Unicredit convince anche Goldman Sachs e JP Morgan


Goldman Sachs ha aumentato la sua quota di partecipazione nella banca milanese mentre JP Morgan ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo CRDI e Citigroup confermava il suo consiglio di acquisto.


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Unicredit e Goldman Sachs

Una banca italiana seduce gli americani di Goldman Sachs con i suoi dividendi: si tratta di Unicredit. E lo fa al punto da spingere l’istituto a stelle e strisce ad aumentare la sua quota in Piazza Gae Aulenti, salita al 6,3% dopo una mossa datata 5 aprile dal precedente 6,18% di fine marzo.

Tra i dettagli emergono la quota dello 0,462% in termini di diritti di voto, mentre la partecipazione potenziale è pari allo 0,817%. Il resto vede posizionarsi GS nel capitale di Unicredit con contratti di opzione put, call e future.

Sempre dagli Stati Uniti, fiducia su Unicredit è arrivata da un report di JP Morgan, in cui il broker americano alza il prezzo obiettivo sul titolo da 21 a 24 euro, confermando la raccomandazione ‘overweight’, mentre Citigroup aumentava le sue stime di utili per la banca italiana e confermava il rating ‘buy’.In Italia, ieri Equita Sim confermava il ‘buy’ sul titolo della banca milanese, con target price a 23,5 euro.

Meglio i dividendi che i buyback

Gli analisti di Goldman Sachs sottolineano in una nota come le analisi sui flussi di cassa mostrino come le società più propense ai dividendi cash registrino andamenti migliori in borsa rispetto a quelle che remunerano gli azionisti tramite buyback.

“Con gli investitori che attendono i risultati trimestrali, i dividendi dell’S&P 500 hanno registrato una crescita dell’8% su base annua nel primo trimestre del 2023. Un forte inizio d’anno quindi, che ci porta a rivedere al rialzo le nostre stime di crescita del 5% del DPS dell'S&P 500 nel 2023. Lo stress bancario e la probabilità di un inasprimento degli standard di prestito e di un rallentamento della crescita economica rappresentano altrettanti rischi di ribasso", hanno spiegato gli analisti. Da GS aggiungono come le prospettive per i buyback siano “meno favorevoli e un rallentamento è già in atto”, con i riacquisti azionari che sono diminuiti del 21% su base annua nel quarto trimestre e le imprese che “probabilmente registreranno un ulteriore rallentamento nel primo trimestre”. “La differenza tra le prospettive di crescita dei dividendi e dei riacquisti suggerisce che le aziende che si concentrano sulle cedole continueranno a registrare performance migliori dei titoli più esposti ai buyback”, concludono dalla banca statunitense.

Il dividendo targato Orcel

Lunedì 24 aprile sarà il turno del pagamento del dividendo 2023 di Unicredit e relativo all’esercizio 2022, insieme a quello di altre società (tabella di seguito), messo in pagamento a partire dal 26 aprile successivo.

La cedola era stata approvata dall’assemblea degli azionisti lo scorso 31 marzo, pari a 0,9872 euro per azione, per un totale di 1,91 miliardi di euro, con una crescita dell’84% anno su anno.

Molto interessante il dividend yield, il rendimento da dividendo, superiore al 5% (al lordo delle imposte) rispetto alle valutazioni attuali del titolo (19,42 euro e +2%).

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