno generato nel 2020 un utile netto (100% quota Eni) di circa 90 milioni”, ricordano da WebSim.

Eni e Snam, precisa la nota, “stanno procedendo agli ulteriori adempimenti per il perfezionamento dell’operazione”, per poi concludere l’operazione a metà gennaio.

La strategia

L’operazione consente di valorizzare in maniera sinergica le rispettive competenze di Eni e Snam “su una rotta strategica per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale in Italia, favorendo potenziali iniziative di sviluppo nella catena del valore dell'idrogeno dal Nord Africa”, spiegavano dalla società nel 2021.

Secondo l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà, l’accordo “consolida il ruolo centrale della società nella sicurezza degli approvvigionamenti dell'Italia e nel trasporto di energia dall’area mediterranea”, proiettando “la propria infrastruttura verso il Nord Africa, che rappresenta un’area chiave per le forniture di gas all’Italia e in prospettiva per lo sviluppo dell'idrogeno” che vedrà il Nord Africa “diventare anche un hub per la produzione di energia solare e idrogeno verde”.

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