Unicredit, a rischio le sue attività in Russia?


La notizia dell’esproprio della controllata di Ariston deciso da Vladimir Putin diffonde incertezza sull’attività della banca milanese in Russia nonostante la vittoria nei confronti di Gazprom ottenuta la scorsa settimana.


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Unicredit e la Russia

Unicredit sotto osservazione dopo la notizia della decisione del presidente Vladimir Putin di mettere la controllata russa di Ariston sotto la gestione temporanea del gruppo Gazprom. A questo punto, il mercato potrebbe credere che altre subsidiary di società europee possano essere nazionalizzate e oggi il titolo di Piazza Gae Aulenti apre negativo (-0,30%) a Piazza Affari, al pari di Ariston, scendendo ad un minimo di 35,345 euro.

Unicredit possiede la decima banca della Russia per valore degli attivi e nella presentazione dei dati del trimestre, il management calcola che in un’ipotesi estremamente negativa, le attività in Russia potrebbero portare a una perdita di poco superiore ai tre miliardi di euro.

L’istituto milanese detiene una subsidiary nel Paese che “è in ‘run off mood’ visto che il lending book si è dimezzato (da 6,6 a 3,2 miliardi) in un paio di anni. La Russia rappresenta un 7/8% della bottom line di Unicredit ma solo grazie ai reversal delle LLPs fatte nel primo semestre 2022, altrimenti la contribuzione sarebbe la metà di quella del 2023 (665 milioni su 9,5 miliardi del gruppo)”, spiegano da WebSim Intermonte.

Verso la nazionalizzazione?

Già nelle scorse settimane alcune indiscrezioni di stampa indicavano che alcuni regolatori dell’Unione europea avrebbero chiesto a Unicredit di uscire dal Paese, voci che finora non hanno trovato riscontro.

Nel 2022 e nei primi mesi del 2023, Unicredit aveva ridotto la sua esposizione alla Russia del 66%, pari a circa 4,1 miliardi di euro, strategia mantenuta nei trimestri successivi.

Gli analisti di WebSim ritengono “poco probabile, anche se possibile” il run off, non credendo dunque che la nazionalizzazione sia un rischio reale, e mantengono il loro giudizio ‘neutrale’ sul titolo, con target price di 37,1 euro.

Tra i giudizi degli altri analisti, la settimana scorsa Mediobanca aveva confermato il giudizio ‘outperform’ su Unicredit, con target price 40 euro, mentre il consenso Bloomberg aggiornato registra 20 ‘buy’, 6 ‘hold’ e nessun ‘sell’, con un target price medio cresciuto a 39,66 euro da 32,90 euro pre-trimestrale, attesa per il prossimo 7 maggio.

La vittoria in Russia

Un punto a favore per la banca italiana era stato ottenuto nei giorni scorsi con la vittoria verso il gigante russo del gas, Gazprom. Lo scorso anno RuskhimAlyans, una controllata del gruppo di Mosca, ha intentato una maxi-causa alla banca italiana per ottenere 45,7 miliardi di rubli, ossia 430 milioni di euro ma Unicredit ha ottenuto un'ingiunzione a Londra, impedendo a RusKhimAlyans di portare avanti la causa in Russia.

Al centro della contesa c’è un progetto nel porto baltico di Ust-Luga bloccato dalle sanzioni UE varate in seguito all'invasione dell'Ucraina e la motivazione addotta è che, in base al contratto, le controversie dovranno essere sottoposte ad arbitrato in Francia.

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