Unicredit, Barclays alza il target price
Gli analisti della banca britannica hanno ridotto le stime di cost of equity del settore bancario italiano e aumentato i target price di diverse protagoniste del settore.
Unicredit e il dividendo
Unicredit sotto i riflettori in questo ad inizio di una seduta caratterizzata dallo stacco del dividendo per alcune società quotate a Piazza Affari e le decisioni di Barclays sul settore bancario italiano.
Il titolo della banca milanese apre la seduta con un guadagno superiore al 2% e un massimo toccato a 34,25 euro, mentre oggi l’istituto guidato da Andrea Orcel staccava il dividendo di 1,8 euro. La crescita delle azioni nel 2024 si attesta al 37,54% dopo il pagamento della cedola rispetto a circa un +10% di guadagno del FTSE MIB.
Tra le altre società che oggi staccavano la cedola ci sono Banca Mediolanum (0,42 euro), Banco BPM (0,56 euro), Campari (0,065 euro), Ferrari (2,44 euro), Iveco (0,22 euro), Prysmian (0,7 euro) e Stellantis (1,55 euro).
Barclays scommette sul settore bancario italiano
Questa mattina gli analisti di Barclays hanno alzato il target price su Unicredit, portandolo dai precedenti 35,90 euro agli attuali 41,50, aumentandolo del 15%, e confermato il giudizio ‘overweight’.
Il consenso Bloomberg aggiornato registra 20 ‘buy’, 6 ‘hold’ e nessun ‘sell’, con un target price medio cresciuto a 39,37 euro da 32,90 euro pre-trimestrale. Nello scenario migliore la valutazione su Unicredit è posta a 54 euro.
La decisione dei britannici arriva all’interno di un report sul settore bancario italiano, nel quale hanno ridotto le stime di cost of equity “alla luce della maggior visibilità sulla resilienza degli utili”.
Tra le altre banche italiane, Barclays ha alzato i suoi target price su Intesa Sanpaolo (da 3,80 a 4 euro), Banco BPM (da 7 a 7,8 euro) e su Mediobanca (da 12,7 a 14,6 euro).
Il rimborso del bond
Nel frattempo, la Banca centrale europea ha approvato l’opzione di rimborso integrale dei titoli denominati ‘UniCredit S.p.A. US$ 1,250,000,000 Non Cumulative Temporary Write-Down Deeply Subordinated Fixed Rate Resettable Notes’ e l’istituto milanese ne ha deciso il rimborso in data 3 giugno 2024.
Il rimborso anticipato dei titoli, emessi il 3 aprile 2014, avverrà alla pari insieme agli interessi maturati e non corrisposti, mentre gli interessi cesseranno di maturare alla stessa data di rimborso anticipato.
Le attività in Russia
Indiscrezioni di stampa indicano una possibile richiesta da parte della BCE a Unicredit nella quale si chiede la riduzione delle attività con la Russia in un contesto in cui Francoforte sta facendo pressioni per ridurre i legami finanziari tra l’Europa e Mosca.
Secondo quando riferito da fonti Reuters, le richieste rivolte a Piazza Gae Aulenti sarebbero simili a quelle già rivolte dalla Vigilanza all’austriaca Raiffeisen Bank International (Rbi), la banca occidentale che ha la maggiore presenza a Mosca e che ieri aveva annunciato la richiesta di Francoforte di tagliare i prestiti in Russia e i pagamenti entro un periodo di tempo prestabilito.
Il pressing della BCE arriva dopo che già nel 2022 e ad inizio 2023 l’esposizione cross-border alla Russia di Unicredit era stata ridotta complessivamente del 66% circa, per un valore di circa 4,1 miliardi di euro, strategia poi seguita anche nei mesi successivi.
L’istituto centrale europeo “sollecita le banche ad accelerare l’uscita dalla Russia, visto l’aumento del rischio reputazionale, legale e finanziario”, aveva spiegato l’ex responsabile Andrea Enria in una delle sue ultime dichiarazioni rilasciate lo scorso anno.
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