Torna a scorrere il petrolio in Ucraina


Il blocco dei giorni scorsi era stato causato dal mancato pagamento di una tassa di transito dovuto alle sanzioni verso Mosca e i prezzi del petrolio restano bassi anche a causa dei timori per la domanda di energia.


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Riprende il flusso dall’Ucraina

Petrolio ancora debole questa mattina sulla scia della notizia del riavvio dei flussi di greggio russo attraverso l’Ucraina.

I future sul greggio WTI scendono a 91,80 dollari, mentre il Brent è scambiato sotto quota 97 dollari al barile.

Nei giorni scorsi si era bloccato il flusso di greggio russo lungo la tratta meridionale dell’oleodotto Druzhba che passa attraverso il paese in guerra e porta l’oro nero verso la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria, a causa del rifiuto di una transazione bancaria legata alle sanzioni contro Mosca.

Un comunicato stampa di Transneft spiegava che il pagamento era stato rifiutato il 28 luglio a causa delle sanzioni, da qui la decisione di fermare le forniture a partire dal 4 agosto.

La notizia aveva fatto crescere i prezzi del petrolio, anche se entrambi i benchmark restavano comunque ai minimi da febbraio.

La svolta è arrivata dopo che il gruppo energetico ungherese MOL comunicava di aver effettuato il pagamento della tassa di transito per l’utilizzo della sezione ucraina dell’oleodotto, sbloccando così il flusso.

I timori per la domanda

I prezzi del greggio avevano toccato il minimo da sei mesi nel corso della settimana scorsa, sulla scia dei segnali di indebolimento della domanda negli Stati Uniti, in un contesto già appesantito dai timori di una recessione.

Secondo Stephen Brennock di PVM Energy, “la paura della distruzione della domanda indotta dalla recessione è il principale motore dei prezzi”.

Se da un lato, sottolinea l’esperto, “il premio per il rischio geopolitico attribuito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia” sembra essere stato annullato, dall’altro “è stato ricordato con forza (...) che la crisi, giunta al sesto mese, non si è attenuata e sta rendendo fragile l'equilibrio petrolifero globale”.

Le scorte

A ridurre la pressione sui prezzi del petrolio erano stati anche i dati sulle scorte diffusi ieri dall’Eia, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano.

Gli stock di greggio nel corso della settimana conclusasi il 5 agosto sono risultati in aumento di circa 5,5 milioni di barili, arrivando così a 432 MBG, rispetto ad attese di un lieve incremento (0,07 milioni).

In crescita anche gli stock di distillati, saliti di 2,2 milioni a 111,5 MBG, contro attese di un calo pari di 700 mila, mentre le scorte di benzina segnano un decremento di quasi 5 milioni, a quota 220,3 MBG, con le previsioni che parlavano di -0,6 milioni.

Infine, le riserve strategiche USA di petrolio sono calate di 5,3 milioni a 464,6 MBG.

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