TIM, ruolo “strategico” per il MEF nella nuova NetCo


Ieri è stato annunciato l’accordo tra l’esecutivo e gli americani del fondo KKR per l’ingresso del Ministero con una quota del 20% nella nuova realtà di gestione della rete, assicurando così un ruolo fondamentale del governo nel futuro dell’ex monopolista.


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TIM e KKR

Il governo sarà presente da NetCo, società di nuova creazione per la gestione della rete primaria, della rete secondaria (FiberCop) e dai cavi sottomarini di Sparkle.

Ieri sera, infatti, il Ministero dell’Economia e finanze ha annunciato un accordo con il fondo KKR con il quale si prevede la formulazione di un’offerta vincolante che stabilisce, tra l’altro, “l’ingresso del Mef nella NetCo nella percentuale fino al 20%”.

Nell’offerta il ruolo del governo sarà “decisivo nella definizione delle scelte strategiche”, spiega la nota diffusa ieri sera dal MEF, mentre il prossimo passaggio comprende l’adozione di un Dpcm per completare l’iter procedurale”.

L’esecutivo, dunque, entra nella partita della cessione della rete TIM agli americani di KKR, i quali dovranno presentare un’offerta vincolante entro il 30 settembre.

La svolta

Già nei giorni scorsi si erano diffuse voci di un’accelerazione da parte di KKR sul dossier, sostenendo il titolo TIM a Piazza Affari.

Secondo indiscrezioni pubblicate da Il Giornale, l’ipotesi di una cordata con l’ingresso del MEF avrebbe subito un’accelerazione dovuta all’emergenza debito del gruppo.

Con l'approvazione della semestrale a fine luglio, spiega la fonte del quotidiano, “è emerso un dato allarmante”, in quanto “l’indebitamento finanziario netto è cresciuto a 26,2 miliardi, in aumento di 799 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022. Un dato che, alla luce dei maggiori aumenti degli oneri finanziari, ha messo pressione alla trattativa della vendita della Netco a KKR”.

La view degli analisti

Gli analisti di Equita Sim ipotizzano che “altri soggetti istituzionali potrebbero avere quote di minoranza in NetCo, da F2i (10/15%) a CDP (pura quota finanziaria senza governance per evitare temi antitrust e quindi non oltre il 3%) alla stessa Tim (5-10% che andrebbe però a ridurre l’impatto sul deleverage)”.

Gli analisti sottolineano che “al di là delle quote degli altri soggetti ancora da definire, il messaggio importante è la presenza diretta e attiva del MEF, che rende esplicito il forte e ampio supporto politico all’operazione e offre garanzie sul tema golden power”.

A questo punto, “l’operazione dovrà essere notificata all’antitrust europeo per verificare che non sussistano le condizioni per l’aiuto di Stato, tema che non vediamo come elemento di rischio trattandosi di un’operazione condotta alle stesse condizioni di un soggetto privato come KKR”, concludono da Equita, ribadendo il rating buy sul titolo TIM, con prezzo obiettivo a 0,4 euro.

A Piazza Affari, intanto, il titolo prosegue il suo momento positivo arrivando a guadagnare fino al 3% dopo essere entrato in ritardo in contrattazione, ad un massimo di 0,2912 euro, alla sua quarta seduta utile consecutiva.

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