TIM, dubbi dalla Corte dei Conti sull’offerta di KKR


L’operazione di vendita della rete sarebbe ancora non sostenibile secondo la Corte ma l’ex monopolista prosegue e fissa le date del consiglio di amministrazione per valutare l’offerta del fondo americano.


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TIM e la Corte dei Conti

Si complica la vendita della rete unica in attesa della valutazione da parte del consiglio di amministrazione di Telecom Italia delle offerte targate Kohlberg Kravis Roberts (KKR) per NetCo e Sparkle.

Nel fine settimana la Corte dei Conti si è espressa sul deal, definendo la documentazione finora disponibile “non idonea” a supportare la sostenibilità finanziaria dell’investimento, in particolare per quanto riguarda la partecipazione del Tesoro all’offerta del fondo americano per la rete fissa di TIM.

Il MEF aveva risposto alle indicazioni della Corte spiegando che il parere non preclude al governo di procedere con l’acquisto di una partecipazione di minoranza, aggiungendo che le trattative in corso non consentono di disporre di dati definitivi sul tema. L’operazione, quindi, prosegue nel suo iter, ribadiscono dal MEF.

Andamento del titolo

A Piazza Affari, però, il titolo TIM apre la settimana in calo di oltre il 2%, toccando un minimo di 0,2491 euro, risultando tra le peggiori blue chip del FTSE MIB (+0,30%) di oggi.

Equita Sim conferma la propria “idea che l’operazione di cessione di NetCo possa garantire a TIM una struttura economica e finanziaria adeguata, liberando risorse per lo sviluppo delle attività ex NetCo e supportando il rerating del titolo”.

Pertanto, dalla sim confermano la loro raccomandazione ‘buy’ e il prezzo obiettivo a 0,4 euro su TIM.

Le date del cda

Ieri, intanto, TIM ha comunicato che il cda si riunirà il prossimo 3 novembre per esaminare l’offerta vincolante su NetCo e quella non vincolante relativa a Sparkle ricevute da KKR lo scorso 16 ottobre.

Inoltre, all’ordine del giorno del board ci sarà anche la questione legata a quale organo sociale sia competente a decidere in merito all’operazione.

Il calendario prevede il 4 novembre quale data per una riunione informale del Consiglio nel corso della quale verranno interpellati il management e i consulenti, mentre il 5 novembre è prevista la deliberazione finale sull’offerta.

La posizione di Vivendi

Il riferimento all’organo sociale competente fatto dal cda riguarda la posizione di Vivendi, con i francesi che hanno sempre ribadito che debba essere l’assemblea degli azionisti (ordinaria o straordinaria) a doversi esprimere in merito ad “un’operazione così significativa”, al contrario di quanto sostenuto dal board.

Posizione ribadita la scorsa settimana dai francesi nel corso della conference call sui risultati del terzo trimestre, seppur apprezzando la presenza di un’offerta di binding.

Da Equita Sim sottolineavano che “dalla posizione di Vivendi non emerge un cambiamento sostanziale”, con “i toni che ci sembrano fermi ma non aggressivi e tali quindi da lasciare aperti i tavoli negoziali in corso”.

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