Société Générale, l’addio alla Russia fa bene al titolo


La banca francese cederà la sua quota di maggioranza detenuta nell’istituto russo Rosbank e le attività assicurative attualmente attive nel paese, mentre ha assicurato che l’impatto delle operazioni la manterrebbe comunque al di sopra della guidance.


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Scatto di SocGen

Azioni Société Générale in forte rialzo a Parigi dopo le mosse della banca francese finalizzate a terminare le sue attività in Russia.

Il titolo guadagna circa il 6% alla borsa francese, arrivando ad un massimo di 23,665 euro e recuperando così parte delle vendite arrivate nelle prime sedute di aprile.

Le mosse in Russia

Société Générale ha annunciato la fine delle sue attività assicurative e bancarie in Russia, dove ha venduto la sua partecipazione di maggioranza in Rosbank a Interros Capital, società di investimento in mano all'oligarca Vladimir Potanin, che nel 1998 aveva fondato la stessa banca.

Il gruppo bancario francese ha assicurato che l’uscita dal paese si svolgerà in “maniera efficace e ordinata”, garantendo “continuità ai propri dipendenti e clienti”.

L’operazione, aggiungevano i francesi, resta soggetta all’approvazione delle competenti autorità regolamentari e antitrust, mentre dovrebbe concludersi nelle prossime settimane.

L’impatto

Société Générale è una delle banche europee con la maggiore esposizione al rischio verso la Russia, insieme all’austriaca Raiffeisen Bank International e a Unicredit.

L’esposizione è stimata in 18,6 miliardi di euro, rappresentando l’1,7% del rischio totale del gruppo alla fine del 2021, di cui Rosbak rappresentava 15,4 miliardi di euro, mentre l’operatività nel paese aveva generato il 2,7% dell’utile netto.

La banca ha stimato l’impatto della cessione di Rosbank e delle attività assicurative sul CET1 ratio del gruppo a circa 20 punti base, calcolato sul valore netto delle attività cedute al 31 dicembre 2021.

Inoltre, il coefficiente CET 1 del gruppo rimarrebbe ampiamente al di sopra della guidance che al 31 dicembre 2021 era del 13,7%, ovvero 470 punti base al di sopra del requisito minimo regolamentare.

Confermata la propria politica di distribuzione per l’esercizio 2021, pari a 1,65 euro per azione, da approvare nel corso dell’assemblea degli azionisti del 17 maggio 2022, a cui si aggiunge l’importo di circa 915 milioni di euro del programma di riacquisto di azioni.

Infine, l’analista di RBC, Anke Reingen, mantiene la sua posizione ‘neutral’ sul titolo, con prezzo obiettivo pari a 25 euro.

Secondo l’istituto, la mossa è “positiva”, in quanto l’impatto della vendita sul Cet 1 ratio “è gestibile per il gruppo” e dovrebbe “rimuovere anche il rischio di overhang”, ovvero l’eccesso di offerta, oltre ad “abbassare il costo dell’equity, che si colloca tra 50 e 100 punti base oltre quello delle banche concorrenti”.

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