Trimestrale Eni oltre le attese con utile superiore ai 3 miliardi


La società petrolifera ha realizzato un utile superiore del 161% rispetto al 2021, anche se le attività italiane hanno perso circa 1 miliardo di euro a causa del contributo straordinario imposto al settore.


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I numeri di Eni

Risultati sopra le attese per Eni, premiata dal mercato in una giornata negativa su tutti i fronti.

Dopo un inizio negativo, il titolo della società petrolifera vira subito in positivo e arriva a guadagnare oltre l’1%, a 13,10 euro, la migliore tra le blue chip del Ftse Mib.

Nel dettaglio, il terzo trimestre di Eni si è chiuso con un utile netto adjusted di 3,73 miliardi, dato superiore alle attese del consensus (3,21 miliardi) e a quello del trimestre precedente, mentre risulta in rialzo del 161% se paragonato allo stesso periodo del 2021.

Il risultato, spiega la nota della società, è dovuto ad una “migliore performance underlying e dell'incremento dei risultati delle società valutate con il metodo del patrimonio netto, joint venture e collegate" (+533 milioni rispetto al terzo trimestre 2021)”.

Nei nove mesi dell’anno l’utile è arrivato a 10,81 miliardi di euro, segnando un aumento di 8,2 miliardi in confronto ai nove mesi del 2021, con un balzo del 311%.

L’Ebit adjusted è stato di 5,77 miliardi nel trimestre, in crescita del 132% se paragonato ai 2,49 miliardi dello stesso periodo 2021, mentre nei nove mesi arriva a 16,80 miliardi (5,85 miliardi nel 2021 e +187%).

L'indebitamento finanziario netto (ante Ifrs 16) al 30 settembre scorso, inoltre, è sceso a 6,4 miliardi, in riduzione di 2,54 miliardi rispetto al 31 dicembre 2021.

In difficoltà le attività italiane, segnando una perdita netta di circa 1 miliardo rispetto all’utile netto consolidato dei nove mesi, pari a 13,26 miliardi, tenendo conto “principalmente dello stanziamento del contributo straordinario per il settore energia”, precisa la società.

Risultati positivi

Nonostante la flessione del prezzo del petrolio nel corso del terzo trimestre dell’anno, Eni ha continuato “a generare risultati positivi grazie principalmente alla robusta performance dei business internazionali”, dichiara nella nota l’AD di Eni, Claudio Descalzi.

Nei nove mesi del 2022 “abbiamo integralmente coperto con l’autofinanziamento gli investimenti e i ritorni di cassa agli azionisti e siamo stati in grado di ridurre il leverage al livello di 0,11, quasi dimezzandolo rispetto alla fine dello scorso anno”, aggiungeva il manager.

Dividendo e buyback

Dopo aver pagato a settembre la prima rata del dividendo 2022, pari a 0,22 euro per azione e corrispondente a 751 milioni di euro, la seconda rata verrà pagata il 23 novembre.

Sulla scia del nuovo programma di buyback da 2,4 miliardi di euro approvato a luglio dal Consiglio di Amministrazione e da realizzarsi entro aprile 2023, sono state acquistate nel periodo compreso tra fine maggio e il 21 ottobre un totale di 142 milioni di azioni al costo di 1.663 milioni.

Previsioni 2022

Sulla base delle informazioni “al momento disponibili” e la valutazione del management “sui possibili rischi e incertezze nello scenario”, da Eni prevedono per l’esercizio in corso una produzione di idrocarburi di 1,63 milioni di boe al giorno, in linea con le attese di 1,67 milioni, assumendo il riferimento Brent aggiornato a 100 dollari dal barile, dalla precedente previsione di 105 dollari, mentre si stimano 750 milioni di boe di nuove risorse esplorative nel 2022.

L’Ebit adjusted per l’intero anno è atteso a 1,8 miliardi di euro, tenendo conto di un terzo trimestre caratterizzato da “elevata volatilità”, con l’ultimo periodo del 2022 influenzate da minori volumi importati di gas russo rispetto alle precedenti assunzioni.

Inoltre, il cash flow adjusted prima del capitale d’esercizio al costo di rimpiazzo è atteso a 20 miliardi allo scenario di 100 dollari al barile, rispetto alla guidance originaria di 20 miliardi allo scenario di 105 dollari, mentre il Capex organici è previsto a 8,3 miliardi in linea con la guidance originaria.

In un contesto di “elevata volatilità e incertezza nei mercati, Eni ha continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali per le nostre economie, portando avanti al contempo il percorso di decarbonizzazione”, sottolineava Descalzi.

Superate le attese

Gli analisti di Equita Sim ritengono il terzo trimestre di Eni “migliore delle attese” e confermano il rating ‘buy’ sul titolo, con target price di 19 euro.

In particolare, “l’Ebit adjusted risulta in deciso miglioramento su base annua principalmente per il segmento Natural Resources, che beneficia dell’incremento dei prezzi degli idrocarburi”, spiegano dalla sim, mentre risulta “in crescita anche la divisione R&M e Chimica grazie ai forti margini di raffinazione”.

A “sorprendere maggiormente” è stato “il business mid-downstream rispetto alle stime di Ebit (17% meglio)”, concludono da Equita.

Della stessa opinione anche gli esperti di WebSim, i quali sottolineano un trimestre “sopra le attese su tutta la linea”, confermando la raccomandazione ‘interessante’ su Eni, con prezzo obiettivo a 16 euro.

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