Tonfo Saipem dopo il ritiro della guidance 2021


Il gruppo ha comunicato di attendersi un calo di ricavi pari a un terzo del capitale e ha annunciato prossimi contatti con i soci con il fine di richiedergli la disponibilità a partecipare ad una manovra finanziaria.


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Pesanti vendite a Milano sul titolo Saipem, con la società petrolifera che prevede una contrazione dei ricavi consolidati pari a un terzo del capitale sociale nel secondo semestre 2021 e ha conseguentemente ritirato gli outlook comunicati lo scorso ottobre.

Le attese del gruppo comunicate questa mattina prima dell’apertura dei mercati prima ritardano l’avvio delle contrattazioni del titolo Saipem (-20% teorico), per poi trascinare in basso le sue quotazioni con un calo di oltre il 26% dopo pochi minuti di scambi.

Il tonfo di oggi porta le azioni a 1,45 euro, perdendo dunque tutti i guadagni arrivati nel 2022, tornando ai minimi dall’ottobre 2020.

Il ritiro della guidance

La società aveva comunicato di attendersi un Ebitda adjusted nel secondo semestre 2021 inferiore di circa un miliardo di euro rispetto all’outlook positivo comunicato al mercato lo scorso 28 ottobre.

La riduzione, spiegano dalla società, è interamente dovuta alla backlog review per progetti E&C Onshore per i quali l’aumento dei costi causato dai materiali e dalla logistica è recuperabile solo in parte. A questo si aggiungono le difficoltà nei progetti Offshore wind, sui quali pesano gli impatti critici per le forniture con revisione di stime di tempi e costi di esecuzione.

I ricavi consolidati al 31 dicembre 2021 sono previsti fermarsi a 3,5 miliardi di euro rispetto a 4,5 miliardi di euro precedenti, con l’aumento dei costi che riduce la marginalità dei progetti.

Inoltre, il gruppo prevede un calo anche del capex, visto a 0,16 miliardi rispetto ai circa 0,25 miliardi di euro della precedente guidance.

Notizie positive, invece, dalla posizione finanziaria netta di fine 2021, vista in miglioramento a 1,5 miliardi di euro rispetto a 1,7 miliardi di euro circa precedentemente attesi.

Le conseguenze

Dal gruppo avvisavano che il verificarsi della chiusura del bilancio con perdite superiori al terzo del capitale sociale potrà determinare il diritto di accelerazione delle scadenze di alcuni finanziamenti da parte di alcuni istituti bancari.

Pertanto, la società annunciava l’avvio di contatti preliminari con tali controparti bancarie, al fine di curare in via anticipata i potenziali effetti sui contratti di finanziamento.

Inoltre, conclude la nota della società, Saipem ha avviato contatti preliminari con gli azionisti che esercitano il controllo congiunto sulla società, ovvero Eni e CDP, con il fine di verificarne la disponibilità a partecipare ad una tempestiva e adeguata manovra finanziaria.

La view degli analisti

Per Saipem “si tratta del terzo profit warning consecutivo da quando è subentrato il nuovo management della società, nel secondo trimestre 2021”, sottolineano da Mediobanca Securities” e pertanto, “gli investitori si chiedono se il gruppo sia in grado di gestire bene i costi in aumento su alcuni dei suoi progetti e se emergeranno ulteriori perdite”.

Ancora più importante, dalla banca aggiungono che gli investitori si chiederanno "se sarà necessario immettere nuovo capitale per rafforzare le finanze della società base e il potenziale impatto diluitivo sul valore per gli azionisti, come avvenuto con l'ultimo aumento di capitale del 2016”.

Secondo Bestinver, “il profit warning e la necessità di un aumento di capitale sono una doccia fredda visto che Saipem aveva presentato a fine ottobre il piano 2021-2025 escludendo i rischi proprio di una ricapitalizzazione e confermando un Ebitda positivo nel secondo semestre 2021 e indicando target di crescita molto ambiziosi per gli anni a venire”.

Inoltre, dall’istituto ricordano “che Saipem ha realizzato un aumento di capitale nel 2016 da 3,5 miliardi e accumulato perdite di oltre 1,9 miliardi tra il 2017 e il 2020, con ulteriori 2 miliardi di rosso per il 2021 che porteranno lo shareholder equity a 0,9 miliardi”.

Secondo Bestinver, un cambio così strutturale della guidance a soli tre mesi dalla presentazione del piano può minare la fiducia del mercato nel management, guidato dal neo ad Francesco Caio, che in realtà dal 2018 era presidente.

Conclusione: "la reazione del mercato sarà pesante e mettiamo sotto review il giudizio hold sull'azione e la valutazione di 1,7-1,9 euro per azione”.

Anche il titolo del commento pubblicato da Mediobanca è significativo: "un altro profit warning", con gli esperti di Piazzetta Cuccia che si interrogano sul potenziale effetto diluitivo della manovra finanziaria sull'azione.

Anche secondo Equita, la notizia odierna “ha chiaramente risvolti negativi per il titolo. In via molto preliminare, ipotizzando un rafforzamento patrimoniale da 1 miliardo il rapporto posizione finanziaria netta /Ebitda scenderebbe nel 2023 a 1,6-1,1 volte da 2,9-2,3 volte ma diversi sono i fattori che possono influenzare l'ammontare”.

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