TIM, deludono le previsioni sul debito
Ieri il gruppo ha presentato il nuovo Piano Industriale 2023-2026 ‘Free to run’, oltre a confermare le precedenti indicazioni di bilancio 2023 comunicate a febbraio, ma il mercato accoglie le novità tra le vendite e gli analisti evidenziano la delusione sulle attese della società circa l’andamento futuro del debito.
Il 2023 di TIM
Fari accesi su Telecom Italia dopo l’approvazione del Bilancio 2023 e la presentazione del nuovo Piano Industriale 2023-2026 ‘Free to run’ arrivati ieri sera a mercato chiuso, con mercato e analisti delusi dalle previsioni sull’andamento debito a fine.
Il gruppo ha confermato i dati preconsuntivi 2023 diffusi lo scorso 14 febbraio, quando aveva indicato ricavi totali per 16,296 miliardi, in aumento del 3,2% rispetto al 2022 (15,788 miliardi).
L’EBITDA risulta pari a 5,710 miliardi (5,347 miliardi nel 2022, +6,8% in termini reported, +5,7% in termini organici), scontando oneri netti non ricorrenti per complessivi 673 milioni (682 milioni nel 2022). L’EBITDA organico al netto della componente non ricorrente si attesta a 6,383 miliardi con un’incidenza sui ricavi del 39,2% (6,039 miliardi nel 2022, con un’incidenza sui ricavi del 38,2%). L’EBIT risulta pari a 836 milioni (606 milioni nel 2022) e quello organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 1,512 miliardo (1,294 miliardi nel 2022) con un’incidenza sui ricavi del 9,3% (8,2% nel 2022).
Il Risultato netto dell’esercizio 2023 attribuibile ai Soci della Controllante registra una perdita di 1,441 miliardi (–2,925 miliardi nel 2022) e sconta l'effetto negativo di oneri netti non ricorrenti per 680 milioni (2,431 miliardi nel 2022).
Infine, l’Indebitamento Finanziario Netto rettificato ammonta a 25,656 miliardi al 31 dicembre 2023, in aumento di 292 milioni rispetto a fine 2022 (25,364 miliardi).
Il nuovo piano
Il consiglio di amministrazione ha approvato all'unanimità il Piano Industriale 2024-2026 ‘Free to Run’, il quale prevede la vendita della rete fissa (NetCo), consentendo a TIM di operare sul mercato “con minori vincoli finanziari e regolatori, focalizzandosi maggiormente sulle componenti industriali”, spiega il management.
“Nonostante un contesto macroeconomico fortemente incerto, si prevede un significativo miglioramento di tutte le metriche economico finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale”, prevedono da TIM.
In particolare, i target finanziari includono una crescita annuale media del 3% nei ricavi di gruppo nell'arco del piano, con ricavi di TIM Domestic in crescita del 2% annuo nel triennio. L’EBITDA organico After Lease di Gruppo è previsto in aumento del 8% annuo, con TIM Domestic che prevede un incremento del 9-10% annuo nel triennio.
Il cda si attende una riduzione dell'indebitamento di gruppo e stima un Equity Free Cash Flow After Lease positivo sia in Italia sia in Brasile. Per le singole entity, il piano prevede strategie specifiche, come la stabilizzazione del core business per TIM Consumer, l'accelerazione dei ricavi da servizi per TIM Enterprise, e una crescita continua per TIM Brasil.
A livello domestico, è prevista una seconda fase di trasformazione dei costi con target incrementali di 400 milioni di euro al 2026, concentrati sulla semplificazione e il ridimensionamento delle strutture di costo, con attenzione all'efficienza nel settore Consumer e all'internalizzazione di risorse nell'area Enterprise.
La view degli analisti
Bilancio e Piano sono stati accolti tra le vendite a Piazza Affari, dove il titolo TIM arriva a cedere il 4% nella prima mezz’ora di scambi, scendendo ad un minimo di 0,2621 euro.
L’andamento del debito indicato nel piano sta catalizzando l’attenzione degli operatori, segnala all’agenzia Reuters un analista “di una primaria casa d’affari”.
“L'indebitamento dovrebbe scendere da 3,8 volte a fine 2023 a 1,6-1,7 volte entro il 2026, prima di considerare la remunerazione degli azionisti (nessuna indicazione nel comunicato stampa) e l’incasso dell’earnout sulla vendita di NetCo”, evidenziano da WebSim Intermonte. “Questo implica un indebitamento netto di 7-7,5 miliardi al 2026, leggermente al di sopra della nostra stima di 6,4 miliardi (rettificando la nostra stima di 4,8 miliardi per escludere l’incasso dell’earnout su Netco, la cessione di Sparkle e il pagamento dei dividendi cumulati di 0,66 miliardi)” e il gap di 0,5-1 miliardi potrebbe essere riconducibile a nostro avviso alla presenza di oneri di ristrutturazione (ci aspettiamo maggiori dettagli su questo punto)”, aggiungono dalla sim.
In attesa della presentazione del nuovo piano prevista per oggi alle ore 13:30, gli analisti di WebSim confermano il loro giudizio ‘molto interessante’ sul titolo TIM, con target price di 0,42 euro.
La lista del cda
Nel pomeriggio di ieri era arrivata anche l’approvazione della lista presentata dal consiglio di amministrazione per il rinnovo del board in vista dell’assemblea degli azionisti in programma il prossimo 23 aprile. Il consiglio ha deciso di proporre un cda di 9 membri.
Confermato Pietro Labriola come amministratore delegato, al posto di Salvatore Rossi è stata indicata come Presidente Alberta Figari.
Nella lista sono stati indicati 15 nomi, 6 donne e 9 uomini, per un totale di 13 indipendenti, “selezionata in modo tale da garantire un certo grado di continuità che consenta di valorizzare al meglio le attività e le operazioni straordinarie avviate dal Consiglio uscente e di assicurare l’inserimento di candidature esterne di elevato profilo, portatrici di esperienze diversificate, che possano contribuire allo sviluppo futuro della società”, spiega la nota.
Oltre a Labriola e Figari, l’elenco completo comprende: Giovanni Gorno Tempini, Paola Camagni, Federico Ferro Luzzi e Maurizio Carli, tra i consiglieri uscenti, mentre le new entry sono Domitilla Benigni, Jeffrey Hedberg, Paola Tagliavini, Romina Guglielmetti, Leone Pattofatto, Antonella Lillo, Andrea Mascetti, Enrico Pazzali e Luca Rossi.
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