Tim sotto la lente in attesa dei conti. Partnership con Dazn sui diritti Legacalcio


A muovere il titolo Telecom Italia in Borsa, nel giorno del Cda che dovrà approvare i risultati dell'esercizio 2020, le indiscrezioni sulla partnership con Dazn e le novità sul rinnovo del board. Alle 12 il titolo si muove sotto la parità segnando -0,26% a 0,379 euro. Si attende anche l’ingresso di Cdp nel cda.


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Tim fornirà supporto tecnologico e finanziario a Dazn

Sul fronte dei diritti Tv, Tim ha confermato i rumor circolati nella serata di ieri e annunciato che non parteciperà alla gara per l’assegnazione dei diritti per le stagioni 2021/2024 indetta da Lega Calcio, ma si prepara a fornire supporto tecnologico e finanziario a Dazn. Il gruppo telefonico ha confermato di aver sottoscritto un’intesa, volta a integrare l’accordo di distribuzione già in essere con la tv digitale. La collaborazione partirebbe da luglio 2021 e comprenderebbe tutta l’offerta di contenuti sportivi live e on demand.

Secondo Bloomberg gli impegni di spesa dell’accordo sarebbero compresi tra 1 e 3 miliardi su tre anni (in termini di minimi garantiti). L’asta per i diritti, sottolinea Equita Sim (Buy su Tim con Tp 0,47 euro), vede impegnate Sky e Dazn e «al momento non ha portato ancora a offerte coerenti con i valori attesi dalla Lega Calcio». Dazn avrebbe infatti offerto 840 milioni all’anno per sette partite in esclusiva. «Un accordo commerciale rafforzato con Tim rende più credibile l’offerta di Dazn, ma vediamo Sky rimanere il favorito, anche per la rilevanza del calcio nella sua offerta complessiva», affermano gli analisti. «In caso di aggiudicazione a Dazn, Tim avrebbe bisogno di un numero importante di sottoscrittori del pacchetto per giustificare i valori indicati da Bloomberg. Vediamo quindi difficile il ritorno sull’investimento per Tim, tanto più vista la breve durata dei diritti (3 anni) e la bassa visibilità sulle chance di rinnovo».

Alle 12 il titolo si muove sotto la parità segnando -0,26% a 0,379 euro. Anche Banca Akros conferma il rating buy e tp di 0,56 euro in attesa dei conti. Gli esperti si attendono indicazioni di supporto, la conferma del target di debito a fine 2021 e la continuazione del percorso di crescita per l’Ebitda.

Nomine nuovo Cda: Morselli e Ferrari si dimettono

A catalizzare l’attenzione sulla società di Tlc anche i movimenti sul fronte della governance. Nella serata di ieri, il gruppo ha comunicato le dimissioni «con effetto immediato» di Massimo Ferrari, consigliere indipendente e componente del Comitato Sostenibilità e Strategie e del Comitato per il Controllo e i Rischi, e di Lucia Morselli, consigliera indipendente e presidente del Comitato Parti Correlate e componente del Comitato per il Controllo e i Rischi. La scelta, in entrambi i casi, è stata giustificata da «sopraggiunti impegni» ma secondo le voci sarebbe determinata da attriti interni legati alla scelta dei componenti del nuovo board.

Il 20 gennaio scorso, per la prima volta nella storia del gruppo, i soci Tim hanno concordato sul sostegno alla lista presentata dal Cda in vista della prossima assemblea in primavera. Difficilmente dunque ci sarà spazio per i consiglieri uscenti della lista Elliott, Ferrari e Morselli, per un nuovo mandato nel board. Negli ultimi mesi, inoltre, il fondo Usa ha progressivamente ridotto la propria partecipazione in Tim, fino quasi all’azzeramento.

Cdp entra nel cda di Tim e si muove anche sul dossier Open Fiber

La lista per il nuovo cda, oltre a comprendere l’attuale presidente Luigi Gubitosi e l’ad Salvatore Rossi potrebbe vedere l’ingresso di un rappresentante di Cassa depositi e prestiti. L’indiscrezione è in attesa di essere confermata nel corso del board di oggi, con la presentazione ufficiale della lista, e il nome che circola tra i corridoi è quello del presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini. Anche Vivendi (principale azionista di Tim con il 24%) dovrebbe confermare i rappresentanti che già siedono in cda (Arnaud de Puyfontaine, Franck Cadoret, Giuseppina Capaldo, Marella Moretti e Michele Valensise).

Ieri Cdp era impegnata su molti fronti. Oltre ad Atlantia e a Tim, i consiglieri di Cdp si sono mossi anche sul dossier Open Fiber, dove avrebbero optato per non esercitare la clausola di gradimento sull’ingresso di Macquarie, né di far valere il diritto di prelazione sulla quota di Enel che dovrebbe dunque passare agli australiani. L’obiettivo di Cdp sarebbe invece quello di acquistare in un secondo momento una partecipazione fino al 10% da Enel e arrivare quindi a detenere la maggioranza assoluta di Open Fiber. A quel punto inizieranno probabilmente i colloqui con Macquarie (partner anche sull’operazione Aspi), per cercare di arrivare a un’intesa sul fronte della governance.

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