TIM in difficoltà tra effetto Vodafone e incertezza sulla rete

La trimestrale della società britannica comunicata oggi è stata definita dalla Ceo “non abbastanza buona”, mentre indiscrezioni di stampa rilanciano la possibilità di un passo indietro di CDP dall’offerta sulla rete.

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Tim venduta

Titolo TIM ancora in fondo al Ftse Mib dopo un’ora di contrattazioni iniziate in salita per l’ex monopolista a Piazza Affari, indebolito dai risultati di Vodafone e dalle indiscrezioni legate alle decisioni di Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

Le azioni del gruppo cedono oltre il 2% a 0,26 euro, dopo aver toccato un minimo di 0,2537 euro (-4%).

Resta positivo il bilancio del titolo nel corso del 2023 con una crescita arrivata al 18%, considerando le quotazioni di inizio gennaio (0,22 euro).

Effetto Vodafone

Secondo le parole di un gestore rilasciate alla Reuters, TIM soffre “l’effetto Vodafone” che si sta abbattendo sul settore, visto il -4,5% dei britannici alla borsa di Londra dopo la diffusione di risultati “non abbastanza buoni”, secondo le parole della Ceo Margherita Della Valle, e l’annuncio di 11 mila licenziamenti in tre anni.

La società ha chiuso l’esercizio al 31 marzo con un utile rettificato per azione di 11,45 centesimi (utile di 14,7 miliardi di euro), al di sotto della guidance della società, mentre i ricavi, seppur in crescita (+0,3%), hanno visto un calo in Europa e “movimenti sfavorevoli dei tassi di cambio”.

Per quanto riguarda l’esercizio in corso che chiude a marzo 2024, da Vodafone hanno comunicato una stima di risultato operativo EbidaaL rettificato “sostanzialmente piatto”, a circa 13,3 miliardi.

Incertezza sulla rete

Indiscrezioni di Bloomberg parlano di una possibile rinuncia da parte di CDP alla sua offerta per la rete, presentata insieme al fondo Macquarie e alzata lo scorso mese.

Dal Sole 24 Ore, invece, scrivono che il Tesoro starebbe ancora appoggiando un’offerta congiunta di KKR e CDP, pertanto sarebbero pronte a rispondere al consiglio di amministrazione di TIM, la cui prossima riunione è prevista per il 9 giugno.

Passo indietro

Da WebSim Intermonte spiegano che “un passo indietro di CDP rappresenta una precondizione per negoziare un’offerta congiunta con KKR, altrimenti sarebbe necessario aspettare la scadenza naturale dell’offerta di CDP/Macquarie, fissata per fine maggio prima di consentire ai due offerenti di negoziare un’offerta congiunta alternativa”.

In questo modo, proseguono dalla sim, “a fronte di un ritiro anticipato dell’offerta di CDP, i due bidder guadagnerebbero 2-3 settimane di tempo per negoziare e strutturare un’offerta congiunta prima del cda di TIM del 9 giugno”.

Il Governo, ricorda Equita Sim (‘buy’ e target price su TIM a 0,4 euro), “si era detto recentemente non contrario alla possibilità che CDP e KKR convergessero su un’offerta comune per NetCo e in questo caso gli articoli di stampa avevano anticipato che il primo passaggio formale avrebbe dovuto essere la decadenza dell’offerta ufficiale presentata dal consorzio CDP/Macquarie. La situazione rimane quindi piuttosto fluida ma non ci sembra modificata rispetto allo scenario noto nei giorni scorsi".

Scenario incoraggiante

La presentazione di un’offerta congiunta con il supporto del governo “rappresenta uno scenario molto incoraggiante per TIM come da noi più volte auspicato”, proseguono da WebSim.

Un’offerta congiunta, infatti, “da un lato eliminerebbe il rischio di veti incrociati (placet di KKR per la vendita di FiberCop, rischio golden power su offerta KKK) e assicurerebbe un maggiore firepower per ulteriori rilanci (ipotizziamo in area 24-25 miliardi di euro, non distante dai 26 miliardi chiesti da Vivendi), dall’altro con il pieno supporto del governo riteniamo meno probabile che i francesi possano osteggiare l’offerta presentando soluzioni alternative mettendo a rischio la continuità dell’attuale management di TIM”, concludono da WebSim, i cui analisti mantengono il giudizio ‘molto interessante’ sul titolo, con target price a 0,41 euro.

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