Stellantis si difende: “causa negli USA priva di fondamento”
La casa automobilistica è accusata di aver gonfiato artificialmente il prezzo delle sue azioni per gran parte del 2024 e la società annuncia di volersi difendersi per vie legali.
Stellantis citata in giudizio
Una causa “priva di fondamento” e “siamo pronti a difenderci vigorosamente”. Dichiarazioni di fuoco quelle rilasciate all’agenzia Reuters da parte del management di Stellantis dopo le denunce arrivate da alcuni azionisti statunitensi, sul piede di guerra a causa del calo del prezzo delle azioni della casa automobilistica a seguito della diffusione dei conti del semestre. Dopo l'annuncio dei risultati, infatti, i titoli Stellantis negli USA hanno perso quasi il 10% in due sedute.
Secondo l’agenzia, ieri sarebbe stata presentata presso il Tribunale federale di Manhattan una denuncia, accusando la società di “aver gonfiato artificialmente il prezzo delle sue azioni per gran parte del 2024, facendo valutazioni estremamente positive" su alcuni dati, e "che la verità è emersa il 25 luglio", in particolare “dal forte calo dell'utile operativo rettificato, quando Stellantis ha comunicato i risultati del primo semestre”. Nel dettaglio, l'utile operativo rettificato del primo semestre era sceso del 40% a 8,46 miliardi di euro, al di sotto degli 8,85 miliardi di euro attesi dagli analisti.
Con questa azione legale, che coinvolge anche il Ceo Carlos Tavares e la Cfo Natalie Knight, viene chiesto un risarcimento non specificato per gli azionisti tra il 15 febbraio e il 24 luglio 2024 della società nata nel 2021 dalla fusione di Fiat Chrysler e della francese Psa.
Problemi legali che arrivano dopo aver annunciato un potenziale licenziamento di 2.450 persone in uno stabilimento di assemblaggio di camion della periferia di Detroit, dove sta terminando la produzione del Ram 1500 Classic.
L’analisi dei conti
Il primo semestre 2024 di Stellantis ha sorpreso in negativo le attese del consenso “per via di deboli risultati commerciali e per la necessità di ridurre le scorte su una base di paragone inflazionata dal restocking avvenuto l’anno scorso”, sottolineano gli analisti di WebSim Intermonte, citando in particolare:
- ricavi per 85 miliardi rispetto alle “stime nostre/consenso di 86,5/86,7 miliardi), in calo del -14% YoY;
- Ebit di 8,5 miliardi (vs ns/cons. 9,1/8,9 miliardi), in calo del 40%, per un margine del 10% sui ricavi.
La guidance per un margine a doppia cifra è stata confermata, ma “non appare scontata”, aggiungono dalla sim, “questo alla luce della necessità di ridurre le scorte in Nord America e di un pricing sotto pressione che possono pregiudicare i benefici derivanti dal taglio costi e dal lancio di nuovi veicoli”.
“Abbiamo rivisto le stime operative in ribasso del -10% assumendo un secondo semestre simile in valore assoluto al primo, con un Nord America impattato dalla riduzione delle scorte e da una stabilizzazione dei risultati commerciali nelle altre aree geografiche”, concludono da Intermonte, ribadendo la raccomandazione ‘neutrale’ sul titolo alla luce “dei rischi derivanti dalle sfide ancora non risolte”, mentre riducevano il target price sul titolo da 20,1 a 18,3 euro rispetto alla quotazione odierna di 14,386 euro (+2%).
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