Tim, rumor su interesse di Cvc per quota Vivendi

Il fondo britannico aveva già fatto un’offerta in passato, poi rifiutata dall’ex monopolista in quanto considerata troppo bassa, e secondo i media sarebbero in corso le trattative preliminari anche se resterebbe ancora la distanza con le richieste economiche dei francesi.
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Cvc punta quota Vivendi in Tim
Voci di un interesse del fondo Cvc per la quota detenuta da Vivendi in Telecom Italia, pari al 24% e corrispondente a circa 1 miliardo di euro ai prezzi correnti. L’indiscrezione è stata pubblicata ieri da Bloomberg e, secondo fonti del quotidiano statunitense, sarebbero in corso trattative preliminari tra i francesi e il management del fondo.
Un accordo renderebbe il fondo britannico il maggiore azionista dell’ex monopolista e il fondo potrebbe alla fine cercare un'acquisizione completa di Tim per poi provare a smembrare l'attività, secondo quanto riferito dalle stesse fonti. Secondo La Stampa, Cvc potrebbe puntare al pieno controllo di Tim per procedere poi al break up delle attività, concentrandosi su Tim Enterprise, operazione che potrebbe attivare la Golden Power.
Già in passato CVC si era mostrata interessata a Tim e nel 2022 l'azienda italiana aveva respinto l'offerta non vincolante per una quota di minoranza, dal valore di 6 miliardi di euro, cifra ritenuta troppo bassa dall'operatore. La differenza tra domanda e offerta, però, resta ampia, con Vivendi che punta a ottenere almeno 1,5 miliardi di euro, corrispondente a 0,41 euro per azione.
Dopo la notizia, il titolo Tim aveva messo le ali nella seduta di ieri a Piazza Affari, chiudendo in crescita del 5,69%, per poi proseguire il rally questa mattina, con un balzo del 4% e un massimo di 0,2859 euro, nonostante l’apertura negativa del FTSE MIB (-0,60%).
Nuove prospettive
Il potenziale interesse di Cvc, Bain Capital e altri fondi per la quota di Vivendi “apre a prospettive di valorizzazione significative per la società nel breve termine”, secondo gli analisti di WebSim Intermonte, anche se ritengono che sia “presto per trarre conclusioni in assenza di dettagli sul prezzo offerto e su come potrebbe essere strutturato il passaggio delle quote”.
Tra alcuni punti chiavi dell’operazione, gli esperti segnalano l’assenza dell’obbligo di Opa, in quanto la quota di Vivendi è “inferiore alla soglia che ne farebbe scattare l’obbligo e questo dovrebbe facilitare l’operazione per i nuovi investitori”.
Dal punto di vista della golden power, proseguono da WebSim, “la rilevanza strategica degli asset di Tim, come la rete 5G, Telsy e i data center, richiede necessariamente un confronto con il Governo”, anche se “l'allineamento con Cdp (secondo azionista in Tim con circa il 10%) potrebbe facilitare un esito positivo, soprattutto se Cvc o Bain non saranno percepiti come attori ostili”, considerando anche i “solidi” rapporti di Cvc con Cdp (partecipazione congiunta in MatcMind), “elemento che potrebbe favorire un allineamento strategico nell’operazione”.
Altri interessati
La quota di Vivendi sembrerebbe essere di interesse anche di altri soggetti. Tra quanto riportato dai media italiani, il Sole24Ore cita anche APAX, mentre il Messaggero segnala l'interesse anche di Bain Capital, già presente in Italia con il 50% di Engineering, e di un terzo fondo non ancora identificato.
Se Cvc e Bain Capital sono “due candidati autorevoli”, il nodo principale “resta la distanza tra le richieste di Vivendi, che punterebbe a incassare almeno 1,5 miliardi, ma, aggiungono dalla sim “un eventuale accordo potrebbe essere facilitato dalla possibilità di realizzare sinergie industriali e operative significative, soprattutto legate al riassetto di Tim Enterprise (possibile combinazione con MaticMind o altri player), ma anche al possibile consolidamento di Tim Consumer”.
Infine, “l’uscita di Vivendi potrebbe sbloccare finalmente iniziative chiave di valorizzazione, come la conversione o il buyback delle azioni di risparmio, oltre allo spin-off o alla monetizzazione di asset non core”, mentre “un nuovo azionista stabile e strategico migliorerebbe inoltre la governance, eliminando le frizioni storiche che hanno pesato sulla valutazione del titolo”, concludono da Intermonte, che su Tim mantengono un giudizio ‘molto interessante’, con target price a 0,38 euro.
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