Tim in luce sulle nuove indiscrezioni di un rilancio per CPD-Macquarie

La coppia potrebbe aumentare la sua offerta per la rete di altri 2 miliardi, ma il totale di 20 miliardi resta lontano dalla valutazione dei soci francesi di Vivendi.

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Azioni TIM in crescita

Titolo TIM in evidenza a Piazza Affari nella seduta di oggi, sostenute da nuovi rumor su un possibile rilancio dell’offerta per la rete da parte di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) in coppia col fondo Macquarie.

Le azioni della ex monopolista arrivano a guadagnare oltre il 2%, toccando un massimo vicino a quota 0,30 euro, per poi rallentare leggermente ma restando tra le migliori blue chip del Ftse Mib dopo i petroliferi.

Positiva la performance del titolo TIM da inizio anno, con una crescita confermata oltre il 30% rispetto ai valori di inizio gennaio quando quotava 0,23 euro.

Pronto il rilancio?

Bloomberg pubblica indiscrezioni secondo le quali la cordata CDP-Macquarie starebbe preparando un rilancio di 2 miliardi per la loro offerta sulla rete, passando così a 20 miliardi dopo che la precedente (18 miliardi) era stata considerata insufficiente dal cda di TIM.

Anche con l’eventuale rilancio, però, l’offerta resta lontana dai 31 miliardi valutati dal socio Vivendi, quindi la ‘partita’ resta ancora tutta da giocare.

Se una decisione finale “non è ancora stata presa e i termini potrebbero cambiare”, l’agenzia del media statunitense non ha diffuso ulteriori dettagli, quindi non sono noti i valori attribuiti ai singoli asset di NetCo o la posizione di CDP in merito ad alcune richieste da parte di Telecom, trapelate nei giorni scorsi circa le offerte migliorative come il farsi carico del rischio antitrust.

A questo punto si attenderà il board di TIM previsto per il 18 aprile, data ultima per passare dalle indiscrezioni alle offerte reali, e considerando la prevalenza nel cda di consiglieri indipendenti (11 su 14) a seguito dell’uscita di Vivendi, il parere degli advisor potrebbe essere determinante per le scelte sul futuro della rete.

La view degli analisti

“Una possibile guerra delle offerte tra CDP e KKR volta a migliorare le rispettive offerte ha un chiaro beneficio per TIM dal punto di vista dell’appeal speculativo”, commentano gli analisti di Bestinver, che sul titolo hanno una raccomandazione ‘buy’ e un intervallo di valutazione 0,68-0,72 euro.

Solo un anno fa, il cda di TIM respinse l’offerta potenziale di KKR da 0,505 euro per azione su TIM, all’interno della quale (secondo la stampa) era prevista una valutazione implicita di 25 miliardi per NetCom, in un contesto di mercato e di tassi sicuramente più favorevole rispetto ad oggi.

Gli analisti di Equita Sim sottolineano che “dal punto di vista meramente quantitativo, l’offerta precedente era stata indicata dalla stampa a 18 miliardi, con un impatto per il debito di Tim di 15,4 miliardi”.

Nel caso in cui CDP alzasse l’offerta a 20 miliardi, “ipotizzando che l’intero rialzo sia da attribuire agli asset ex-FiberCop, per Tim il deleverage salirebbe a 17,4 miliardi, contro i 16,1 miliardi della nostra valutazione (costruita su un Ev della rete di 18,6 miliardi), con un impatto di circa 6 centesimi sul nostro target”, spiegano da Equita, i cui analisti mantengono la raccomandazione ‘buy’ sul titolo TIM, con prezzo obiettivo a 0,41 euro.

Inoltre, dalla sim calcolano che “il debito di gruppo 2023 calerebbe a 3 miliardi, prima degli oneri straordinari legati all’operazione”.

Prezzo obiettivo di 0,42 euro per WebSim, costruito “su una valutazione floor per NetCo di 20 miliardi e che ogni miliardo di maggiore valutazione per NetCo si riflette in 0,05 euro/azione di upside sul target”.

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