TIM, ricavi ed Ebitda in aumento nel semestre


La crescita del mercato domestico aiuta i conti dell’ex monopolista nel primo semestre 2023, mentre gli analisti parlano di numeri “coerenti” con le attese di buone prospettive per i prossimi mesi.


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Ricavi in aumento per TIM

Telecom Italia alza il velo sui conti dei primi sei mesi dell’anno e del trimestre, diffusi ieri a mercato chiuso.

Il primo semestre 2023 del gruppo si è chiuso con ricavi totali organici per 7,8 miliardi di euro, in leggero aumento (+3,5%) rispetto ai primi sei mesi del 2022 e in linea con l’obiettivo di crescita ‘Low Single Digit’ per l’anno in corso.

Torna il segno positivo nel mercato domestico per la prima volta dopo 5 anni (20 trimestri), con ricavi (+0,6%) a 2,9 miliardi di euro ed ebitda (+0,5%) a 1,1 miliardi di euro.

“Sempre sul domestico proseguono le attività di transformation, la focalizzazione sui costi e la revisione dei business model alla luce dello sfidante contesto industriale e finanziario”.

Gli altri numeri

Aumenta la perdita netta nel semestre, passando dai 360 milioni del corrispondente periodo dello scorso anno agli attuali 673 milioni.

Il “sensibile” miglioramento dei trend della Business Unit Domestic e il contributo positivo del Brasile portano l’Ebitda organico di gruppo a 3,1 miliardi (+4,7% a/a), mentre l’Ebitda After Lease di gruppo sale (+3,1%) a 2,6 miliardi.

Aumento anche per l’indebitamento finanziario netto di fine semestre, arrivando così a 26,2 miliardi (+0,8 miliardi rispetto al 31 dicembre 2022), mentre quello netto After Lease si attesta a 20,8 miliardi (+0,8 miliardi rispetto al 31 dicembre 2022).

Nel secondo trimestre 2023, i ricavi totali di gruppo si sono attestati a 4 mld di euro (+2,8% a/a), quelli da servizi ammontano a 3,7 mld (+1,8% a/a) e l''Ebitda ammonta a 1,6 mld (+5,6% a/a).

Alla luce dell'andamento dei principali segmenti di business nel primo semestre 2023, la società conferma la guidance già comunicata con l’approvazione del Piano Industriale TIM 2023-2025.

La view degli analisti

Gli esperti di Equita Sim confermano la raccomandazione ‘buy’ e il prezzo obiettivo a 0,4 euro sul titolo Tim dopo i conti trimestrali, risultati “sono molto coerenti” con le aspettative.

Tra i numeri diffusi dalla società “l’andamento dell’Arpu (ricavo medio per utente) fisso è a nostro avviso la notizia più rilevante, in quanto sostiene il miglioramento della performance domestica del secondo semestre”, aggiungono da Equita.

Gli analisti di WebSim Intermonte parlano di “set di risultati positivo”, con una “guidance 2023 confermata con spazio di revisione al rialzo su FCF”.

Tra gli elementi da sottolineare per la sim c’è il “rifinanziamento del debito: 3,3 miliardi di euro raccolti da inizio anno; a fine luglio, su base proforma, il margine di liquidità del gruppo copre tutte le scadenze fino al 2025”.

“Resta l'appeal speculativo dell'operazione NetCo (offerta vincolante di KKR entro fine settembre, potenziale coinvolgimento di F2i/CDP/MEF). Insieme al ritorno alla crescita in Italia e agli ultimi sviluppi del settore (aumento dei prezzi, potenziale consolidamento in-market, NRRP) fa ben sperare per il prossimo futuro”, concludono da WebSim, confermando il giudizio ‘molto interessante' sul titolo, target price 0,41 euro rispetto ad un minimo toccato questa mattina di 0,2552 euro (-3%).

Ruolo da cacciatore

Dopo la diffusione dei numeri, l’amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, ha rilasciato un’intervista nella quale illustrava le strategie del gruppo.

L’ex monopolista punta a giocare un ruolo da “cacciatore” nel mercato italiano, auspicando che gli operatori possano passare “da cinque a tre”, con una TIM “protagonista”, “sia sul fronte consumer che enterprise, e anche TIM Brasil potrebbe valutare un’espansione”.

“Il primo passo per il rilancio è il piano di riorganizzazione degli asset”, spiega il manager, “la separazione è un passaggio indispensabile per rimettere le Telco al centro della digitalizzazione del sistema economico. Se va in porto, sarà una delle operazioni industriali italiane più importanti dell'attualità, sarà il trampolino di lancio per dare forza ai servizi di telecomunicazioni e sviluppare le infrastrutture. Dipende tutto da noi, io sono ottimista”.

La cessione della rete

Dal fronte cessione della rete, Labriola ha ribadito che questa avverrà “solo se il prezzo che verrà offerto consentirà all’azienda che rimane di essere sostenibile sia dal punto di vista finanziario che industriale”.

“L’operazione si concluderà se il valore stabilito rispecchia quello della rete, se il debito verrà ridotto significativamente, se l’azienda che rimane risulti finanziariamente e industrialmente sostenibile”, aggiungeva l’ad.

Quanto a quest'ultima, ovvero Tim Enterprise, Labriola ha detto che il management valuterà operazioni che possano accelerarne la crescita, mentre sull’ipotesi vendita frenava in quanto “non vogliamo privarci di un asset distintivo e ad alto potenziale”.

Una possibile vendita di Tim Brasil, che contribuisce per il 30% alla marginalità del gruppo, sarebbe invece da prendere in considerazione “soltanto davanti a un'offerta monstre”, concludeva Labriola.

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