Unicredit, fiducia da Goldman Sachs: favorita dal futuro rialzo dei tassi

Unicredit, fiducia da Goldman Sachs: favorita dal futuro rialzo dei tassi

Le prospettive di un aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea potrebbero favorire alcuni tra i principali istituti europei, in particolare in Italia e in Francia, secondo gli analisti americani.

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La decisione di Goldman Sachs

Unicredit dovrebbe essere tra le banche europee che potrebbero essere favorite dall’aumento dei tassi di interesse, decisione della Banca centrale europea apparentemente all’orizzonte.

In un report sul settore bancario appena diffuso, gli esperti di Goldman Sachs hanno comunicato il riavvio della copertura su cinque banche in Italia e Francia, tra cui Intesa Sanpaolo (‘buy’), BNP Paribas (Not Rated), Crédit Agricole (‘neutral’) e Société Générale (‘neutral’), a cui si aggiunge, appunto, Unicredit con raccomandazione di acquisto (‘buy’).

L’istituto americano si attende maggiori ricavi e utili per Unicredit, permettendo a Piazza Gae Aulenti di supportare l’obiettivo di remunerazione dei soci di 16 miliardi di euro nel periodo 2021-2024, pari a circa il 70% della capitalizzazione di mercato odierna.

Le altre banche

Per quanto riguarda gli altri istituti, da Goldman Sachs ritengono Intesa Sanpaolo altra beneficiaria del rialzo dei tassi, permettendo all’istituto torinese di compensare la pressione sulle commissioni, mentre la costruzione della neobank interna denominata ‘Isybank’ potrebbe avere il potenziale per trasformare i rendimenti nella sua attività bancaria al dettaglio. Attraversando le Alpi, l’istituto americano ritiene Société Générale interessante dal punto di vista fintech, considerando il successo ottenuto finora da Boursorama.

Tuttavia, la sua sensibilità ai tassi è inferiore a quella dei peer e ha una Investment Bank su scala ridotta, dove le stime di consenso sono al di sopra degli obiettivi dell'azienda.

Sempre in Francia, GS prevede che i ricavi dell’Investment Banking di BNP Paribas supereranno significativamente le aspettative, con le sue previsioni di ricavi Global Markets del 23% al di sopra del consenso per il 2022.

Infine, per Crédit Agricole, la sensibilità ai tassi inferiore e gli aumenti a breve termine di CoR e Opex lasciano il rating a neutrale.

L’analisi sul settore bancario

Nel report, GS ritiene che il settore delle banche europee “resta intrappolato tra due forze opposte”.

Da un lato i tassi più elevati dovrebbero portare a incrementi significativi del margine di interesse degli istituti europei, consentendo alle società di superare sia i propri obiettivi di fatturato che le aspettative di consensus.

D’altra parte, però, la stagflazione o una recessione a breve termine “potrebbero portare a un costo del rischio molto più elevato, mettendo sotto pressione le prospettive di utili e il potenziale di distribuzione del capitale”, concludevano da Goldman Sachs.

Le scelte della BCE sui tassi

Nei giorni scorsi, la presidente della BCE, Christine Lagarde, aveva detto “addio” ai tassi negativi, dopo che dal dicembre scorso l’istituto aveva iniziato il suo percorso verso la normalizzazione delle sue politiche monetarie.

Se attualmente “le nostre economie stanno tornando ad aprirsi”, spiegava Lagarde scrivendo sul quotidiano ‘La Stampa’, “è probabile che ci troveremo nella posizione di poter uscire dai tassi di interesse negativi entro la fine del terzo trimestre”.

Il terminare degli acquisti netti di attività a luglio e la fine dei tassi di interesse negativi a settembre rappresenta “una decisione solida e appropriata”, spiegava Philip Lane, membro del consiglio esecutivo della Banca centrale europea (BCE) e capo economista dell'istituzione di Francoforte, “anche se è troppo presto per sapere cosa accadrà dopo, poiché dipenderà dall'evoluzione dell'economia

“La normalizzazione si concentra naturalmente sul movimento in unità di 25 punti base, quindi aumenti di 25 punti base nelle riunioni di luglio e settembre sono un ritmo di riferimento. Qualsiasi discussione su altre mosse dovrebbe giustificare un movimento più deciso rispetto a questa sequenza di aumenti di luglio e settembre. La discussione si svolgerà, ma la nostra attuale valutazione della situazione, in cui riteniamo che le prospettive di inflazione a medio termine siano in linea con il nostro obiettivo del 2%, richiede un approccio graduale alla normalizzazione”, concludeva Lane.

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