Streaming on-demand: Su Netflix pesa la crescita dei competitor


Netflix riuscirà a mantenere la leadership nel settore streaming on-demand con la crescita del numero di competitor come Disney+, HBO Max, Paramount+, AppleTV+, Amazon Prime Video e Hulu?

A cura di Vontobel


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Deludono i nuovi abbonati

Lo streaming video on demand è stato uno dei principali servizi utilizzati durante la pandemia di Covid-19, quando la libertà di movimento era fortemente limitata dalle restrizioni. In questa situazione, Netflix si è presto aggiudicata il posto d’onore, con un guadagno netto nel 2020 di 36,6 milioni di abbonati, per un totale di 203,7 milioni di utenti a pagamento.

Nei primi tre mesi del 2021 i risultati finanziari sono positivi: gli utili per azione hanno toccato i 3,75 dollari, contro attese per 2,97 dollari, mentre i ricavi sono in rialzo del 24,2% a 7,16 miliardi di dollari, contro i 7,13 miliardi stimati.

A deludere è però il dato sui nuovi abbonati, che nei primi 3 mesi del 2021 sono aumentati di 3,98 milioni, contro previsioni per 6,2 milioni. “Crediamo che il rallentamento della crescita degli abbonati sia stato dovuto alla grande crescita provocata dal Covid-19 nel 2020 e da una lista meno sostanziosa di contenuti, a causa dei ritardi nella produzione provocata dal Covid-19”, ha precisato Netflix nella lettera agli azionisti.

Un settore sempre più affollato

Tuttavia, secondo gli analisti di Vontobel, “l’ambiente per Netflix si sta facendo sempre più difficile, in quanto vi è un crescente numero di competitor come Disney+, HBO Max, Paramount+, AppleTV+, Amazon Prime Video e Hulu. Parrot Analytics evidenzia come la quota di domanda della società di Los Gatos, un elemento che evidenzia la popolarità dei suoi prodotti, si sia attestata poco sopra il 50% nei primi tre mesi dell’anno, ben al di sotto del 65% del 1° trimestre 2019. Le quote perse dal gruppo sono andate prevalentemente a Disney+ e HBO Max”.

Ma c’è di più, diversi abbonati potrebbero decidere di affidarsi ad altri servizi di contenuti in streaming per ovviare al tentativo di Netflix di interrompere la diffusa pratica di condivisione delle password.

Certo, le performance di Netflix del 2020 saranno difficili da replicare con le riaperture delle attività economiche, ma secondo Vontobel “la società ha un vantaggio competitivo importante rispetto ai suoi avversari diventando profittevole dopo aver raggiunto 200 milioni di sottoscrittori con una media di 11 dollari al mese. I competitor invece continuano a perdere denaro nel business dello streaming”.

Una ricerca pubblicata da Morgan Stanley evidenzia come Netflix sia ritenuto dal 39% degli americani il miglior servizio in termini di contenuti, seguito da Amazon Prime Video e Disney Plus. Secondo la ricerca della banca Usa, le ragioni che hanno spinto gli utenti ad abbonarsi sono stati l’ampia selezione di contenuti (55%), la buona programmazione originale (51%), aggiunta di contenuti interessanti (49%) e nessuna pubblicità ( 46%).

Per diversi analisti, l’offerta di Netflix sta diventando un punto cardine dell’intrattenimento domestico, soppiantando anche la classica TV in un contesto in cui il colosso dello streaming spende molto di più in contenuti rispetto ai suoi rivali.

Analisi tecnica

Dopo il crollo avvenuto lo scorso 21 aprile, le azioni Netflix hanno iniziato a reagire a ridosso del supporto fornito dalla soglia psicologica dei 500 dollari. In generale le quotazioni permangono all’interno dell’ampio trading range con parte inferiore localizzata a 460 dollari e quella superiore in zona 580 dollari. Vontobel sottolinea come “i recenti ribassi non hanno quindi invalidato la struttura tecnica rialzista di lungo periodo, che potrebbe quindi proseguire specie nel caso in cui i prezzi dovessero riuscire a superare la parte superiore della congestione. Al contrario invece una violazione del livello di concentrazione di domanda a 460 dollari innescherebbe un movimento discendente con primo obiettivo individuato a ridosso dell’area supportiva compresa tra 400 dollari e 390 dollari”.

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