Unicredit, Orcel: future operazioni di M&A “solo se portano valore”

Unicredit, Orcel: future operazioni di M&A “solo se portano valore”

Dopo il fallimento delle fusioni con Mps e Banco BPM, il Ceo della banca milanese ribadisce l’importanza delle M&A ma solo nel caso in cui rappresentino “un acceleratore di valore”.

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Il risiko bancario

Interessante intervista al Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, nella quale il manager parla delle strategie della banca sia in Italia che all’estero, parlando all’inserto economico de ‘Il Messagero’ (Molto economia).

Nonostante i fallimenti delle operazioni con Mps e Banco BPM, Orcel conferma il ruolo delle operazioni di M&A nel futuro, ma solo come “acceleratore di valore”.

Future operazioni, infatti, dovranno essere realizzate “solo alle giuste condizioni”, in quanto non rappresentano “uno scopo in sé, pur essendo uno strumento prezioso nella cassetta degli attrezzi di ogni capo azienda” e “non dovrebbe essere usato nelle condizioni sbagliate”.

“Per noi, il vero valore di Unicredit si trova all’interno” ma “se si presenterà l’opportunità giusta per tutti, la prenderemo in considerazione”, mentre “laddove una opportunità si rivelasse inadatta, l’abbandoneremo con altrettanta facilità”, spiegava l’ad.

Nello stesso ragionamento rientrano i colloqui con Commerzbank, tra le notizie degli ultimi mesi. “Ripeto: l’M&A può essere un acceleratore della nostra strategia solo alle giuste condizioni e che sia capace di creare valore per tutti. Soprattutto, dovremo essere convinti di poterlo realizzare in modo efficace”, concludeva Orcel.

Un’unica Unicredit

Tra gli altri obiettivi, inoltre, Orcel indica quello di “riunire tutte le banche leader” parte del gruppo “in un’unica Unicredit”.

Unicredit, infatti, è presente in 13 paesi, dove è esposta al rischio di disperdere le sue forze. “Ogni mercato ha le sue differenze culturali, dimensioni diverse e una diversa base clienti”, ma ciò che le accomuna è “avere una posizione di leadership nel proprio mercato”, quindi la “chiave” è dunque quella di “liberare il vero potenziale” attraverso una riunificazione, aggiungeva Orcel.

La situazione in Russia

L’esposizione in Russia di Unicredit resta importante e nel paese la situazione “è molto complicata”, pertanto la banca sta valutando tutte le opzioni per cercare la soluzione giusta”, tenendo conto “di un quadro sanzionatorio in continua evoluzione”.

Per il momento, però, Orcel non si sbilancia sulle possibilità allo studio, in quanto preferisce “parlare quando c’è qualcosa di concreto da annunciare”, visto “il processo molto più complicato di quanto si pensi”.

Contemporaneamente, però, “non vogliamo che la situazione in Russia metta in ombra ciò che stiamo facendo nel resto della banca. Il 95% delle nostre attività è al di fuori della Russia e sta funzionando a pieno ritmo”.

L’analisi di WebSim

Se le posizioni espresse da Orcel risultano “in linea con quanto comunicato in passato” nel caso delle operazioni con Mps, gli analisti di WebSim ritengono che “un’eventuale operazione, se di elevate dimensioni, possa incorporare un rischio operativo da non sottovalutare e ridurre la visibilità sulla remunerazione degli azionisti”.

Per quanto riguarda la Russia, dalla sim ricordano che “nel primo trimestre 2022 Unicredit ha contabilizzato impatti per circa 92 bps (CET1 ratio) su un totale stimato di 128 bps”.

Confermando la raccomandazione ‘neutral’ su Unicredit, mantengono il target price a 12,50 euro, mentre oggi le azioni della banca vengono scambiate a 10,68 euro dopo poco più di un’ora di contrattazioni, appena sotto la parità.

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