Unicredit, Orcel: “no a OPA aggressiva su Commerzbank ma pronti a salire”
L’ad di Piazza Gae Aulenti parla a tutto tondo nel corso di un’intervista cercando di rassicurare i soggetti che hanno mostrato sofferenza per la ‘campagna di Germania’ avviata in questi giorni.
Parole caute di Orcel
Dialogo con tutti, dalla stessa Commerzbank al Governo di Berlino, e nessuna intenzione di entrare ‘a gamba tesa’ sulla quarta banca tedesca. Un Andrea Orcel in cerca di consenso utilizza un’intervista rilasciata questa mattina al Il Messaggero per cercare di raffreddare gli animi, riscaldatisi in Germania dopo l’avvio della ‘campagna tedesca’ da parte di Unicredit.
Il primo messaggio rassicurante riguarda le prossime mosse, in particolare la possibilità di un’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) su Commerzbank, la quale non sarebbe tra le opzioni scelte da Piazza Gae Aulenti. “No, sarebbe un atto aggressivo, noi abbiamo comprato il 4,5% sul mercato e un 4,49% che ci è stato venduto dallo Stato tedesco, siamo contenti di quanto abbiamo fatto”, spiegava Orcel, aggiungendo che non esiste “nessun retropensiero né una tattica diversa”.
Perché allora presentare alla Banca centrale europea l'istanza autorizzativa per salire al 29,9% così come emerso nei giorni scorsi? Per Orcel questa mossa verrà fatta “per avere la possibilità di un dialogo continuo con la BCE e anche con tutti gli altri stakeholder”.
Il rapporto con lo Stato tedesco
Orcel ha poi cercato di rispondere indirettamente a chi in questi giorni accusava la banca di aver avviato l’operazione senza l’accordo con Berlino, affermando che “da tempo parlavamo con loro, per noi era importante misurare un certo livello di consenso”.
“Il governo tedesco ha venduto a Unicredit la quota del 4,5% di Commerzbank ritenendoci un investitore affidabile e adeguato", sottolineava il manager, ricordando che “ci conoscevano anche perché siamo in Germania dal 2005 con Hvb”.
Con gli acquisti della scorsa settimana Unicredit è al 9% del capitale d Commerzbank “e per il momento ci rimarremo” e “quando il governo tedesco vorrà mettere in vendita la quota residua del 12%, se saremo graditi e ci saranno condizioni anche di prezzo, con l'autorizzazione potremmo muoverci”.
Le resistenze
Il dialogo, dunque, resta “aperto con tutti gli interlocutori”, anche con il sindacato Ver.di, tra i soggetti che si sono opposti alle mosse di Unicredit, definito “importante” ma non c'è fretta: "vediamo come evolve la situazione".
Tra chi sembra voler mettere i bastoni tra le ruote di Unicredit c’è anche Deutsche Bank, primo istituto nel Paese. “Siamo in un libero mercato”, rispondeva diplomatico Orcel, cercando così di non sbilanciarsi in una situazione che resta delicata viste le reazioni provenienti dalla Germania.
La parola, aggiungeva il manager, resta “alle istituzioni tedesche” che “devono decidere che fare”, in quanto “in molti casi di operazioni importanti si fa un'offerta come abbiamo fatto noi”.
Dialogo con Commerzbank
La parola dialogo emergeva anche per quanto riguarda la diretta interessata, ovvero Commerzbank, con la quale Unicredit manterrà il dialogo aperto per le prossime mosse. “Ho chiamato subito i vertici operativi del consiglio di gestione per rispetto. Unicredit manifesta il proprio sostegno agli attuali consigli di gestione e di sorveglianza di Commerzbank e al lavoro fatto e che stanno facendo raggiungendo progressi significativi per il miglioramento delle performance della banca. Del resto, come dimostra l'andamento del titolo, il mercato apprezza la gestione. Come qualunque investitore istituzionale, considero fisiologico il dialogo con la banca. Per ora non c'è null'altro”, concludeva Orcel.
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