Tutti alla corte di Xi. Settembre cauto per i mercati

Borsa Usa chiusa per il Labour Day mentre le piazze europee promettono un’apertura cauta, in attesa dei dati sul Pmi e disoccupazione. In Cina, Xi promette sovvenzioni e prestiti agli alleati e propone la nascita della Banca di Sviluppo della Sco, Shanghai Cooperation Organization. Oro e Argento caldi.
Indice dei contenuti
XI RILANCIA LA SCO: 12 MILIARDI DI YUAN IN PRESTITI E AIUTI
Il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato un rafforzamento del sostegno economico ai partner della Shanghai Cooperation Organization (SCO), delineando al summit di Tianjin un piano per consolidare il ruolo di Pechino in un’alleanza che vede al fianco Mosca.
Xi ha promesso 2 miliardi di yuan (275 milioni di dollari) in sovvenzioni agli Stati membri nel 2025 e 10 miliardi di yuan in prestiti ai finanziatori del consorzio interbancario della SCO nei prossimi tre anni.
«Dobbiamo allargare la torta della cooperazione e valorizzare le risorse di ogni Paese, così da assumerci la responsabilità di pace, stabilità, sviluppo e prosperità nella regione», ha dichiarato Xi davanti ai leader presenti, tra cui il presidente russo Vladimir Putin e il premier indiano Narendra Modi.
Senza nominare esplicitamente alcun Paese, Xi ha esortato il blocco a “opporsi alla mentalità da Guerra Fredda, al confronto tra blocchi e alle pratiche di bullismo”, un chiaro riferimento agli Stati Uniti.
Tra le proposte lanciate: la creazione di una Banca di sviluppo della SCO, la realizzazione di 100 “piccoli e belli” progetti sociali nei Paesi membri e il raddoppio delle borse di studio dedicate. Pur inferiori ai 50 miliardi di dollari promessi da Xi all’Africa lo scorso anno, i nuovi impegni segnano un passo avanti rispetto al sostegno
Il giorno prima, il premier indiano Modi e lo stesso Xi hanno detto che India e Cina sono partner nello sviluppo, non rivali. Per Modi si trattava della prima volta in Cina in sette anni.
APERTURA DELLE BORSE CAUTA
Settembre si apre con un tono cauto: gran parte dell’Asia in rosso e Wall Street chiusa per festività hanno lasciato i future sull’S&P 500 piatti, in quello che statisticamente è uno dei mesi peggiori per i mercati. Anche i future europei si muovono poco, mentre in Cina i listini restano ben sostenuti dalla liquidità in eccesso in cerca di rendimento in un contesto di bassi tassi.
Il future sull’Euro Stoxx 50 guadagna lo 0,2%. Mentre in Asia i mercati sono misti si parte dal -1,5% del Nikkei, per vedere invece il segno più ad Hong Kong +2% l’Hang Seng, positiva la Cina con il Csi 300 che sale dello 0,3%. Bene l’India con il Fifty a +0,5%.
L’indice KOSPI (Korea Composite Stock Price Index) della Corea del Sud arretra dell’1,3%, in calo anche l’Australia con l’S&P ASA200 che flette dello -0,5% Taiwan –0,7%.
L’indice CSI300 delle blue chip cinesi ha guadagnato oltre il 10% ad agosto, favorito in parte dalle indiscrezioni secondo cui Pechino starebbe spingendo le aziende a sviluppare un’alternativa domestica ai chip AI di Nvidia.
A Hong Kong, Alibaba ha registrato un balzo del 18,8%, il maggiore da inizio 2022, grazie all’ottimismo sul business cloud. Intanto, indiscrezioni segnalano che DeepSeek avrebbe scelto chip Huawei per l’addestramento di alcuni dei suoi modelli di intelligenza artificiale.
Questo ha innescato prese di profitto sui titoli tecnologici giapponesi: Advantest ha perso oltre il 9% dopo un rally di quasi il 50% negli ultimi tre mesi, mentre SoftBank Group ha ceduto il 6%, contribuendo al calo del 2% del Nikkei.
Sul fronte geopolitico, gli investitori cinesi guardano con interesse alle difficoltà legali che l’amministrazione Trump sta incontrando sulla politica dei dazi. Sebbene le tariffe restino in vigore in attesa di un probabile ricorso alla Corte Suprema in ottobre, la sentenza potrebbe spingere i partner commerciali a rallentare i negoziati con Washington.
In tal caso, il Tesoro dovrebbe restituire oltre 100 miliardi di dollari già incassati, soldi probabilmente già spesi e dunque da rifinanziare a debito.
TITOLI DI STATO
Riferimenti per l'avvio della settimana gli 89 punti base per il premio al rischio tra Italia e Germania e il 3,62% per il benchmark ottobre 2035. Venerdì sera in chiusura era indicato a 10 centesimi lo scarto di rendimento tra il Btp e l'equivalente Oat, che ha però scadenza maggio 2035.
Tra le aste in attesa oggi, la Francia, offre 2,6-3 miliardi Btf 10/12/2025; fino a 400 milioni Btf 14/1/2026; 1,4-1,8 miliardi Btf 11/3/2026 e 1,5-1,9 miliardi Btf 12/8/2026.
Germania, Tesoro offre 3 miliardi Bubill 18/3/2026.
OGGI DATI SUL PMI IN EUROPA
Per l'indice che misura la fiducia dei direttori acquisto del settore manifatturiero italiano il consensus prevede in agosto una lettura a 49,8, sui livelli del mese precedente quando, per quanto ancora in territorio di contrazione, il dato certificava un recupero da giugno sui massimi da marzo 2024.
L'istantanea sullo stato della congiuntura di agosto arriverà questa sera anche dai dati sul saldo del settore statale e sulle immatricolazioni di auto.
In mattinata, da Istat la statistica sugli occupati di luglio: il consensus prevede una conferma del livello di giugno quando il tasso era calato a 6,3% da 6,5% di maggio.
In arrivo i Pmi manifattura finale di Francia ad agosto (9:50) - attesa 49,9. Cinque minuti dopo quello sul Pmi manifattura finale agosto in Germania - attesa 49,9. Poi il Pmi manifattura finale agosto (10:00) di Gran Bretagna.
Alle 10 sarà la volta del Pmi manifattura agosto (10) della Grecia, un’ora dopo il Tasso disoccupazione luglio (11).
Per la Spagna il dato sul Pmi manifattura agosto è atteso alle 9:15.
Alle 10 Pmi manifattura finale agosto in Europa - attesa 50,5 e alle 11 il tasso disoccupazione luglio - attesa 6,2%.
PMI ASIA BENE LA CINA MA PRESSIONE SU GIAPPONE, COREA TAIWAN
I dazi statunitensi hanno colpito l’attività manifatturiera in Asia, offuscando la sorpresa positiva arrivata dalla Cina e mantenendo alta la pressione sui policymaker chiamati a sostenere la fragile ripresa regionale. Lo segnalano i sondaggi privati pubblicati lunedì.
Gli analisti avvertono che le aziende asiatiche, che hanno anticipato le spedizioni per evitare dazi più elevati, rischiano di vedere i profitti ridursi nei prossimi mesi a causa dell’indebolimento delle esportazioni.
I dati mostrano un arretramento manifatturiero ad agosto in tre potenze dell’export: Giappone, Corea del Sud e Taiwan. Una conferma delle difficoltà dell’area di fronte ai dazi imposti dall’amministrazione Trump.
«È un doppio colpo per le economie asiatiche, costrette a fronteggiare dazi più alti e la concorrenza delle esportazioni a basso costo cinesi», ha dichiarato Toru Nishihama, capo economista per i mercati emergenti di Dai-ichi Life Research Institute. «L’impatto dei dazi USA è destinato a intensificarsi, con Paesi come Thailandia e Corea del Sud particolarmente vulnerabili per la forte esposizione verso il mercato americano».
In Cina, l’indice PMI manifatturiero privato di RatingDog-S&P Global è salito a 50,5 in agosto da 49,5 in luglio, sopra le attese e sopra la soglia di 50 che separa crescita e contrazione. Un dato in controtendenza rispetto al sondaggio ufficiale pubblicato domenica, che ha invece registrato il quinto mese consecutivo di contrazione. Il quadro complessivo indica che la seconda economia mondiale resta sotto forte pressione.
«Il manifatturiero sta sostenendo la ripresa, ma si tratta di un rimbalzo a macchia di leopardo», ha osservato Yao Yu, fondatore di RatingDog. «Con domanda interna debole, ordini esterni potenzialmente eccessivi e profitti che faticano a recuperare, la sostenibilità dell’espansione dipenderà dalla stabilizzazione dell’export e da un miglioramento della domanda domestica».
In Giappone, il PMI manifatturiero di S&P Global si è attestato a 49,7 in agosto (da 48,9 a luglio), rimanendo comunque sotto quota 50 per il secondo mese consecutivo. Gli ordini dall’estero sono scesi al ritmo più rapido da marzo 2024, penalizzati dalla debolezza dei mercati di sbocco chiave come Cina, Europa e Stati Uniti.
La Corea del Sud ha segnato il settimo mese consecutivo di contrazione: il PMI si è fermato a 48,3, in lieve rialzo rispetto a 48,0 di luglio. Entrambi i Paesi hanno firmato a luglio accordi con Washington che hanno ridotto, ma non eliminato, i dazi USA: per il Giappone, dal 27,5% al 15% sulle auto, mentre per la Corea del Sud dal 25% al 15%, in vigore da agosto.
Taiwan ha registrato un indebolimento manifatturiero, mentre Filippine e Indonesia hanno visto un’espansione.
India ha segnato invece il ritmo di crescita più veloce degli ultimi 17 anni grazie alla forte domanda interna, che ha sostenuto la produzione. Tuttavia, i dazi USA al 50% su beni indiani come tessile, gemme e gioielli rischiano di pesare sull’attività nei prossimi trimestri.
«Guardando avanti, riteniamo che i dazi contribuiranno a frenare la crescita globale, agendo come un freno sulle economie asiatiche più dipendenti dall’export», ha commentato Shivaan Tandon, economista di Capital Economics.
PETROLIO
Il greggio ha proseguito il calo dopo il ribasso di agosto, mentre i trader guardano al rischio di un eccesso di offerta e ai segnali sull’export russo.
Il Brent è scivolato verso quota 67 dollari al barile, mentre il WTI è sceso sotto i 64 dollari. Sullo sfondo, gli Stati Uniti cercano di spingere l’India a fermare le importazioni di petrolio russo alzando i dazi secondari. In questo contesto, il premier indiano Narendra Modi ha incontrato Vladimir Putin a un vertice regionale in Cina, dichiarando sui social che è stato “sempre un piacere” incontrare il presidente russo.
Alla vigilia del meeting, Nuova Delhi ha difeso le relazioni con Mosca, definendo le pressioni di Washington “ingiuste e ingiustificate”. Le raffinerie locali non hanno smesso di acquistare greggio russo, pur con alcuni acquisti opportunistici dagli Stati Uniti.
Da inizio anno, il benchmark globale ha perso circa il 10%, appesantito dall’aumento di offerta da parte dell’OPEC+ e dai timori che la guerra commerciale guidata dagli USA riduca la domanda energetica. Il gruppo dei produttori, che include la Russia, terrà un meeting virtuale il 7 settembre per decidere la prossima strategia, mentre l’Agenzia Internazionale dell’Energia stima che nel 2025 il mercato possa affrontare un eccesso record di offerta.
«L’attenzione è ora sull’imminente riunione OPEC+, dove si discuterà la possibile reintroduzione di 1,65 milioni di barili al giorno di tagli volontari», ha commentato Gao Mingyu, chief energy analyst di SDIC Essence Futures. «Con la fine della stagione di picco, la pressione di oversupply sul mercato petrolifero sarà più evidente».
ORO E ARGENTO
L’argento ha superato la soglia dei 40 dollari l’oncia per la prima volta dal 2011, mentre l’oro si è avvicinato ai massimi storici, sostenuti dalle crescenti aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve già questo mese.
L’argento spot è salito fino al 2,1% a 40,54 dollari l’oncia, portando i guadagni da inizio anno a circa il 40%. L’oro ha guadagnato l’1,1%, scambiando poco sotto il record di aprile oltre i 3.500 dollari l’oncia. Rialzi anche per palladio e platino, entrambi ai massimi da una settimana.
Ora l’oro è scambiato a 3.478 dollari l’oncia +0,93%, guadagno del 2% per l’argento, palladio +1,5% e platino +0,5%.
Il rally è stato alimentato dalle attese che la Fed riduca i tassi nella prossima riunione di settembre. I dati sul mercato del lavoro USA in arrivo venerdì potrebbero rafforzare la tesi di un’economia in rallentamento, aumentando la probabilità di un taglio.
«Oro e argento hanno improvvisamente ripreso vigore grazie all’allineamento di fattori fondamentali e tecnici», ha commentato Charu Chanana, strategist di Saxo Capital Markets, sottolineando che le preoccupazioni sulla futura indipendenza della Fed hanno sostenuto i prezzi. «Inoltre, la rottura delle resistenze chiave a 3.450 dollari per l’oro e 40 dollari per l’argento ha innescato acquisti di momentum».
«Il report sul mercato del lavoro di venerdì è il focus principale», ha detto Christopher Wong, strategist valutario di Oversea-Chinese Banking Corp. «Dati più deboli potrebbero indebolire il dollaro, sostenere i metalli preziosi e alimentare le discussioni su un maxi-taglio dei tassi da 50 punti base».
ALIBABA +18,8%
Alibaba ha registrato un balzo di oltre il 18,8% dopo la pubblicazione di risultati che hanno evidenziato un forte incremento dei ricavi legati all’intelligenza artificiale, confermando i progressi del gruppo nella corsa tecnologica cinese post-DeepSeek.
Il colosso dell’e-commerce ha messo a segno una crescita a tripla cifra nei ricavi dei prodotti AI e un aumento del 26% nelle vendite della divisione cloud, meglio delle attese degli analisti. Quest’area, la più esposta al boom dell’intelligenza artificiale, ha contribuito a rassicurare gli investitori, preoccupati dall’accesa competizione con Meituan e JD.com nell’e-commerce domestico.
Il titolo ha messo a segno la miglior performance intraday dal novembre 2022 a Hong Kong, nonostante un incremento contenuto dei ricavi complessivi (+2%) e un inatteso calo dell’utile operativo.
Il rally di Alibaba ha dato slancio all’intero comparto AI: Baidu, sviluppatore del modello Ernie, è salita fino al 5,8%, mentre Tencent ha guadagnato terreno.
«I risultati di Alibaba evidenziano la spaccatura all’interno del tech cinese: l’AI sta generando crescita scalabile, mentre i segmenti consumer tradizionali restano intrappolati in una guerra di prezzi distruttiva», ha dichiarato Charu Chanana, chief investment strategist di Saxo Markets. «Il boom dei ricavi AI e la solidità del cloud mostrano come Alibaba si stia riposizionando per una rilevanza di lungo periodo nell’infrastruttura tecnologica, non solo come leader retail».
La spinta dall’AI ha compensato i timori legati alla guerra dei prezzi nella consegna di cibo e nel quick commerce, che ha già colpito duramente i concorrenti: JD.com ha visto dimezzarsi i profitti nel trimestre, mentre Meituan ha avvertito di gravi perdite, causando un selloff da 27 miliardi di dollari la scorsa settimana.
«Il rally di Alibaba sottolinea un trend più ampio in Asia: mentre il tech globale resta distratto da geopolitica e valutazioni, alcune realtà cinesi stanno accelerando grazie a una crescita reale nei ricavi da AI e cloud», ha aggiunto Chanana. «Non è ancora una rotazione generalizzata, ma la divergenza è evidente».
TITOLI
Le adesioni all'offerta Mps su Mediobanca al 29 agosto, dicono gli aggiornamenti a cura di Borsa Italiana, risultano salite al 28,0387% dei titoli oggetto dell'Ops, dal 27% del giorno precedente. Ai prezzi di chiusura di venerdì lo sconto dell'offerta Mps è salito al 4%.
BlackRock ha superato la soglia del 5% del capitale di Tim il 26 agosto
Termina periodo supplementare OPAS da parte di Mediaset su azioni ProSieBenSat.1.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
