TIM rallenta dopo lo scatto iniziale seguito ai decreti del Governo

La decisione dell’esecutivo permette al MEF di entrare come socio di minoranza nell’operazione guidata dal fondo americano KKR, con un esborso massimo di 2,2 miliardi di euro, ma resta il nodo Vivendi, da sempre contraria ad una vendita per una cifra inferiore ai 31 miliardi.

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TIM in rialzo

Rallenta subito il titolo Telecom Italia a Piazza Affari dopo lo scatto iniziale arrivato a seguito dell’approvazione del decreto legge arrivato ieri sera sul futuro della società.

A Milano le azioni TIM aprono la seduta con un guadagno del 2,50%, toccando un massimo di 0,2913 euro, per poi scendere a 0,2864 (+1%) dopo mezz’ora di scambi.

Resta comunque positivo l’andamento del titolo nel corso del 2023, con un guadagno del 30% rispetto ai livelli di inizio gennaio (0,22 euro).

Il decreto del Governo

Così come anticipato dai media, il Governo ha approvato nella serata ieri due decreti legge per entrare nell’operazione nell’operazione ‘NetCo’ guidata dal fondo KKR, mettendo a disposizione così le risorse finanziarie a consentire l’ingresso del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

Con questa mossa, il MEF entrerà con una quota di minoranza compresa tra il 15% e il 20%, investimento di un massimo di 2,2 miliardi, risorse derivanti da disponibilità del cosiddetto ‘patrimonio destinato’ creato dal decreto-legge n.34 del 2022 che arriva a 2,525 miliardi, finalizzato a realizzare operazioni attinenti società di rilievo strategico decise dall’esecutivo.

In prospettiva, la NetCo possiederà il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa di telecomunicazioni ora in mano a Tim spa, con il Governo che avrà un “ruolo strategico” nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo di rilevanza strategica e in materia di sicurezza nazionale

Secondo una bozza visionata dalla Reuters, nel decreto è prevista anche la possibilità di acquisizione da parte del MEF della piena proprietà dell'unità di cavi sottomarini Sparkle di Telecom Italia come parte dell’accordo con KKR, anche “in una fase successiva”.

Supporto politico

A valle del Consiglio dei Ministri, in conferenza stampa il premier Meloni e il ministro delle finanze Giorgetti hanno ribadito il pieno supporto politico del Governo all’operazione che mira a garantire allo Stato il controllo della rete, salvaguardando i livelli occupazionali.

“I commenti a nostro avviso lasciano trasparire grande confidenza sulla capacità di portare a termine l’operazione”, spiegano gli analisti di Equita Sim (rating ‘buy’ confermato), sottolineando come “le novità di ieri a nostro avviso alzano notevolmente le chance di realizzazione dell’operazione, dato il chiaro e forte supporto politico ai massimi livelli da parte del Governo. L’operazione risolverebbe il tema dell’eccesso di debito di TIM e darebbe supporto alla nostra valutazione per somme delle parti di 40 centesimi”.

“L’ufficializzazione dei due decreti arriva nei tempi prospettata in occasione dell’MOU di metà agosto e contribuisce a rafforzare la visibilità sull’impegno del Governo nelle trattative con KKR per presentare entro fine settembre un’offerta congiunta vincolante per NetCo, scenario blu-sky per il nostro investment case su TIM”, sottolineano da WebSim Intermonte.

Confermiamo la raccomandazione ‘buy’ su TIM Ord con target price di 0,41 euro (costruito su una valutazione di 20 miliardi per NetCo, livello floor in grado di garantire una riduzione strutturale del debito su livelli sostenibili) e manteniamo una chiara preferenza per i titoli di risparmio (TP Savs di 0,44), che a fronte del liquidity event dalla cessione di NetCo potrebbero beneficiare del maggior appeal speculativo legato all’opzionalità della conversione in azioni ordinarie e al pagamento dei due dividendi arretrati per circa 332 milioni di euro, grazie alla plusvalenza dalla dismissione dell’asset”, concludono dalla sim. 

Il nodo Vivendi

“Le maggiori issue che vediamo all’orizzonte riguardano la posizione di Vivendi, ad oggi uno dei principali fattori di incertezza per il successo dell’operazione (potere interdittivo in caso di eventuale EGM per approvare l’operazione) e il personale allocato nella ServiceCo”, avvisano da Intermonte.

Vivendi, forte del suo 23,75%, rappresenta il primo azionista di TIM e si è sempre dichiarata contraria alla vendita della rete per meno di 31 miliardi, mentre il gruppo guidato da KKR potrebbe offrirne 23 entro il 30 settembre.

La quota dei francesi potrebbe bastare per bloccare un’assemblea straordinaria, ma probabilmente non una ordinaria, pertanto a questo punto sarebbe scattata l’ora della diplomazia.

Fonti di stampa indicano che una telefonata tra il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e l’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, potrebbe nella prima metà di settembre.

In questo scenario anche il destino di Sparkle potrebbe fare la differenza: se fosse valutata oltre il miliardo di euro, e a sua volta scorporata da Netco, potrebbe aiutare KKR e CDP ad avvicinarsi ai desiderata di Parigi. Ma se l’offerta economica e la diplomazia non saranno sufficienti e convincere Vivendi, la battaglia è destinata a spostarsi in sede di assemblea

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