Una poesia che brucia miliardi, di capitalizzazione: il caso Meituan

11/05/2021 09:59

Il titolo del leader cinese delle consegne di cibo a domicilio cade del 10% sulle presunte tensioni tra l’a.d., Wang Xing e le autorità del paese. Una storia che ricorda molto da vicino quella del fondatore di Alibaba, Jack Ma e che continua a gettare ombra sulla libertà di iniziativa dei manager delle grandi aziende tech del Paese.

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Il poema di un millenio fa

Dopo Jack Ma e la sua Alibaba, un altro colosso cinese, Meituan, app per la consegna del cibo a domicilio, finiscono nel mirino delle autorità cinesi. Almeno così dicono i rumors, spesso a volume ridotto, in Cina. Il titolo ieri è crollato del 10% portandosi ai minimi degli ultimi 7 mesi dopo che il suo a.d., Wang Xing, ha pubblicato una poesia classica sull'incendio di libri da parte dell'imperatoredurante la dinastia Qin sulla piattaforma di social media Fanfou.com, secondo l'Hong Kong Economic Times. Domenica, Wang Xing ha cancellato il post spiegando che la poesia usata era un riferimento ai concorrenti dell'azienda. Ma gli investitori hanno interpretato il suo post come una critica aperta all’autorità e il passo indietro un’ammissione che vi siano state forti pressioni.

Iniziamo dalla poesia secondo la traduzione del Financial Times

Le ceneri dei libri bruciati non erano ancora svanite ma la dinastia Qin era già debole,

I forti militari naturali non proteggevano la dinastia Qin,

Il falò per bruciare libri non era ancora freddo quando è iniziata la rivolta nello Shandong,

Si scopre che Liu Bang e Xiang Yu [che rovesciò la dinastia Qin] non leggevano affatto libri.

La poesia originale è stata scritta più di un millennio fa, alla fine della dinastia Tang da Zhang Jie, che ha anche attinto dalla storia cinese per criticare l'allora imperatore Tang. I versi di Jie deridevano le azioni di un precedente imperatore che tentò di sedare il dissenso tra gli intellettuali bruciando libri, solo per vedere la sua dinastia rovesciata da non intellettuali.

Interpretazioni

Tra le righe si può leggere di tutto. Come molte altre società tech cinesi, anche Meituan è sotto indagine antitrust del governo cinese, ufficialmente per aver abusato della sua posizione dominante sul mercato, a seguito della multa record di 2,8 miliardi di dollari inflitta al suo principale rivale Alibaba il mese scorso.

La vicenda di Wang Xing, assomiglia molto a quella di un altro imprenditore cinese, il fondatore di Alibaba, Jack Ma, finito sempre secondo i rumors, sotto attacco da parte dell’autorità cinese per averle criticato ma soprattutto, perché la sua notorietà stava quasi per superare quella di Xi Jinping.

Poco prima di sparire per diverse settimane e poi ricomparire con un profilo molto più basso, in un discorso all’università, Ma, aveva criticato la regolamentazione delle banche cinesi, per la sospensione dell'ultimo minuto da parte di Pechino di un'offerta pubblica iniziale di 37 miliardi di dollari della sua società di pagamenti, Ant Group.

A livello di comunicazione il richiamo dell’autorità cinese a Meituan ricorda quella di altre società occidentale attive nelle consegne a domicilio sotto accusa per l'utilizzo da parte della società di appaltatori di terze parti di corrieri o per la mancanza di coperture sociali ai lavoratori. La scorsa settimana i media statali hanno trasmesso una denuncia televisiva di un funzionario governativo sotto copertura che fingeva di fare le consegne a Meituan. Il funzionario ha guadagnato solo Rmb41 ($ 6,34) in un turno di 12 ore che consegnava cibo.

Il SAMR: l’antitrust cinese

Il governo appare sempre più preoccupato per la crescente influenza di colossi come Alibaba, Pinduoduo, Jd.com e Meituan su ogni aspetto della vita cinese, nonché per l'enorme quantità di dati che hanno accumulato fornendo servizi come shopping online, chat e corse.

La campagna antitrust ha preso ritmo nelle ultime settimane, quando le autorità di regolamentazione hanno inflitto una multa record ad Alibaba, ha incaricato l'affiliata Ant di rivedere la sua attività e ha ordinato a 34 delle sue più grandi società tecnologiche, inclusa Meituan, di rettificare eventuali pratiche commerciali anticoncorrenziali entro un mese.

A seguito dell'incontro con l’antitrust cinese Samr (State administration for market regulation), l'azienda con sede a Pechino ha promesso di rispettare le leggi antitrust, affermando che manterrà l'ordine di mercato e non costringerà i commercianti a "scegliere uno dei due", costringendoli a scegliere tra Meituan o un rivale - attraverso metodi irragionevoli.

L’effetto sui mercati

Un analista ripreso dal Financial Times ha commentato: "La fiducia degli investitori è debole e, se ci sono eventi nascosti, tendono a essere considerati negativamente".

L’andamento in Borsa non lascia tanti dubbi, il grafico mostra la performance dei maggiori titoli tech cinesi: in bianco Meituan, verde Pinduoduo, blu Tencent, rosso JD.com, con cali di oltre il 40% dai top di febbraio.

Ad ampliare l’arco temporale dell’analisi ci si accorge che gli stessi titoli sono reduci da performance da capogiro con Pinduoduo che nel 2020 ha guadagnato il 369% (adr Usa in dollari), JD.com il 150%, Meituan il 120%. Tencent il 47%, Alibaba il 9%. Rialzi che sono spesso stati accompagnati da una forte crescita del giro d’affari, Pinduoduo ha registrato nel 2020 un fatturato in aumento del 97,7% con utili in crescita del 29,9%. Per Tencent Holding fatturato 2020 è stato in crescita del 27,8% e utili del 46,5%. Jd.com a fronte di un fatturato migliorato del 29% sul 2019 gli utili sono aumentati del 65,5%. Più debole Meituan, maggiormente esposta alla pandemia, il fatturato nel 2020 è salito del 17,7% mentre l’utile è calato dello 0,9%

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