TIM, il mercato vede dipanarsi la matassa sul suo futuro


Il governo è impegnato nella predisposizione di alcuni incentivi per il settore e prosegue con gli incontri per definire il futuro dell’ex monopolista.


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TIM corre ancora

Qualche luce all’orizzonte si affaccia sul destino di Telecom Italia e il mercato sembra crederci, o almeno voler dare fiducia al governo di Giorgia Meloni.

Le possibili scelte dell’esecutivo su una rete sotto controllo pubblico mettono ‘benzina’ al rally del titolo Tim, oggi in crescita di oltre il 3% e tra i migliori del Ftse Mib insieme a Iveco.

Il nuovo anno è iniziato bene anche per il titolo dell’ex monopolista, in guadagno del 16% da inizio gennaio, quando quotava 0,22 euro rispetto agli odierni 0,26, quindi favorito anche da prezzi molto bassi.

Incentivi e impatto

Il tema ‘caldo’ di oggi per Tim sono le ipotesi di possibili incentivi per il settore, attualmente allo studio del governo, tra cui il taglio dell’Iva.

Lo scoglio per la riduzione dell’Iva restano le coperture, sottolineano da Equita Sim, in quanto “il passaggio dal 22% al 10% costerebbe 550 milioni di euro e al 5% arriverebbe a 780 milioni”.

Se confermato, questo potrebbe portare al miglioramento dell'Ebitda margin, osserva Banca Akros.

Inoltre, tra le ipotesi circolate c’è la revisione dei limiti elettromagnetici, anche se deve essere valutata in accordo con il Ministero della Salute.

I piani di copertura per le zone bianche (a fallimento di mercato) assegnati a OF procedono a rilento e si mira a completare per giugno 2023 i lavori finanziati dai fondi europei FESR.

Infine, è inoltre pronto per essere notificato all’UE un nuovo piano voucher per le famiglie che non dispongono di connettività, a prescindere dal reddito, comprendendo anche meccanismi di incentivazione tariffaria per i nuovi investimenti (tariffe wholesale).

La relazione di Urso alla Camera

Ieri il Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto alla Commissione Trasporti della Camera, sottolineando come l’obiettivo del governo sia quello di realizzare una rete nazionale, non unica, che possa superare le obiezioni poste dall’antitrust europeo al progetto.

Oltre ad illustrare iniziative di supporto previste dall’esecutivo, Urso ha definito “costruttivo” il clima degli incontri tenutosi al ministero tra le parti.

Secondo la stampa, il ministero sosterrebbe lo schema che vede Cdp e altri fondi presentare un’offerta per NetCo, piuttosto che il progetto di demerger proporzionale sostenuto da Vivendi.

Per favorire questa soluzione servirebbe proprio un meccanismo tariffario che incentivi la remunerazione del capitale investito sulla rete, accompagnando lo switch-off dal rame alla fibra ottica.

Le parti avranno comunque modo di presentare le loro proposte su come strutturare l’operazione in un incontro che dovrebbe tenersi a inizio febbraio, ricordano da Equita Sim, che su Tim conferma la raccomandazione ‘hold’, con prezzo obiettivo a 0,39 euro.

Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, le misure di sostegno al settore potrebbero rafforzare il valore della rete e favorirne la cessione perché avvicinerebbero la distanza di valutazione tra Cdp e Vivendi.

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