Trimestrali sopra le attese, il certificate che rende fino al 13% l’anno sulle banche italiane

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
15/05/2024 07:30

Il certificate di Vontobel con Isin DE000VD5TR73 su Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Unicredit stacca premi trimestrali con memoria del 3,25% (13% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato alle date di valutazione del 40% dal livello iniziale. Cedole con effetto memoria per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati. Dal sesto mese si apre la possibilità del rimborso anticipato a 1.000 euro. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 40% dei sottostanti dal livello iniziale. Durata tre anni.

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Banche italiane pronte al taglio dei tassi

La stagione delle trimestrali a Piazza Affari ha visto la conferma dello splendido momento di forma per il settore bancario, con tre istituti grandi protagonisti che hanno realizzato utili superiori alle previsioni: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco BPM, a cui si sono aggiunte Bper Banca e Monte dei Paschi di Siena.

Gli alti tassi di interesse stabiliti dalla Banca centrale europea hanno portato gli utili complessivi di queste cinque banche a superare i 6 miliardi di euro, secondo i numeri elaborati dal Centro studi di Unimpresa. I ricavi totali sono stati 16,8 milioni e il rapporto cost-income medio si attesta al 43,7%. Questi dati “riflettono lo stato di salute eccellente dei nostri istituti nel primo trimestre del 2024”, spiega il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, il quale si attende che “le banche con un mix di ricavi più diversificato continuino a ottenere buoni risultati anche in un contesto di tassi di interesse probabilmente più bassi in futuro”.

Il buon momento per il settore non è terminato. A esserne convinti sono i tanti analisti che hanno alzato i loro target price sui titoli bancari dopo la diffusione delle trimestrali, convinti che i buoni risultati non sono solo il frutto dei tassi alti ma di un mix di fattori, primo fra tutti il buon rapporto tra costi e ricavi e una gestione efficiente del capitale che permetterà di tenere interessante anche il livello dei dividendi.

Una buona idea per trarre profitto dalla situazione potrebbe essere esporsi con una protezione, in modo da guadagnare fino al 13% sia in caso di correzione (fino a cali del 40%) che trarre vantaggio anche in caso di rialzo con il nuovo certificate sul comparto studiato da Vontobel con Isin DE000VD5TR73.

Il certificate sui tre big del comparto bancario italiano: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm

Vontobel ha studiato un certificato triennale avente come sottostanti le tre grandi banche italiane, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco BPM, e che stacca premi trimestrali con memoria del 3,25% (13% annuo) nel caso in cui nessuno dei sottostanti alle date di valutazioni sarà crollato del 40% dal livello iniziale. Le cedole godono dell’effetto memoria per recuperare eventuali premi non staccati.

La possibilità di rimborso anticipato si apre a partire dal sesto mese e a scadenza viene offerta una protezione del capitale fino a cali del 40% dei sottostanti dai valori di riferimento.

Di seguito la tabella con i valori di riferimento aggiornati del certificate.

Basta una semplice occhiata alla tabella per vedere come i sottostanti siano ancora vicini ai livelli di valutazione iniziale, con solo Banco BPM leggermente sotto (-0,418%). Viste le quotazioni attuali, per incassare la prima cedola, dunque, basterebbe che i tre sottostanti non crollino del 40%.

Pertanto, il certificate è stato pensato con l’obiettivo di generare un rendimento importante per gli investitori già dopo sei mesi, sempre che le quotazioni restino entro i limiti stabiliti, da ripetere ogni tre mesi, fino al rimborso dell’investimento che può essere anche anticipato.

Rimborso anticipato

L’11 novembre 2024, e per ogni trimestre successivo, si apre la finestra per il rimborso anticipato che avverrà se tutti i sottostanti saranno ad un livello pari o superiore a quello iniziale. In questo caso, il prodotto verrà rimborsato in anticipo a 1.000 euro, a cui si aggiungeranno tutti i bonus non staccati precedentemente sommati a quello del trimestre in corso.

Ipotizzando il rimborso anticipato a tale data, l’investitore riceverebbe due cedole dal valore di 32,5 euro ognuna (65 euro), a cui andrebbe tolta la differenza tra il valore a cui lo si è acquistato (1.004 euro) e quello nominale (1.000 euro), quindi 61 euro in 6 mesi, il 12,15% annuale.

Scenari alla scadenza

Se alla data di valutazione finale, il 10 maggio 2027, il certificate non dovesse essere ancora stato ritirato occorrerà guardare al valore dei sottostanti e sono possibili due scenari, uno positivo e uno negativo.

In caso di scenario positivo, ovvero se tutti i sottostanti avranno un valore maggiore o uguale al 60% del valore iniziale, il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro e verranno incassati tutti i premi trimestrali non ricevuti precedentemente.

I rischi maggiori si avranno nel caso di uno scenario negativo, ovvero se il certificate non sarà stato ancora ritirato e uno dei sottostanti avrà perso oltre il 40% rispetto al valore iniziale: in questo caso per l’investitore sarebbe come aver puntato sul titolo peggiore senza lo stacco dei dividendi, ma con eventuali premi incassati.

Se ad esempio Banco BPM dovesse perdere il 55% rispetto al livello iniziale, il certificate verrebbe ritirato a 450 euro, se dovesse perdere il 70%, il certificate verrebbe ritirato a 300 euro e così via.

Intesa Sanpaolo: miglior trimestre di sempre

Passando all’analisi dei sottostanti, la banca guidata da Carlo Messina ha registrato un aumento dell’utile netto a 2,301 miliardi di euro (da 1,956 miliardi) nel primo trimestre 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: si tratta del “miglior inizio anno di sempre”. Salgono (+20,8%) anche gli interessi netti, arrivati a 3,932 miliardi.

Le commissioni nette sono cresciute (+6,3%) a 2,272 miliardi, con quelle da attività bancaria aumentate dell’1,9% e quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza incrementate dell’8,6%.

I coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2024, calcolati deducendo dal capitale 1,6 miliardi di dividendi maturati nel primo trimestre e 1,7 miliardi di buyback da avviare a giugno 2024, risultano pari al 13,3% per il Common Equity Tier 1 ratio (13,7% a fine 2023, 13,2% proforma deducendo il buyback), al 15,9% per il Tier 1 ratio (16,3% a fine 2023, 15,7% proforma deducendo il buyback) e al 18,9% per il coefficiente patrimoniale totale (19,2% a fine 2023, 18,6% proforma deducendo il buyback).

La realizzazione del Piano di Impresa 2022-2025 della banca “procede a pieno ritmo”, evidenziava la nota diffusa dalla banca, e “le iniziative industriali chiave sono ben avviate, con una prospettiva di utile netto per il 2024 e per il 2025 superiore a 8 miliardi di euro”.

Diluvio di rialzi del target price da parte degli analisti. Ultimi in termini temporali gli esperti di HSBC che ha ieri ha alzato il suo fair value da 3,7 euro a 4,2 euro, vedendo “valore” nel titolo ed evidenziando come ci siano vari fattori positivi “a cui il mercato non attribuisce il giusto peso, come la resilienza del net interest income, l’esposizione all’asset management e le prospettive di remunerazione degli azionisti”. HSBC ha inoltre aumentato le stime di eps sul 2024 (+3%) e sui 2025 (+2%).

Nei giorni scorsi Deutsche Bank aveva alzato il target price da 3,7 a 4 euro (buy), alla luce di “un business model per la banca che le permette di realizzare rendimenti superiori ai competitor in differenti contesti di mercato”.

Ancora più alto il prezzo obiettivo di UBS, passato da 4,2 a 4,3 euro (buy), con gli analisti che si dicono “rassicurati” dalla “resilienza dei ricavi core” emersi dai conti e dai segnali iniziali di un’accelerazione delle commissioni di mercato. Le stime di utile netto, che erano già state aumentate di recente, vengono incrementate ulteriormente del 2-3%.

Barclay vede Intesa a 4,1 (dai 4 euro precedenti), individuando outlook sui ricavi come sostegno nel medio termine per il titolo e aumenta le stime di eps adjusted 2024-2026 in media del 2%

Scorrendo il resto della lunga lista, JP Morgan ha alzato il prezzo obiettivo da 4 euro (overweight), Kepler Cheuvreux lo porta da 3,7 a 4,1 euro (buy), Equita Sim a 4 euro (+5%), Citi da 3,3 a 3,85 euro e Banca Akros lo aumenta da 3,8 a 3,9 euro.

Unicredit: 13° trimestre positivo consecutivo

Trimestrale superiore alle previsioni del mercato per Unicredit, la tredicesima consecutiva di “crescita redditizia e di qualità” per Piazza Gae Aulenti, con guidance 2024 rivista al rialzo. L’utile netto è balzato (+24%) a 2,6 miliardi di euro e i ricavi netti sono aumentati (+7%) a 6,3 miliardi grazie al contributo del margine di interesse (3,6 miliardi), salito dell’8,5% su base annua, e ai 2,1 miliardi di commissioni (+15,8% su base trimestrale). +7,4% per i ricavi totali (6,4 miliardi) rispetto allo stesso trimestre del 2023, costi operativi in discesa (-0,7%) e CET1 ratio che sale al 16,23% (+35 pb).

Questo inizio d’anno con “basi estremamente solide” ha portato il cda ad aumentare la guidance per il 2024 e ora il board prevede di superare gli 8,5 miliardi di utile netto stimati in precedenza.

Se per Intesa gli analisti si sono affannati ad aumentare i target price, su Unicredit gli esperti non sono stati da meno. Ora HSBC vede il titolo (buy) della banca milanese a 43,50 euro dai precedenti 29 euro e Morgan Stanley lo porta da 37,70 a 40 euro, aumentando le stime di utile netto di circa il 5% nel periodo 2024-2026”.

Obiettivo 44 euro secondo Berenberg, dai 38 euro precedenti e buy confermato: “l’evoluzione multidimensionale del gruppo sembra destinata a continuare, creando ulteriore valore per gli azionisti”, è la previsione del broker, secondo il quale “la valutazione rimane attraente, con le azioni che meritano un premio sul settore piuttosto che l’attuale sconto del 5% a cui stanno trattando”.

Infine, target price alzato anche per Equita Sim (+8%) a 41 euro a seguito di un “ottimo set di risultati, fornendo ulteriore visibilità su un 2024 che si prospetta molto forte sul fronte della generazione di utile e della remunerazione per gli azionisti”. Il titolo, proseguono dalla sim, “continua a trattare a multipli attraenti alla luce della redditività attesa, del continuo miglioramento della performance operativa e dell''elevata dotazione/generazione di capitale”.

Banco BPM vicino all’obiettivo

Non è da meno Banco BPM, con una crescita del 40% nel trimestre per l’utile (370 milioni), performance superiore al consensus che si attendeva circa 340 milioni. Sul risultato hanno impattato il margine di interesse a 864,4 milioni (+16,3%) e commissioni nette a 521,6 milioni (+5,8%).

“Siamo fiduciosi sui target di piano, siamo in anticipo su tutti i principali numeri sia rispetto al 2023 che al 2026”, dichiarava, settimana scorsa, il Ceo Castagna, il quale non vede “nessun rischio di poter distribuire 2 miliardi di dividendi” agli azionisti a valere sugli utili 2023-2024, di cui 1,4 miliardi in contanti nel 2024. Il banchiere ha aggiunto che “siamo ben instradati” rispetto all'obiettivo di sei miliardi di utili cumulati al 2026 e alla distribuzione di quattro miliardi.

Così come per le altre due banche italiane, HSBC ha alzato il target price anche su Banco BPM, portandolo da 6,1 a 7,3 euro, seguita da Morgan Stanley che lo ha incrementato da 6,8 a 7,1 euro (‘overweight’).

Nei giorni scorsi anche Intesa Sanpaolo aveva aumentato il prezzo obiettivo sull’istituto, ora a 7 euro, dopo risultati trimestrali giudicati “solidi” e con “migliori commissioni e costo del rischio che hanno portato a un utile netto dell’8% superiore al consenso e a un aumento da 58 punti base trimestre su trimestre nel Cet1”, commentano gli analisti. Il management, sottolineano gli esperti, “sembra pronto ad alzare la sua guidance 2024 con la prossima stagione dei conti, ad agosto”.

Anche Equita Sim aumenta (+9%) il suo prezzo obiettivo e ora il titolo potrebbe arrivare a 7,2 euro, alla luce di risultati “superiori alle attese principalmente grazie a maggiori commissioni e minori accantonamenti per perdite sui crediti”.

Attenzione: Il Certificate DE000VD5TR73 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating:

  • Aa3 da parte di Moody's

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

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