TIM, trimestrale non entusiasmante mentre si attende il rilancio su NetCo
Il gruppo ha visto aumentare le perdite non ricorrenti nei primi tre mesi del 2023, controbilanciate dall’aumento dei ricavi e dell’Ebitda ottenuto dalla performance di TIM Brasil grazie al petrolio.
TIM in chiaroscuro
Bilancio con alti e bassi per Telecom Italia, con un aumento di ricavi e marginalità resistente ma il gruppo ha visto aumentare le perdite non ricorrenti a seguito dell’accordo sindacale sugli incentivi alle uscite raggiunto lo scorso 21 marzo e valido fino al 30 novembre.
Se ieri il titolo TIM aveva chiuso in crescita del 4%, oggi l’apertura di seduta vede le azioni del gruppo in fondo al Ftse Mib con un calo di oltre il 2%, a 0,27 euro, condizionato da prese di profitto oltre che al poco entusiasmo sui conti, in linea con le attese.
Sullo sfondo resta la vicenda della vendita di NetCo, la quale ha segnato una crescita dei ricavi (+3,9%) ma un calo di quelli da servizi (-0,9%), con il calendario che segna la data del 9 giugno quando potrebbe arrivare il rilancio di KKR, anche se sono insistenti le voci di una soluzione che metta insieme il fondo americano con CDP e altri soggetti stranieri per arrivare ad una cifra di circa 26 miliardi e far contenta Vivendi che aveva ritenuto le offerte precedenti (21 miliardi) lontane dalla sua valutazione (30 miliardi).
I numeri del trimestre
Il risultato netto del primo trimestre di quest’anno ha registrato una perdita di 689 milioni di euro, in aumento rispetto al -204 milioni registrati nello stesso periodo del 2022, a causa dell’effetto “negativo di oneri netti non ricorrenti per 427 milioni (52 milioni di euro nel primo trimestre 2022)”, spiegano da TIM.
Tra gli altri indicatori, i ricavi totali sono cresciuti del 4,3% (a 3,8 miliardi), i ricavi da servizi sono saliti a 3,5 miliardi (+2,8%) in scia al miglioramento del trend domestico e al contributo positivo del Brasile.
Migliora l’Ebitda di gruppo (+3,8%) a 1,5 miliardi di euro, confermando il trend positivo dei trimestri precedenti (+2,7% nel quarto trimestre 2022, -6,5% nel terzo trimestre, -8,5% nel secondo trimestre e -13,3% nel primo trimestre).
Arriva (+0,5%) a 1,2 miliardi l’Ebitda after lease di gruppo, dei quali 0,9 miliardi di euro provenienti dalla Business Unit Domestic (-3,5% ma in miglioramento) e 0,3 miliardi da TIM Brasil (+13,8%).
L’indebitamento finanziario netto a fine trimestre è salito (+0,5 miliardi) a 25,8 miliardi, mentre quello netto after lease si attesta a 20,5 miliardi di euro, con una crescita di 0,4 miliardi rispetto al periodo precedente.
Risultati per aree di business
Il gruppo ha presentato un aggiornamento dei risultati ottenuti dalle diverse aree di business dopo quanto comunicato lo scorso 7 luglio in occasione del Capital Market Day.
TIM Consumer ha registrato ricavi totali e da servizi in calo rispettivamente del 5,1% anno su anno e del 5,6% YoY nel trimestre, migliorando le performance dei periodi precedenti.
Tim Enterprise prosegue nel trend di crescita e aumenta i ricavi totali (+4,4%) e da servizi (+3,9%) rispetto all’anno precedente.
NetCo ha visto crescere i suoi ricavi del 3,4% anno su anno, anche grazie al contributo dell’accordo commerciale con Open Fiber nelle Aree Bianche, ma ha subito una leggera flessione dei ricavi da servizi (-0,9%), anche se il trend resta in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti e la società si attende un’ulteriore accelerazione a seguito dell’approvazione definitiva da parte delle Autorità dei prezzi regolamentati wholesale per il 2023 che saranno applicati a partire dal secondo trimestre.
Infine, TIM Brasil registra anche nel primo trimestre una significativa crescita dei ricavi totali (+19,3% YoY), dei ricavi da servizi (+19,3% YoY) e dell’Ebitda (+21,8% YoY) grazie a una solida performance organica ed al contributo apportato dagli asset di Oil.
Cda-fiume
La diffusione dei risultati trimestrali arriva dopo un consiglio di amministrazione definito “fiume” da alcune agenzie di stampa, nel quale sono emersi forti contrasti nel board.
Se i conti del trimestre sono stati approvati all’unanimità, a far scoppiare i dissidi è stata la proposta di revoca del comitato di remunerazione, chiesta da una parte dei consiglieri dopo la precedente bocciatura dell’assemblea dei soci sullo stipendio dell’amministratore delegato Pietro Labriola.
La delibera è stata approvata poiché i quattro membri del comitato per la remunerazione si sono astenuti dal voto mentre i restanti componenti del cda si sono divisi equamente sulla decisione, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters.
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